Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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martedì 14 dicembre 2021

PARTITO e SUBALTERNI, secondo GRAMSCI

 

di Tito Marci

 

Sul piano ‘sovrastrutturale’ e culturale, l’elemento intellettuale (centralizzato nella funzione organizzativa e direttiva del partito) assume un ruolo di primaria importanza in quanto momento fondamentale di un processo rivoluzionario tendente a realizzare un nuovo ordine morale e sociale secondo una concezione umanistica della storia. +

+ Tale processo si compie, dunque, quando la classe subalterna, superata la sua condizione, si fa Stato. E tale è il risultato di un percorso che ha nel partito il proprio perno, e nel rovesciamento dell’egemonia nella società civile e dei rapporti di forza nella società politica la via che conduce a un nuovo Stato. Gramsci, in effetti, elaborava il concetto di ‘egemonia’ in rapporto con quello leninista di ‘dittatura del proletariato’, ma lo estendeva non solo alle funzioni di dominio, ma anche a quelle di educazione e direzione. Nel corso del processo dialettico di autoemancipazione, il proletariato prende coscienza di se stesso come ‘classe per sé‘: diventa egemone elaborando un proprio punto di vista (una propria filosofia: il marxismo) quale critica della visione del mondo borghese. Nel passaggio dallo stato di ‘classe subalterna’ e di gruppo disorganico a quello di ‘classe egemone’, si distingue, dunque, il significato politico del concetto di ‘egemonia’ in quanto funzione organizzativa, nella misura in cui il proletariato può diventare egemone soltanto attraverso l’organizzazione di un partito e conquistare, in tal modo, il ‘consenso attivo’ delle masse. Su questo piano Gramsci cercava di dimostrare che l’egemonia agisce prima della fase propriamente rivoluzionaria della conquista della ‘società politica’ (della presa del potere dello Stato), definendola come fase rivoluzionaria sovrastrutturale, ovvero, diretta alla conquista della società civile (in quanto sfera ideologica dello Stato). Attraverso questo processo, il proletariato, affermandosi come portatore di un proprio ordine e di una propria visione del mondo capace di elevarsi a valore universale, sarebbe riuscito ad assumere la direzione morale e culturale della società. Ponendo un rapporto dialettico tra dominazione e direzione, ovvero un legame organico tra struttura e sovrastruttura, Gramsci metteva in evidenza come l’egemonia non fosse soltanto semplice coercizione, priva di efficacia politico-morale, ma “direzione cosciente” del proletariato organizzato in partito, ovvero, “direzione intellettuale e morale” capace di fondare una nuova civiltà.

da Tito Marci, Su alcuni sviluppi del concetto di "Società politica”: Uno sguardo ai Subaltern Studies, in Sociologia, rivista quadrimestrale di scienze storiche e sociali: XLX, 2, 2016, pp.45/46.

Su Tito Marci, la rivista Sociologia e il saggio in questione vedi post del 18 agosto 2021 in

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