“Il mondo popolare subalterno costituisce, per la società borghese, un mondo di cose più che di persone”.
E. de Martino, “ Intorno a una storia del mondo popolare subalterno”, su Società nr.3/1949
Metteremo la nostra ricerca al servizio dei subalterni se funzioneremo da intellettuale collettivo
(fe.d.)
Il termine
subalterno entra nel lessico antropologico in relazione con il mondo storico
popolare con Ernesto de Martino, che nel 1949 ne configura il profilo di
ricerca e i suoi criteri, con l‘inchiesta di gruppo sul campo e la verifica
empirica dell’analisi etnologica.
Un
collettivo di studio sui subalterni deve dunque muoversi intorno alle
problematiche gramsciane nella ricezione, diretta e indiretta, esplicita ed
implicita, dell’antropologia filosofica di de Martino.
Gramsci
critica gli intellettuali che si rinchiudono nella torre eburnea della loro
specializzazione; l’intellettuale è organico alla classe e il nuovo
intellettuale elabora collettivamente per la critica al senso comune. Il
linguaggio è il significante del senso comune. La mistificazione avviene invece
sul significato. Il dominio di classe impedisce lo sviluppo di una cultura
popolare dei subalterni antagonista alla cultura dominante, sebbene le stesse
radici culturali configurino l’identità sociale prima della formazione e
sviluppo della coscienza di classe. E’ lo stretto passaggio tra filosofia dei
semplici, folclore, senso comune ed egemonia. E’ il passaggio analizzato in
ambito antropologico da de Martino, con la ricerca sul campo e la riflessione
filosofica sull’escatòn, il riscatto possibile dei subalterni, per il tramite
proprio della cultura popolare.
Un punto
dirimente di analisi comparata è tra ethos del trascendimento e formazione
della coscienza di classe. Perché questa avviene sia sul terreno strutturale,
le materiali condizioni di vita, sia su quello sovrastrutturale,
l’oltrepassamento delle apparenze reificate, la demistificazione dei
significati, la consapevolezza di essere soggetti nella storia e non agiti da
essa. L’ethos in de Martino permette sia la costituzione di riti protettivi
rispetto alla presenza, sia il reintegro nella storia, cioè il passaggio dalla
natura alla storia. La coscienza di classe, per Gramsci, è la reintegrazione
nella storia del soggetto rivoluzionario. Il riscatto (collettivo) è immanente
alla formazione molecolare di questa coscienza della trasformazione sociale e
della sua configurazione nella società autoregolata, comunista in quanto
autodeterminata dall’intelletto collettivo. L’escaton demartiniano scongiura
l’apocalissi, cioè ridetermina la posizione storica del soggetto, come ethos
del popolo, per cui è la stessa comunità e il senso di appartenenza a
configurare l’identità culturale e dunque l’escatòn come liberazione.
SUBALTERN
STUDIES COLLECTIVE (1)
Il
collettivo Subaltern Studies, formatosi all’inizio degli anni Ottanta in India,
attorno all’Università di Delhi, costituisce una delle scuole fondamentali
degli studi culturali sviluppatisi nel Sud-Est asiatico, insieme a quelle del
Centre for the Study of Developing Societies (csds) e del Centre of
Contemporary Studies (ccs). Con questi centri di studio, anch’essi facenti base
a Delhi, il collettivo condivide alcuni interessi specifici, quali la riflessione
critica sulla modernità, l’idea che la conoscenza è una forma di intervento
politico, (..) Il termine subalterno, così come molti altri utilizzati dal
gruppo di Delhi, è preso in prestito dagli scritti dello storico e politico
marxista italiano Antonio Gramsci, che con esso si riferiva ai gruppi
socialmente subordinati al dominio delle classi egemoni.
di
Alessandra Di Maio
http://www.studiculturali.it/.../subaltern_studies_b.html
- l’ethos
del trascendimento e la destorificazione del negativo nell’antropologia
filosofica di de Martino, la formazione “molecolare” della coscienza di classe
nella filosofia della prassi di Gramsci, entrambi accomunati da una concezione
dialettica storicista, la mutazione antropologica di Pasolini per la critica a
un paradigma di civiltà, quello del capitalismo come sistema di valori. E’ da
qui che può partire una ricerca comparata -
La danza du
desir - ogni danza è un desiderio: il nostro.
“A partire
dalla fatidica spedizione in Lucania , studiando la gestualità performativa dei
rituali curativi, veniva alla luce il rituale simbolico del tarantismo: una forma
fluens che richiedeva la decifrazione del passaggio dal sintomo al simbolo. Una
struttura “molecolare” avrebbe detto Gramsci, con le sue modalità terapeutiche,
l’oscillazione esistenziale del primitivo, la figura dello sciamano, capace di
ricostituire l’equilibrio personale e il vincolo sociale, anche attraverso la
figurazione del capro espiatorio, che doveva essere lo stigma di Pasolini.”,
Roberto Nistri, in Siderlandia, vedi anche “La danza du desir - Il resto del
tarantismo”, a cura di Roberto Nistri, Scorpione ed., Taranto, 2004.
SUBALTERN
STUDIES COLLECTIVE (2)
“Il mondo
popolare subalterno costituisce, per la società borghese, un mondo di cose più
che di persone”.
E. de
Martino, “ Intorno a una storia del mondo popolare subalterno”, su Società
nr.3/1949
https://www.academia.edu/.../Ernesto_de_Martino_Intorno_a...
- ESPOSITO
Roberto (2010), Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana,
Einaudi, Torino
ricerca
comparata per la scrittura filosofica tra Gramsci e P.P.Pasolini, cfr. Ivi,
Varco IV. L’insostenibile
“quando,
davanti alle cinera Gramscii, nel cimitero degli Inglesi al Testaccio, Pasolini
dichiara, «lo scandalo del contraddirmi, dell’essere | con te e contro di te;
con te nel cuore, | in luce, contro te nelle buie viscere» [P. P. Pasolini, Le
ceneri di Gramsci, in Le poesie, Milano 1975, p. 73.],
lo scarto
esistenziale tra poesia e politica sembra intensificarsi in una frattura,
ancora piú profonda, tra sfera della storia e orizzonte della vita.
- su Marx,
Gramsci e l’idealismo italiano in relazione alla filosofia della prassi
D. Losurdo,
Gramsci, Gentile, Marx e le filosofie della prassi, in Gramsci e il marxismo
italiano, Roma 1990
- Metteremo la nostra ricerca al servizio dei subalterni se funzioneremo da intellettuale collettivo.
(fe.d.)
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