IL RAPPORTO TRA PANZIERI E SCOTELLARO
Non abbiamo aspettato gli
anniversari: per noi studio e ricerca su Rocco Scotellaro, intellettuale
meridionale ’organico’ alle classi subalterne, di tipo e impostazione
gramsciani, è un impegno permanente. Ma anche quello su Raniero Panzieri, nel
metodo e nel merito. Nel metodo dell’inchiesta sociale e la ricerca collettiva,
la ‘conricerca’, con i soggetti stessi dell’indagine autori della propria
storia fuori la mediazione delle classi dominanti e l’indispensabile
aggiornamento sulla composizione di classe per la soggettività rivoluzionaria.
Nel merito di una concezione di democrazia sociale integrale, diretta e
rappresentativa insieme, a partire dai luoghi di lavoro, connettendosi al
Gramsci consiliarista dell’Ordine Nuovo e oggi di estrema attualità come
contrapposizione ai modelli imperialistici e nazionalisti. Dunque continueremo
a offrirvi materiali storici crediamo indispensabili per continuare l’analisi
subalternista. / fe.d.
- In qualità
di responsabile della sezione stampa e propaganda del PSI, tra il settembre del
1954 e il febbraio del 1955, Raniero Panzieri organizza tre convegni: “Sulla
difesa del cinema italiano” (Venezia), “Per la libertà della cultura” (Bologna)
- entrambi nel settembre 1954 - “Rocco Scotellaro intellettuale del Mezzogiorno
(Matera, 6 febbraio 1955), introdotto dalle relazioni di Carlo Levi, Franco
Fortini, e concluso dallo stesso Panzieri che poi ne scrisse su ‘Mondo operaio’
in collaborazione con Pietro Nenni.
IL CONVEGNO DI MATERA DEL 6 FEBBRAIO 1955: ROCCO
SCOTELLARO, INTELLETTUALE DEL MEZZOGIORNO
Promosso dal
Partito Socialista Italiano in occasione del primo anniversario della morte.
A
introduzione della discussione vi furono le relazioni di Vincenzo Milillo,
“Vita di militante di Rocco Scotellaro”; Carlo Levi, “Cultura e contadini in
Rocco Scotellaro”; Franco Fortini, La poesia di Rocco Scotellaro”, poi
pubblicata nel volumetto dallo stesso titolo, Basilicata Editrice, Roma, 1974.
Il programma prevedeva anche una relazione di Raniero Panzieri (“Scotellaro,
gli intellettuali e la rinascita del Mezzogiorno”) che però rinunziò a
svolgerla, ricomprendendola nelle sue conclusioni al Convegno. Alla presidenza
era Tommaso Fiore. Come risulta dallo scritto di Giovanni Pirelli (“Il
dibattito sull’opera di Rocco” in “Mondo operaio” nr.4 del 19 febbraio 1955,
pp.4-6), nel corso della discussione presero la parola Luigi Anderlini, Carlo
Muscetta, Vincenzo Tarricone, Muzio Mazzocchi Alemanni, Mario Alicata, i
contadini Andrea Di Grazia (democristiano e protagonista di una delle biografie
raccolte da Scotellaro) e Zazo (segretario della sezione socialista di
Tricarico), A.M.Cirese. In occasione del Convegno venne organizzata a Matera
una mostra di opere di Carlo Levi e Renato Guttuso, dedicate al Mezzogiorno;
vennero proiettati anche il film “La terra trema” di Luchino Visconti, il
documentario di Giulio Petroni sulla pittura di Guttuso e Levi, e quello di
Carlo Lizzani, “Qualcosa è cambiato nel Mezzogiorno”.
Del Convegno
non vennero pubblicati gli Atti; gli fu invece dedicato quasi per intero
(pp.1-12 e 17-20) un fascicolo del quindicinale del PSI, “Mondo operaio” (VIII,
nuova serie, nr.4, ivi). Il fascicolo contiene un lungo editoriale ( “Il
meridionalismo di Scotellaro", pp.1-3) firmato M.O. ma scritto da Raniero
Panzieri e comparso poi con la sua firma sull’”Avanti!” del 20 febbraio 1955.
- Il
Convegno di Matera ebbe una certa risonanza sulla stampa nazionale e locale, di
sinistra e di destra. Una lista delle cronache e dei commenti (non priva però
di qualche lacuna) può ricavarsi dalla meritoria bibliografia scotellariana di
Franco Vitelli, più avanti citata. Particolare segnalazione tra gli altri
commenti merita quello di M. Alicata, Da
Bologna a Matera: Lotte e idee nelle campagne ( prima in ‘Il
Contemporaneo’, II, nr.8, 19 febbraio 1955, e poi nel volume dello stesso
Alicata, La battaglia delle idee,
Editori Riuniti, Roma 1968, pp.83-86), in cui si giudica che, in ragione del
preciso collegamento tra ‘politica’ e ‘cultura’, il dibattito di Matera abbia
fatto avanzare “d’un bel passo” l’indagine critica sull’opera di Scotellaro
come poeta e come rilevatore di biografie contadine.
Il dibattito
di Matera si intreccia naturalmente con le più ampie discussioni allora in
corso sul tema (e l’ideologia) della ‘civiltà contadina’, così strettamente
collegato con “Cristo si è fermato ad Eboli” (e gli altri lavori di Carlo
Levi), e con “Contadini del Sud” o più in generale con l’opera poetica di
Scotellaro.
·
Alcuni degli
scritti più sopra menzionati sono stati ristampati (con criteri di scelta e di
ordinamento non sempre chiarissimi) nel volume Omaggio a Scotellaro (Lacaita editore, Manduria, 1974) a cura di
Leonardo Mancino; alle pp. 797-815 il volume contiene un’ampia bibliografia
cronologica curata da Franco Vitelli.
·
- estratto redazionale #SubalternStudiesItalia da Alberto Mario Cirese, Intellettuali,
folklore, istinto di classe - Note su Verga, Deledda, Scotellaro, Gramsci, Einaudi, 1976, pp. 139-141
Cfr. anche Alberto Mario Cirese, Per Rocco Scotellaro: letizia, malinconia e indignazione retrospettiva,
scritto per gli “Annali di San Michele”, nr. 18, 2005, pp. 201-233
http://www.etesta.it/materiali/2018_2019_amc_SCOTELLARO2005.pdf
In questo
scritto, in cui Cirese intreccia molti ricordi personali, sono esplicitati
numerosi particolari sulle 'stroncature' del critico letterario del PCI Carlo
Muscetta (il più critico, insieme al posteriore Alberto Asor Rosa, dell'opera del
poeta e intellettuale di Tricarico, con stile alquanto altezzoso, molto più
dello stesso Alicata, che a Matera ebbe modo di chiarire la sua posizione
politico-culturale con toni di profondo rispetto) e sul controverso rapporto
con Ernesto de Martino, sebbene nel suo scritto documentato, minuzie (o che
appaiono tali) diventano troppo giganti e 'dietrologiche'. Sicchè bisognerebbe
rendere contestuale il rapporto fra lo stesso Cirese e l'etnologo napoletano.
Panzieri-Scotellaro,
‘Mondo Operaio’ nr. 4 del 19 febbraio 1955 sul convegno di Matera del 6
febbraio estratto - - -
CONTADINI come SOGGETTO CULTURALE e POLITICO / l’autonomia e la “rabbia appassionata” tit. #SubalternStudiesItalia
- Nello
sforzo di avvicinare ed esprimere il momento drammatico della rottura con il
passato ed il risveglio alla storia nazionale e alla lotta del mondo contadino,
gli intellettuali recano un contributo decisivo alla formazione della cultura
nazionale. In questa consapevole tendenza, attraverso e al di là delle
inevitabili incertezze, è la lezione esemplare dell’opera di Rocco Scotellaro.
Nel moto di
rinascita mutano dunque profondamente i rapporti tradizionali tra contadini e
intellettuali.
Dietro la
«rabbia appassionata» dei contadini oppressi del Sud nei confronti degli
intellettuali di cui parlava Gramsci, in particolare nei confronti della
piccola borghesia intellettuale del Mezzogiorno c’era il «mistero» della
cultura come strumento indispensabile ed inaccettabile di vita e di oppressione
insieme. Ma sempre in. questa «rabbia appassionata » c’è stata l’aspirazione
alla conquista della cultura, della autonomia. Questa conquista diviene
possibile nel momento in cui presso le masse contadine si forma la coscienza
precisa dei loro problemi e delle loro rivendicazioni, in cui cioè questi
problemi vengono da esse riconosciuti nel loro valore obiettivo e collettivo e
nel nesso con le altre questioni del Paese.
Questo
riconoscimento positivo, questo inserimento della vita e delle esigenze del
mondo contadino nella società nazionale, è per le masse rurali conquista, certo
faticosa, di una propria nuova autonomia e con essa trasformazione della
«rabbia appassionata» verso la cultura in rivendicazione e amore positivo di
cultura. (..)
I contadini
del Sud — è stato detto a Matera ed è stato dimostrato dalla profonda serietà
dell’incontro tra contadini e intellettuali — sono forza matura e capace ormai
di far propria e di sostenere questa lotta, con lo slancio e il disinteresse
insieme che essa richiede. Le masse meridionali sanno ormai che l’affermazione
della loro autonomia può e deve anche realizzarsi in forme precise e sempre più
mature nella difesa e nello sviluppo della cultura, sostanza ed arma della loro
richiesta di libertà.
Raniero
Panzieri (e Pietro Nenni)
Tag.: #RoccoScotellaro #RanieroPanzieri
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