La GEOPOLITICA che vi tacciono.
In realtà la guerra in corso tra
Russia e Ucraina è guerra alla Russia dichiarata dagli USA, combattuta dalla
NATO, servente l’UE, una volta annullata la Germania. E’ guerra del gas e per
il gas. E’ guerra perché gli USA vogliono riconquistare il dominio politico
tramite il dominio militare, avendo perso l’egemonia economica.
/Subaltern
studies Italia/
LA DIFFERENZA
da Sara Reginella, autrice di ”Donbass -
la guerra fantasma
nel cuore
d'Europa”, Exorma ed., 2021
- Per me non
c'è differenza tra il dolore di un bambino ucraino, di un bambino del Donbass o
di un piccolo palestinese.
In questo
percorso, mi limito a condividere la mia esperienza con chi è interessato a
capire.
Cosa c'è da
capire, al di là dell'odio e delle etichette?
Alcuni
fatti, di cui non si parla nei grandi media, ovvero: come ti scateno una
guerra, esportando la democrazia.
Tra la fine
del 2013 e l'inizio del 2014, a Kiev, in Ucraina, c'è stato un violento cambio
di governo fomentato dall'Occidente e attuato con una manovalanza neonazista.
Lo mostro nelle immagini dei miei reportage: politici occidentali sul palco a
Kiev e ruspe, catene, spranghe, lanciafiamme contro la polizia nella piazza
centrale e nelle strade della capitale.
Chi
all'inizio manifestava pacificamente è stato tradito.
Il Donbass
si è opposto a tutto ciò e con un referendum ha autoproclamato le Repubbliche
popolari di Donetsk e Lugansk. L'Ucraina ha risposto con le armi, con il
congelamento delle pensioni agli anziani, ai disabili e col blocco degli
stipendi agli statali in Donbass.
Nei primi
mesi del conflitto, la popolazione russofona ha iniziato a morire letteralmente
di fame.
Interi
villaggi sono stati distrutti nelle regioni del Donbass, negli scontri tra le
milizie popolari e l'esercito ucraino.
Gli scontri
sono continuati per otto anni, ma grazie alla diplomazia, con gli accordi di
Minsk il conflitto è passato da un livello di alta intensità a un livello di
bassa intensità.
Purtroppo
però, si è continuato a morire. Per troppo tempo. E si è arrivati allo scorso
anno.
Con
l'esercitazione Defender Europe 2021, la più grande mai tenuta dalla fine della
guerra fredda, la NATO ha schierato il proprio contingente militare lungo i
confini della Federazione Russa.
Quest’ultima
ha risposto mobilitando le proprie forze armate e ha chiesto ripetutamente
garanzie sulla fine dell'attività militare nelle repubbliche ex sovietiche e
sulla fine dell'oggettivo accerchiamento militare che perdura da trent'anni.
Perché tale richiesta?
Perché un
missile della NATO piantato sul territorio ucraino, che in pochi minuti è in
grado di raggiungere Mosca, così come un missile russo piantato ai confini con
gli U.S.A., che in pochi minuti è in grado di raggiungere Washington, in
termini di equilibri di forze geopolitiche e sicurezza internazionale fa la
differenza.
Chi sta
nelle stanze dei bottoni conosce queste differenze.
Nonostante
ciò, dall'Occidente non giunge alcun tipo di rassicurazione.
Piuttosto,
si alza il tiro: alla fine del 2021, alla richiesta di garanzie da parte della
Russia, gli Stati Uniti rispondono con lo stanziamento di altri fondi per gli
armamenti in Ucraina.
Si attende
un feroce attacco contro il Donbass dove in otto anni migliaia di cittadini, da
apolidi hanno richiesto e ottenuto la cittadinanza russa.
Ma
l'esercito russo entra in Donbass.
Il 24
febbraio 2022, in Occidente le persone si svegliano e scoprono che c'è una
guerra.
Da quel
giorno, il dolore del popolo ucraino diventa il nostro dolore.
extract. da
Sara Reginella FB
MAIDAN e DONBASS, è da qui che parte la guerra
- Il
movimento filoeuropeista, già protagonista della Rivoluzione Arancione, si era
inserito a fianco del movimento di protesta in atto contro la crisi economica e
la corruzione. Poi si erano aggiunti partiti e gruppi della destra
ultranazionalista, come Svoboda e Pravy Sektor, il cosiddetto "Settore
Destro”. All'interno di questo movimento di protesta, che fu chiamato
"Euromaidan", iniziarono così a sventolare, accanto a quelle europee,
bandiere rosso-nere del settore destro e drappi giallo-blu del partito Svoboda.
Quest'ultimo, inizialmente denominato Partito nazional sociale ucraino, dal
nome del Partito nazionalsocialista di Hitler, fu fondato nel 1991 da Andrij
Parubiy, l'attuale presidente della Rada, il parlamento ucraino. Il wolfsangel,
simbolo usato dalla divisione tedesca SS Das Reich, era anche il simbolo
ufficiale del partito, poi sostituito nel 2014 da una surreale mano gialla.
Le proteste
connesse al movimento Euromaidan portarono a febbraio 2014 a un violento colpo
di stato, perlopiù descritto dai media occidentali come una rivoluzione
democratica contro il presunto dittatore ucraino (democraticamente eletto)
Viktor Yanukovyč.
In risposta
a ciò, ad aprile dello stesso anno, nelle regioni di Donetsk e Lugansk, in
Donbass, territorio del sud-est ucraino al confine con la Russia, dove le
posizioni del movimento Euromaidan non erano condivise e il nuovo governo era
considerato illegittimo, avvenne qualcosa di inaspettato. Furono
occupati gli
istituti pubblici e la popolazione fece un salto indietro
nel tempo.
Esplosero gli orologi e bruciarono i calendari: l'autoproclamazione delle
Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk sancì, in quelle aree, il tentativo
di ritornare a un'essenza passata, quella del mondo precedente alla
dissoluzione dell'Unione Sovietica. L'Ucraina si spaccò ed ebbe inizio un
conflitto che vide le milizie separatiste delle Repubbliche popolari del
Donbass scontrarsi contro l'esercito ucraino del nuovo governo di Kiev. Si era
tornati ai tempi della guerra fredda, una “nuova” guerra fredda in cui il ruolo
dei "cattivi" veniva assegnato agli abitanti del Donbass, accusati di
terrorismo e colpevoli di essersi opposti a quei movimenti filoeuropeisti e
filoamericani che, a loro avviso, avrebbero contribuito alla svendita delle
proprie terre. So che in questi luoghi di confine è molto forte e radicato il
sentimento di appartenenza all’universo russo, quel mondo che avevo iniziato ad
esplorare negli anni precedenti lo scoppio del conflitto. (..)
Una parte
del mondo, infatti, vedeva la rivolta di Maidan come una rivoluzione
democratica e la reazione separatista del Donbass come una svolta terroristica,
veicolata dall'occupazione militare russa. L'altra parte del mondo vedeva,
invece, gli eventi di Maidan come connessi a un colpo di stato e la risposta
separatista del Donbass come una forma legittima di resistenza antifascista.
da Sara
Reginella, Donbass - La guerra fantasma
nel cuore d’Europa
pp.16/17 e
19
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