Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

Powered By Blogger

giovedì 8 febbraio 2024

L’ALTRA MARA (1.Intro)

 



L'Unità, 25 settembre 1979


- Il 24 settembre 1979 Prospero Gallinari, uno dei più importanti dirigenti delle BR, di estrazione contadina come il partigiano Luigi Longo, da cui aveva mutuato il nome di battaglia di ‘Gallo’, venne sorpreso dalla pattuglia di polizia della volante "Falco 8", allertata da una telefonata anonima della presenza di alcuni giovani in via Vetulonia, quartiere Appio Metronio, che apparentemente stavano agendo con fare sospetto intorno a una macchina. Gallinari era impegnato, insieme con altri militanti, a cambiare la targa di un'Alfa Romeo Giulia blu da utilizzare per un'azione già pianificata per rapinare il Ministero dei Trasporti. Il brigatista aprì immediatamente il fuoco con la sua pistola contro gli agenti e ne seguì una violenta sparatoria, ma dopo aver esaurito un caricatore venne gravemente ferito alla testa e arrestato; due altri militanti riuscirono a fuggire, mentre la brigatista Mara Nanni venne catturata dopo un drammatico inseguimento. - - -

Mara Nanni, l’”altra Mara” delle BR, è morta il 13 novembre 2022. Ci ha lasciato alcune memorie, importanti quelle in Stefano Pierpaolo - Mara Nanni, “E allora?“, Edizioni Interculturali Uno, 2002. A sua volta questo testo ha ispirato una graphic novel di Paolo Cossi, “La storia di Mara”,  Lavieri, 2006. Memorie importanti per comprendere direttamente alcuni percorsi politici di ragazzi degli anni ‘70 che hanno in seguito ripensato la loro esperienza, le emozioni ripercorse al suo primo arresto nel ‘77, senza alcun capo di imputazione, per aver partecipato alla manifestazione del 12 marzo. Una manifestazione snodo storico-politico della vicenda storica degli anni 70 in Italia. Come quella in precedenza degli scontri per l’occupazione di case a San Basilio a Roma l’8 settembre 1974.+ È ora di scrivere la storia dalle fonti dirette, quando ci sono, senza mediazioni. /







San Basilio; Roma; 8 settembre 1974 - foto Tano D'Amico


«La fase storica che ha caratterizzato il movimento degli anni ’60 e ’70 era impregnata di una forte connotazione ideologica. L’aspirazione collettiva era, pur se con metodologie diverse, cementata dalla comune adesione ai principi marxisti. L’esempio che ci proveniva dal Vietnam dalla Cina da Cuba era il punto di riferimento generazionale, pur essendo oggetto di una analisi che ne sopravvalutava il ruolo. La mancanza di un pensare collettivo, di una visione della vita basata sulla solidarietà fra persone dello stesso paese e non solo, sono ormai assenti da molto tempo, a prescindere dai contenuti ideologici di allora, nella cultura occidentale. I movimenti che attraversano questa fase, oltre ad essere privi di una visione ideologica e politica omogenea, fanno i conti con una società in cui trionfa l’individualismo e la passività culturale. L’interpretazione utopistica che del marxismo ha avuto il movimento degli anni ’60 ’70 ha prodotto sì dei danni gravissimi, ma l’assenza dei valori di riferimento e la confusione ideologica potrebbero comunque produrne di ulteriori».

Mara Nanni,

https://vertigine.wordpress.com/2007/01/22/intervista-a-mara-nanni/

Bibliografia minima Mara Nanni - Stefano Pierpaolo - Mara Nanni, E allora?, Edizioni Interculturali Uno, 2002.

scheda - Il testo è un romanzo verità sulla vicenda umana di una ex brigatista rossa, Mara Nanni. Il libro racconta la ribellione, gli arresti, la clandestinità, l'esperienza della detenzione dopo undici mesi di militanza nelle BR, il coinvolgimento e il sentimento di una militanza che, a poco a poco, si svuota del suo senso.

- Paolo Cossi, La storia di Mara, graphic novel, Lavieri, 2006

Dalla quarta di copertina

Gli anni ’70, gli "anni difficili" della storia italiana. Il terrorismo. La quotidianità, assurda e banale, celata dietro le Brigate Rosse. La vita e le scelte della giovane Mara Nanni. La storia vera di una vita difficile raccontata attraverso il tratto lieve ed evocativo di Paolo Cossi. Nel 1978 Mara Nanni sceglie di far parte delle Brigate Rosse. Arrestata il 24 settebre 1979, nel 1981 (primo processo Moro) viene condannata ad un ergastolo, trenta anni di reclusione e un anno di isolamento diurno. Nei successivi gradi di giudizio la pena viene ridotta prima a ventisei anni e poi a quindici anni. Nel 1994 termina il suo periodo di detenzione ma la sua esperienza, e qualche fantasma, restano. Quanto qui narrato è un'altra storia...

Morta Mara Nanni: il ricordo di Alessandro Padula

https://www.ugomariatassinari.it/mara-nanni-padula/



Troviamo bellissima questa foto con il suo bambino, della Mara, la Nanni, l’altra Mara delle BR. Che prima di morire ha lasciato qualche traccia ”non in elenco”, che va scandagliata e analizzata come fonte diretta per lo ‘storico integrale’


MEMORIA

Molte delle cose che ho fatto erano scelte determinate dallo spirito di quei tempi e dal coinvolgimento in un movimento giovanile che aspirava a trasformare il mondo, spesso seguendo analisi teoriche che in seguito si sono rivelate erronee. Alcune trasformazioni della cultura del costume e della società sono state senza dubbio positive, gli anni’70 non sono stati solo anni di violenza politica ma anche anni di creatività e di evoluzione, ma è vero anche che in quella fase storica in molti abbiamo seguito un’utopia che non ha portato risultati positivi né a noi né agli altri. È indubbio che la scelta della lotta armata mi appare oggi come completamente avulsa dalla storia e controproducente per tutti coloro ai quali doveva portare dei risultati positivi.

dall'intervista di Rossano Astremo, Vertigine.com. cit.

 

SCHIAVETTONI

Mara Nanni (2.)

Portata nel cortile, le vennero infilate le braccia negli schiavettoni e fu fatta salire nel cellulare per una destinazione che non conosceva.

Per la prima volta nella sua vita, conosceva l’umiliazione dei chiavistelli e della catena. Trascinata sul pulmino scuro come una belva con un guinzaglio di anelli d’acciaio, le parve d’un tratto tutto ancora più confuso. Più spietatamente disumano. Nel buio del cellulare non riuscì nè a muoversi, nè a staccare lo sguardo da un punto indefinito che fissava pensando. Ma ogni pensiero le sfuggiva di mano e spariva nel nulla senza lasciare alcun segno di sè. Tutto si allontanava dal suo corpo e dalle sue emozioni. Le ultime immagini che le vennero in mente, furono le prime a scomparire nel pozzo nero che stava ingoiando tutto. Poi, velocemente, ogni cosa le potesse appartenere, veniva risucchiata e poi svaniva. Mara non riusciva a percepire se fosse lei a staccarsi dal resto, o se fosse il mondo che la stava abbandonando definitivamente.

Il panico la paralizzò. Lei affogò in un rosso lancinante di paura e solitudine. Nel momento stesso in cui stava per uscire l’urlo che forse l’avrebbe liberata, il furgone arrestò la sua marcia. Il rumore dei cancelli le trasmisero chiaro il messaggio che era appena entrata in un nuovo carcere.

- Il ricordo e le sensazioni sono di Mara Nanni, nel trasferimento dal carcere di Rebibbia a quello di Latina. Arrestata in seguito alla manifestazione degli autonomi e del “movimento” del 12 marzo 1977 a Roma, fu torturata e reclusa. Le sue ricostruzioni in Stefano Pierpaoli - Mara Nanni, op.cit., pp. 41-42.

 

a cura di Ferdinando Dubla

 

#subalternstudiesitalia #inchiestasociale #alidipiomboinoccidente








Nessun commento:

Posta un commento