L'Unità,
25 settembre 1979
- Il 24 settembre 1979
Prospero Gallinari, uno dei più importanti dirigenti delle BR, di estrazione
contadina come il partigiano Luigi Longo, da cui aveva mutuato il nome di
battaglia di ‘Gallo’, venne sorpreso dalla pattuglia di polizia della volante
"Falco 8", allertata da una telefonata anonima della presenza di
alcuni giovani in via Vetulonia, quartiere Appio Metronio, che apparentemente
stavano agendo con fare sospetto intorno a una macchina. Gallinari era
impegnato, insieme con altri militanti, a cambiare la targa di un'Alfa Romeo
Giulia blu da utilizzare per un'azione già pianificata per rapinare il
Ministero dei Trasporti. Il brigatista aprì immediatamente il fuoco con la sua
pistola contro gli agenti e ne seguì una violenta sparatoria, ma dopo aver
esaurito un caricatore venne gravemente ferito alla testa e arrestato; due
altri militanti riuscirono a fuggire, mentre la brigatista Mara Nanni venne
catturata dopo un drammatico inseguimento. - - -
Mara
Nanni, l’”altra Mara” delle BR, è morta il 13 novembre 2022. Ci ha lasciato
alcune memorie, importanti quelle in Stefano Pierpaolo - Mara Nanni, “E
allora?“, Edizioni Interculturali Uno, 2002. A sua volta questo testo ha
ispirato una graphic novel di Paolo Cossi, “La storia di Mara”, Lavieri, 2006. Memorie importanti per
comprendere direttamente alcuni percorsi politici di ragazzi degli anni ‘70 che
hanno in seguito ripensato la loro esperienza, le emozioni ripercorse al suo
primo arresto nel ‘77, senza alcun capo di imputazione, per aver partecipato
alla manifestazione del 12 marzo. Una manifestazione snodo storico-politico
della vicenda storica degli anni 70 in Italia. Come quella in precedenza degli
scontri per l’occupazione di case a San Basilio a Roma l’8 settembre 1974.+ È
ora di scrivere la storia dalle fonti dirette, quando ci sono, senza
mediazioni. /
San
Basilio; Roma; 8 settembre 1974 - foto Tano D'Amico
«La fase storica che ha
caratterizzato il movimento degli anni ’60 e ’70 era impregnata di una forte
connotazione ideologica. L’aspirazione collettiva era, pur se con metodologie
diverse, cementata dalla comune adesione ai principi marxisti. L’esempio che ci
proveniva dal Vietnam dalla Cina da Cuba era il punto di riferimento
generazionale, pur essendo oggetto di una analisi che ne sopravvalutava il
ruolo. La mancanza di un pensare collettivo, di una visione della vita basata
sulla solidarietà fra persone dello stesso paese e non solo, sono ormai assenti
da molto tempo, a prescindere dai contenuti ideologici di allora, nella cultura
occidentale. I movimenti che attraversano questa fase, oltre ad essere privi di
una visione ideologica e politica omogenea, fanno i conti con una società in
cui trionfa l’individualismo e la passività culturale. L’interpretazione
utopistica che del marxismo ha avuto il movimento degli anni ’60 ’70 ha
prodotto sì dei danni gravissimi, ma l’assenza dei valori di riferimento e la
confusione ideologica potrebbero comunque produrne di ulteriori».
Mara Nanni,
https://vertigine.wordpress.com/2007/01/22/intervista-a-mara-nanni/
Bibliografia minima Mara
Nanni - Stefano Pierpaolo - Mara Nanni, E
allora?, Edizioni Interculturali Uno, 2002.
scheda - Il testo è un
romanzo verità sulla vicenda umana di una ex brigatista rossa, Mara Nanni. Il
libro racconta la ribellione, gli arresti, la clandestinità, l'esperienza della
detenzione dopo undici mesi di militanza nelle BR, il coinvolgimento e il sentimento
di una militanza che, a poco a poco, si svuota del suo senso.
- Paolo Cossi, La storia di Mara, graphic novel,
Lavieri, 2006
Dalla quarta di copertina
Gli anni ’70, gli "anni
difficili" della storia italiana. Il terrorismo. La quotidianità, assurda
e banale, celata dietro le Brigate Rosse. La vita e le scelte della giovane
Mara Nanni. La storia vera di una vita difficile raccontata attraverso il
tratto lieve ed evocativo di Paolo Cossi. Nel 1978 Mara Nanni sceglie di far
parte delle Brigate Rosse. Arrestata il 24 settebre 1979, nel 1981 (primo
processo Moro) viene condannata ad un ergastolo, trenta anni di reclusione e un
anno di isolamento diurno. Nei successivi gradi di giudizio la pena viene
ridotta prima a ventisei anni e poi a quindici anni. Nel 1994 termina il suo
periodo di detenzione ma la sua esperienza, e qualche fantasma, restano. Quanto
qui narrato è un'altra storia...
Morta Mara Nanni: il ricordo
di Alessandro Padula
https://www.ugomariatassinari.it/mara-nanni-padula/
Troviamo bellissima
questa foto con il suo bambino, della Mara, la Nanni, l’altra Mara delle BR.
Che prima di morire ha lasciato qualche traccia ”non in elenco”, che va
scandagliata e analizzata come fonte diretta per lo ‘storico integrale’
MEMORIA
Molte
delle cose che ho fatto erano scelte determinate dallo spirito di quei tempi e
dal coinvolgimento in un movimento giovanile che aspirava a trasformare il
mondo, spesso seguendo analisi teoriche che in seguito si sono rivelate
erronee. Alcune trasformazioni della cultura del costume e della società sono
state senza dubbio positive, gli anni’70 non sono stati solo anni di violenza
politica ma anche anni di creatività e di evoluzione, ma è vero anche che in
quella fase storica in molti abbiamo seguito un’utopia che non ha portato
risultati positivi né a noi né agli altri. È indubbio che la scelta della lotta
armata mi appare oggi come completamente avulsa dalla storia e controproducente
per tutti coloro ai quali doveva portare dei risultati positivi.
dall'intervista di Rossano
Astremo, Vertigine.com. cit.
SCHIAVETTONI
Mara Nanni (2.)
Portata nel cortile, le
vennero infilate le braccia negli schiavettoni e fu fatta salire nel cellulare
per una destinazione che non conosceva.
Per la prima volta nella sua
vita, conosceva l’umiliazione dei chiavistelli e della catena. Trascinata sul
pulmino scuro come una belva con un guinzaglio di anelli d’acciaio, le parve
d’un tratto tutto ancora più confuso. Più spietatamente disumano. Nel buio del
cellulare non riuscì nè a muoversi, nè a staccare lo sguardo da un punto
indefinito che fissava pensando. Ma ogni pensiero le sfuggiva di mano e spariva
nel nulla senza lasciare alcun segno di sè. Tutto si allontanava dal suo corpo
e dalle sue emozioni. Le ultime immagini che le vennero in mente, furono le
prime a scomparire nel pozzo nero che stava ingoiando tutto. Poi, velocemente,
ogni cosa le potesse appartenere, veniva risucchiata e poi svaniva. Mara non
riusciva a percepire se fosse lei a staccarsi dal resto, o se fosse il mondo
che la stava abbandonando definitivamente.
Il panico la paralizzò. Lei
affogò in un rosso lancinante di paura e solitudine. Nel momento stesso in cui
stava per uscire l’urlo che forse l’avrebbe liberata, il furgone arrestò la sua
marcia. Il rumore dei cancelli le trasmisero chiaro il messaggio che era appena
entrata in un nuovo carcere.
- Il ricordo e le sensazioni
sono di Mara Nanni, nel trasferimento dal carcere di Rebibbia a quello di
Latina. Arrestata in seguito alla manifestazione degli autonomi e del
“movimento” del 12 marzo 1977 a Roma, fu torturata e reclusa. Le sue
ricostruzioni in Stefano Pierpaoli - Mara Nanni, op.cit., pp. 41-42.
a cura di Ferdinando Dubla
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