giovedì 28 ottobre 2010
l’ANM sulla vicenda Sarah Scazzi
Riproduco comunicato dell' Associazione Nazionale Magistrati - Sottosezione di Taranto sui riflessi mediatici dell' omicidio di Sarah Scazzi.
L'associazione "Libera" condivide pienamente il comunicato e ritiene doveroso portarlo a conoscenza dei suoi soci.
La sottosezione di Taranto dell’Associazione Nazionale Magistrati, in relazione ai recenti avvenimenti relativi alla diffusione mediatica degli esiti delle indagini nel procedimento penale concernente l’omicidio in danno di Sarah Scazzi, intende affermare con la massima chiarezza i seguenti principi.
L’esercizio del diritto di cronaca giudiziaria e della libertà di informazione costituisce momento essenziale ed imprescindibile della vita democratica.
Tuttavia, esso deve svolgersi nell’assoluto rispetto della legge, della memoria delle vittime, della dignità degli imputati, della presunzione costituzionale di non colpevolezza e della riservatezza di tutti i soggetti coinvolti.
Appare evidente agli occhi di tutti come ciò non stia accadendo nella vicenda in esame; in particolare, desta stupore e preoccupazione l’avvenuta pubblicazione, su numerosi quotidiani locali e nazionali, degli originali del decreto di fermo di un’indagata e della successiva ordinanza di custodia cautelare, ed ancor più sconcertante appare l’avvenuta messa in onda, in numerose trasmissioni televisive e vari telegiornali nazionali, addirittura dell’audio degli interrogatori degli indagati.
Va ricordato a questo proposito che tali atti, pur essendo stati doverosamente messi a disposizione delle parti dall’autorità giudiziaria (in base all’art. 116 del codice di procedura penale), in quanto non più coperti dal segreto investigativo, e pur potendo essere descritti indirettamente nel loro contenuto, non potevano essere pubblicati nella loro veste originale, né integralmente né parzialmente, a mezzo televisione, carta stampata o siti Internet, né tantomeno poteva essere data diffusione alle registrazioni audio degli interrogatori.
È utile evidenziare che tutto ciò sta avvenendo in aperta violazione di norme già esistenti, essendo espressamente vietato dall’art. 114 del codice di procedura penale ed integrando specifica ipotesi di reato (art. 684 codice penale), oltre a costituire illecito disciplinare; ma, soprattutto, non appare in alcun modo funzionale ad un corretto esercizio del diritto di cronaca giudiziaria, nulla aggiungendo ad un esaustivo resoconto dello svolgimento delle indagini, sembrando invece voler soltanto solleticare un senso di morbosa curiosità nella pubblica opinione.
L’ANM, nell’esprimere il proprio apprezzamento per l’equilibrio e la riservatezza dimostrati dai magistrati degli uffici giudiziari di Taranto, auspica che altrettanto facciano tutti gli altri soggetti partecipi del procedimento o chiamati a renderne notizia, ripristinando un clima di doverosa sobrietà, serietà e rispetto della legge, a garanzia degli importantissimi valori sopra enunciati.
Il Presidente Il Segretario
Dr. Maurizio Carbone Dr. Pompeo Carriere
Taranto, 26.10.2010
L'associazione "Libera" condivide pienamente il comunicato e ritiene doveroso portarlo a conoscenza dei suoi soci.
La sottosezione di Taranto dell’Associazione Nazionale Magistrati, in relazione ai recenti avvenimenti relativi alla diffusione mediatica degli esiti delle indagini nel procedimento penale concernente l’omicidio in danno di Sarah Scazzi, intende affermare con la massima chiarezza i seguenti principi.
L’esercizio del diritto di cronaca giudiziaria e della libertà di informazione costituisce momento essenziale ed imprescindibile della vita democratica.
Tuttavia, esso deve svolgersi nell’assoluto rispetto della legge, della memoria delle vittime, della dignità degli imputati, della presunzione costituzionale di non colpevolezza e della riservatezza di tutti i soggetti coinvolti.
Appare evidente agli occhi di tutti come ciò non stia accadendo nella vicenda in esame; in particolare, desta stupore e preoccupazione l’avvenuta pubblicazione, su numerosi quotidiani locali e nazionali, degli originali del decreto di fermo di un’indagata e della successiva ordinanza di custodia cautelare, ed ancor più sconcertante appare l’avvenuta messa in onda, in numerose trasmissioni televisive e vari telegiornali nazionali, addirittura dell’audio degli interrogatori degli indagati.
Va ricordato a questo proposito che tali atti, pur essendo stati doverosamente messi a disposizione delle parti dall’autorità giudiziaria (in base all’art. 116 del codice di procedura penale), in quanto non più coperti dal segreto investigativo, e pur potendo essere descritti indirettamente nel loro contenuto, non potevano essere pubblicati nella loro veste originale, né integralmente né parzialmente, a mezzo televisione, carta stampata o siti Internet, né tantomeno poteva essere data diffusione alle registrazioni audio degli interrogatori.
È utile evidenziare che tutto ciò sta avvenendo in aperta violazione di norme già esistenti, essendo espressamente vietato dall’art. 114 del codice di procedura penale ed integrando specifica ipotesi di reato (art. 684 codice penale), oltre a costituire illecito disciplinare; ma, soprattutto, non appare in alcun modo funzionale ad un corretto esercizio del diritto di cronaca giudiziaria, nulla aggiungendo ad un esaustivo resoconto dello svolgimento delle indagini, sembrando invece voler soltanto solleticare un senso di morbosa curiosità nella pubblica opinione.
L’ANM, nell’esprimere il proprio apprezzamento per l’equilibrio e la riservatezza dimostrati dai magistrati degli uffici giudiziari di Taranto, auspica che altrettanto facciano tutti gli altri soggetti partecipi del procedimento o chiamati a renderne notizia, ripristinando un clima di doverosa sobrietà, serietà e rispetto della legge, a garanzia degli importantissimi valori sopra enunciati.
Il Presidente Il Segretario
Dr. Maurizio Carbone Dr. Pompeo Carriere
Taranto, 26.10.2010
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