Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 1 aprile 2021

L’ESCATON dei SUBALTERNI - SUBALTERN STUDIES COLLECTIVE

 “Il mondo popolare subalterno costituisce, per la società borghese, un mondo di cose più che di persone”.
E. de Martino, “ Intorno a una storia del mondo popolare subalterno”, su Società nr.3/1949


Metteremo la nostra ricerca al servizio dei subalterni se funzioneremo da intellettuale collettivo

(fe.d.)

Il termine subalterno entra nel lessico antropologico in relazione con il mondo storico popolare con Ernesto de Martino, che nel 1949 ne configura il profilo di ricerca e i suoi criteri, con l‘inchiesta di gruppo sul campo e la verifica empirica dell’analisi etnologica.

Un collettivo di studio sui subalterni deve dunque muoversi intorno alle problematiche gramsciane nella ricezione, diretta e indiretta, esplicita ed implicita, dell’antropologia filosofica di de Martino.

Gramsci critica gli intellettuali che si rinchiudono nella torre eburnea della loro specializzazione; l’intellettuale è organico alla classe e il nuovo intellettuale elabora collettivamente per la critica al senso comune. Il linguaggio è il significante del senso comune. La mistificazione avviene invece sul significato. Il dominio di classe impedisce lo sviluppo di una cultura popolare dei subalterni antagonista alla cultura dominante, sebbene le stesse radici culturali configurino l’identità sociale prima della formazione e sviluppo della coscienza di classe. E’ lo stretto passaggio tra filosofia dei semplici, folclore, senso comune ed egemonia. E’ il passaggio analizzato in ambito antropologico da de Martino, con la ricerca sul campo e la riflessione filosofica sull’escatòn, il riscatto possibile dei subalterni, per il tramite proprio della cultura popolare.

Un punto dirimente di analisi comparata è tra ethos del trascendimento e formazione della coscienza di classe. Perché questa avviene sia sul terreno strutturale, le materiali condizioni di vita, sia su quello sovrastrutturale, l’oltrepassamento delle apparenze reificate, la demistificazione dei significati, la consapevolezza di essere soggetti nella storia e non agiti da essa. L’ethos in de Martino permette sia la costituzione di riti protettivi rispetto alla presenza, sia il reintegro nella storia, cioè il passaggio dalla natura alla storia. La coscienza di classe, per Gramsci, è la reintegrazione nella storia del soggetto rivoluzionario. Il riscatto (collettivo) è immanente alla formazione molecolare di questa coscienza della trasformazione sociale e della sua configurazione nella società autoregolata, comunista in quanto autodeterminata dall’intelletto collettivo. L’escaton demartiniano scongiura l’apocalissi, cioè ridetermina la posizione storica del soggetto, come ethos del popolo, per cui è la stessa comunità e il senso di appartenenza a configurare l’identità culturale e dunque l’escatòn come liberazione.

SUBALTERN STUDIES COLLECTIVE (1)

Il collettivo Subaltern Studies, formatosi all’inizio degli anni Ottanta in India, attorno all’Università di Delhi, costituisce una delle scuole fondamentali degli studi culturali sviluppatisi nel Sud-Est asiatico, insieme a quelle del Centre for the Study of Developing Societies (csds) e del Centre of Contemporary Studies (ccs). Con questi centri di studio, anch’essi facenti base a Delhi, il collettivo condivide alcuni interessi specifici, quali la riflessione critica sulla modernità, l’idea che la conoscenza è una forma di intervento politico, (..) Il termine subalterno, così come molti altri utilizzati dal gruppo di Delhi, è preso in prestito dagli scritti dello storico e politico marxista italiano Antonio Gramsci, che con esso si riferiva ai gruppi socialmente subordinati al dominio delle classi egemoni.

di Alessandra Di Maio

http://www.studiculturali.it/.../subaltern_studies_b.html

- l’ethos del trascendimento e la destorificazione del negativo nell’antropologia filosofica di de Martino, la formazione “molecolare” della coscienza di classe nella filosofia della prassi di Gramsci, entrambi accomunati da una concezione dialettica storicista, la mutazione antropologica di Pasolini per la critica a un paradigma di civiltà, quello del capitalismo come sistema di valori. E’ da qui che può partire una ricerca comparata -

La danza du desir - ogni danza è un desiderio: il nostro.

“A partire dalla fatidica spedizione in Lucania , studiando la gestualità performativa dei rituali curativi, veniva alla luce il rituale simbolico del tarantismo: una forma fluens che richiedeva la decifrazione del passaggio dal sintomo al simbolo. Una struttura “molecolare” avrebbe detto Gramsci, con le sue modalità terapeutiche, l’oscillazione esistenziale del primitivo, la figura dello sciamano, capace di ricostituire l’equilibrio personale e il vincolo sociale, anche attraverso la figurazione del capro espiatorio, che doveva essere lo stigma di Pasolini.”, Roberto Nistri, in Siderlandia, vedi anche “La danza du desir - Il resto del tarantismo”, a cura di Roberto Nistri, Scorpione ed., Taranto, 2004.

 

SUBALTERN STUDIES COLLECTIVE (2)

“Il mondo popolare subalterno costituisce, per la società borghese, un mondo di cose più che di persone”.

E. de Martino, “ Intorno a una storia del mondo popolare subalterno”, su Società nr.3/1949

https://www.academia.edu/.../Ernesto_de_Martino_Intorno_a...


- ESPOSITO Roberto (2010), Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana, Einaudi, Torino

ricerca comparata per la scrittura filosofica tra Gramsci e P.P.Pasolini, cfr. Ivi, Varco IV. L’insostenibile

“quando, davanti alle cinera Gramscii, nel cimitero degli Inglesi al Testaccio, Pasolini dichiara, «lo scandalo del contraddirmi, dell’essere | con te e contro di te; con te nel cuore, | in luce, contro te nelle buie viscere» [P. P. Pasolini, Le ceneri di Gramsci, in Le poesie, Milano 1975, p. 73.],

lo scarto esistenziale tra poesia e politica sembra intensificarsi in una frattura, ancora piú profonda, tra sfera della storia e orizzonte della vita.

- su Marx, Gramsci e l’idealismo italiano in relazione alla filosofia della prassi

D. Losurdo, Gramsci, Gentile, Marx e le filosofie della prassi, in Gramsci e il marxismo italiano, Roma 1990

 

- Metteremo la nostra ricerca al servizio dei subalterni se funzioneremo da intellettuale collettivo. 

(fe.d.)







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