Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 11 marzo 2022

MA QUESTO MONDO NON È PIÙ MAGICO: De Martino, guerra e 'dramma della presenza'

 

L’intento di superare, con lo sguardo etnologico filosofico, visioni parziali, a modo di vedere di de Martino, della pluridimensionità e onnilateralità dell’umano, proprio per la composizione di un necessario nuovo umanesimo, ha reso la sua riflessione non più solo legata e funzionale al riscatto dei gruppi subalterni, ma ‘disinteressata’ (fur ewig, aveva scritto Gramsci per se stesso) e profonda, perché capace di ipotizzare spiegazioni sulla ‘condizione umana’ che, sulla base delle indagini e ricerche documentali sulle classi subalterne del Mezzogiorno d’Italia e il loro mondo, durate per l’intera sua vita di studioso (e con le categorie interpretative in particolare dell’ethos del trascendimento e della destorificazione del negativo) si rivelava e manifestava nelle materiali condizioni dell’esistenza dei popoli e delle loro culture. - fe.d.

De Martino, guerra e ‘dramma della presenza’

da Fabio Dei


-Presenza è per de Martino l’unità del Sé, l’autonomia dell’individuo rispetto al mondo e agli altri e la capacità di agire attivamente. Questo bene fondamentale, che la nostra cultura dà per scontato, è in realtà una trasformazione storica. C’è stata un’epoca, quella della magia, in cui la presenza non era garantita e andava ogni volta difesa e riaffermata dalla comunità e dalla cultura di fronte alle pressioni del “negativo“. E anche oggi, in condizioni particolari di incombenza del negativo (come possono essere quelle della guerra), la presenza può entrare in crisi e aver bisogno di essere riscattata attraverso l’azione dei riti e dei simboli.

È difficile sottrarsi all’impressione che il “dramma“ della presenza perduta e riconquistata messo in scena nel suo libro abbia a che fare con la tragedia della guerra, con il disfarsi e rinascere del soggetto occidentale che essa ha prodotto. Quello della magia è un mondo arcaico, ma può ripresentarsi nel presente: “In una situazione di particolari sofferenze e privazioni, nel corso di una guerra, di una carestia, eccetera., l’esserci può non resistere alla tensione eccezionale, e può quindi di nuovo aprirsi al dramma esistenziale magico“ [de Martino 1948,156 nota]. + Un autorevole commentatore osserva che la teoria della crisi e del riscatto culturale della presenza è il modo peculiare di de Martino di parlare alla crisi contemporanea legata alla guerra. “Quel che accade è una specie di transfert, la carica emotiva inespressa viene proiettata sull’oggetto, la labilità e la precarietà vissute nel presente diventano le costanti essenziali del mondo magico (…) Questo transfert fa sì che “Il mondo magico” costituisca in qualche modo un “riscatto della presenza” del mondo occidentale”. [Cases, 1973]. ++

da Fabio Dei, Cultura popolare in Italia. Da Gramsci all’Unesco, Il Mulino, 2018, pp.70-71.

+ E. de Martino, Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo, Einaudi

++ C.Cases, Introduzione, in E. de Martino, cit., ed. Boringhieri, pp.vii-lii.






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