il PCI ritiene centrale rimarcare il fatto che tali misure restrittive, in questi giorni ineludibili, sono da considerarsi assolutamente transitorie, e non debbono in nessun modo evocare o anticipare modelli politici lesivi della democrazia e delle libertà individuali o scorciatoie di carattere autoritario alla gestione della complessità sociale.(..)
Serve un cambio di paradigma, culturale e politico assieme. Investire in direzione del rilancio, della qualificazione di una sanità pubblica, gratuita, di qualità è necessario e possibile assieme. (..)
la ridefinizione delle forme di governo della sanità. Ciò attraverso il superamento degli attuali livelli di autonomia regionale in materia, il rilancio del ruolo dello Stato, un diverso rapporto tra questi e le Regioni, mediante la definizione di “accordi per la salute”, in un’ottica solidale, volta al recupero delle differenze esistenti, allo sviluppo ed alla qualificazione di un Servizio Sanitario Nazionale pubblico coerente con i principi di universalità, equità e solidarietà sanciti dalla legge costitutiva 833/78, omogeneo, garante della qualità della risposta per l’insieme dei cittadini del Paese.
un piano straordinario di finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale di almeno 40 miliardi nei prossimi 5 anni, da garantire anche attraverso una tassazione straordinaria delle grandi rendite
patrimoniali e finanziarie, la riconversione di spese militari in essere e/o preventivate, e di assegnare tali risorse alle Regioni in base alla rilevazione delle reali esigenze dei cittadini in esse presenti.
il superamento delle agevolazioni fiscali per la spesa sanitaria sostenuta dai privati, direttamente e/o con l’intermediazione delle assicurazioni, nonché di tutti i ticket, di ogni forma di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, che deve essere finanziata unicamente attraverso la fiscalità generale progressiva.
di abbandonare il processo di crescente privatizzazione della sanità in atto da tempo, superando le diverse forme di finanziamento diretto od indiretto in essere, e la pratica dell’esternalizzazione dei servizi sanitari, socio-sanitari, di sostegno, definendo un piano di progressiva reinternalizzazione degli stessi che garantisca l’insieme dei lavoratori interessati.
che il piano di assunzioni straordinarie, a termine, definito dal governo in risposta all’emergenza da coronavirus, divenga strutturale e volto, in prospettiva, a garantire l’intero sistema sanitario, anche sul piano del riassetto del rapporto tra strutture ospedaliere e strutture territoriali, di base, a superare le molteplici esigenze palesatisi nel tempo, ad esempio relativamente al servizio di pronto soccorso, ai tempi d’attesa per esami e visite diagnostiche (rispetto ai quali si impone anche il superamento dell’attività intramoenia).
che il lavoro in sanità sia maggiormente tutelato e valorizzato, anche attraverso riconoscimenti economici, diretti ed indiretti, più adeguati per l’insieme del personale interessato.
il superamento del numero chiuso nella facoltà di medicina e chirurgia e per tutti i corsi di laurea relativi alle diverse professioni sanitarie, nonché il finanziamento di attività di ricerca e di formazione gestite congiuntamente da Università e Servizio Sanitario Nazionale.
di rompere con la logica speculativa imperante, con i condizionamenti del settore privato, con particolare riferimento a quello farmacologico, realizzando un’industria pubblica finalizzata alla produzione ed alla distribuzione.(..)
La salute non può essere considerata una merce, sottoposta alla mera logica del profitto, ma un diritto. Ciò tanto dice di una società, dell’idea che di essa si persegue; noi, i comunisti, siamo perché tutti, indistintamente, trovino risposta ai propri bisogni.
PCI, 23 marzo 2020
l’intero documento lo puoi leggere qui
https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/…/per-una-sanit…/…
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