Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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lunedì 29 gennaio 2024

FENDO I CIELI E ALL'INFINITO M'ERGO - Giordano Bruno nella terra del 'rimosso'

 



“Fendo i cieli e all’infinito m’ergo”.

Tra le tante date istituite dai poteri costituiti, alcune, come quella della memoria della Shoa, davvero meritorie, contro l’orrore di cui sono stati capaci i nazifascisti e i loro complici, altre un pò meno meritorie, ne manca una importante. Il 17 febbraio. In questa data nel 1600 viene arso al rogo in Campo dei Fiori a Roma Giordano Bruno, condannato alle fiamme, concrete ed anche eterne da quella fabbrica mortuaria che era il Tribunale dell’Inquisizione, santissimo e benedetto, si capisce. Latitante nella sua travagliata vita di irregolare, il Nolano era un filosofo visionario, un cantore in versi dell’infinito, con cui si congiungeva nei plurimi mondi attraverso un furore chiamato ‘eroico’. Il frate domenicano sfratellato  aveva trasformato “l’indiazione” dei mistici tardo antichi e alto medievali (la congiunzione con il dio) con la congiunzione con gli infiniti mondi che nell’universo costituivano paradossalmente il principio e la fine, cioè l’Uno, in una vertigine che la mente umana può solo intuire, non capire. Come in una matematica cosmica, l’Uno e l’infinito alfine coincidono e solo la magica filosofia può cogliere questa unione.

Fra i tanti giorni dedicati a x o y, questo al libero pensiero non è mai stato istituito. Ma lo istituiremo noi, insieme ai liberi pensatori e irregolari di tutto il mondo. In scrittura creativa collettiva è la piéce teatrante di strada “Fendo i cieli e all’infinito m’ergo”, che si conclude con una danza intorno al fuoco come da spirito demartiniano magico (Bruno era considerato anche tale e fu consegnato ai sacri Uffizi della Chiesa da un infame delatore deluso dai suoi poteri magici), una tarantinata altosalentina di furore eroico, che ricorda un ‘sabba’(o akelarre in basco) cioè un convegno di streghe in presenza del demonio (un capro espiatorio già fauno nei boschi, una trasformazione del dio Pan) che, insieme ai culti dionisiaci, durante il quale venivano compiute pratiche magiche, orge diaboliche e riti blasfemi, sono la base del rito delle tarantate studiato da Ernesto de Martino ne ‘La terra del rimorso’. Ma noi siamo anche la terra del ‘rimosso’, irregolari per antonomasia, i quali, si sa, una volta unitisi, volgono la loro anima al diavolo, in crateri oscuri ove rilucono solo le fiamme dell’infinito di Giordano Bruno.

 

UN PENSIERO MAGICO in una SCRITTURA IN VERSI

In Bruno, ‘lirismo’ e filosofia sono uniti in modo olistico da quello che lui chiama ”l’eroico furore”. Per entrare nel suo mondo, anzi, nei mondi del Nolano, bisogna farsi trasportare da questo furore. Il suo è effettivamente un pensiero magico. In che senso? Non solo nel senso tipicamente rinascimentale, che è il suo tempo storico, ma nel senso stupefacente dell’intuizione irriducibile alla ratio comune dell’intelletto. Non c’è dunque una ‘spiegazione’ da cercare a da trovare nell’universo, ma è la pluralità degli universi che rende la ‘spiegazione’ del principio unica, cioè l’infinito, la stessa infinità dei mondi. Non c’è più contraddizione tra l’Uno e la molteplicità. La vertigine del sentire al proprio interno la ricomposizione del cosmo, è possibile solo con la poesia e la filosofia unite dai concetti che esprimono l’inesprimibile. /

Impegnati in una scrittura rappresentativa per il rogo di Giordano Bruno da ricordare ogni 17 febbraio, è necessario inserire una tarantinata altosalentina di furore eroico, danza terapeutica base del rito delle tarantate.

TUTTO è INFINITO, la natura è infinito, e nel pensiero dell'anima, il furore eroico, l’uomo è l’infinito che assurge all’infinità del mondo (fe.d.)

 

LA PRIGIONE È LA TUA MENTE

 

“Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo”.

Giordano Bruno, De l’infinito, universo e mondi, Dialogo terzo

 

E chi mi impenna, e chi mi scalda il core? | Chi non mi fa temer fortuna o morte? | Chi le catene ruppe e quelle porte, | Onde rari son sciolti ed escon fore? | L'etadi, gli anni, i mesi, i giorni e l'ore | Figlie ed armi del tempo, e quella corte | A cui né ferro, né diamante è forte, | Assicurato m'han dal suo furore. | Quindi l'ali sicure a l'aria porgo; | Né temo intoppo di cristallo o vetro, | Ma fendo i cieli e a l'infinito m'ergo. | E mentre dal mio globo a gli altri sorgo, | E per l'eterio campo oltre penetro: | Quel ch'altri lungi vede, lascio al tergo. (dall'epistola, De infinito, universo e mondi

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Chi mi fa sognare, e chi mi scalda il cuore? / Chi non mi fa temere né il destino né la morte? / chi riuscì a rompere le catene e aprir le porte/ da cui pure assai rari son liberati o escon fuori? / Le epoche, anni giorni ed ore, le figlie e le armi del tempo, questo mi ha assicurato dal furor di quella corte/ a cui non resiste né ferro né diamante/ Quindi io porgo all’aria ali sicure/ né temo intoppi di cristallo o vetro, / Ma fendo i cieli e mi ergo nell’ infinito./ E mentre dal mio mondo altri ne vedo sorgere,/ per l’etereo spazio penetro oltre: / e lascio dietro di me / chi mi vede da lontano / 

G.Bruno, De l'infinito, universo e mondi

[traslitterazione ferdinando dubla]

 - Così si esprime Giordano Bruno in uno dei tre sonetti premessi al dialogo italiano De infinito, universo e mondi del 1584.

 

Tu mi fai sognare, tu mi scaldi il cuore. Permetti alla tua mente di volare, non tarpare le ali alla tua mente, così poi si aprirà anche il tuo cuore. Lasciamo dietro di noi chi ci vede, ma da troppo lontano. Fendi i cieli, vola nell’infinito. L’eroico furore io lo conosco, penso per amare, amo per volare. Solo chi non conosce l’animo tuo, può non volare. (fe.d.)

 

“Mentre mi sollevo da questo mondo verso altri lucenti e percorro da ogni parte l'etereo spazio, lascio dietro le spalle, lontano, lo stupore degli attoniti.”, De immenso, 1591

 

In preparazione della serata “Fendo i cieli e all’infinito m’ergo” dedicata a Giordano Bruno il 17 febbraio prossimo ogni 17 febbraio.

a cura di Ferdinando Dubla





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