Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 30 settembre 2022

L'ETICA di EPICURO, filosofo 'subalternista'

 

Serata seminariale al Circolo Cittadino di Manduria della Scuola di Filosofia “Giulio Cesare Vanini”. 27.09.2022 

I GRANDI MESSAGGI MORALI E MODELLI ETICI DEL PENSIERO ANTICO

·        -  Report

·         - Gli schiavi nel Giardino epicureo e il 'lathe biosas'

·         - Etica epicurea

·         - Caro Lucrezio, Lucrezio Caro

Relazioni

- prof. Enzo Caprino: I messaggi morali di Socrate, Platone e Aristotele

- prof. Ferdinando Dubla: I messaggi morali dell’età ellenistica.

 

Report

 

“I principi dell’Etica a Nicomaco di Aristotele coincidono con la vita attiva dell’impegno per la polis, dell’essere umano come ‘animale politico’, cioè sociale in quanto organizzatore della vita collettiva”, dalla relazione del prof. Enzo Caprino.

“Epicuro rappresenta la crisi dell’assolutizzazione delle categorie morali dominanti e con gli epicurei inizia la nuova era dell’ellenismo; la dannazione che già nella figura di Lucrezio Caro è presente, si acuirà con l’avvento del cristianesimo. L’etica universalistica toglierà spazio alla morale relativa, quella della felicità, della serenità, del benessere psico-fisico, della cooperazione e sostegno reciproci”, dalla comunicazione del prof. Ferdinando Dubla.

- Per strade diverse, i filosofi antichi sono alla ricerca della felicità (eudamonia) e del buon ordinamento della vita sociale.

 

- Studi subalterni e filosofia antica -

 

GLI SCHIAVI NEL GIARDINO EPICUREO e il ‘lathe biosas’

 

Nel ‘Giardino’ di Atene (e prima nelle scuole da lui fondate a Mitilene e Lampsaco) Epicuro (341-270 a.C.) accoglieva gli esclusi: le donne (tra cui la Leonzia presente nelle biografie del De mulieribus claris del Boccaccio) e gli schiavi, considerati, nella sua società, al pari degli animali da lavoro (concezione, questa, ben presente negli scritti di Aristotele). D’altra parte, omen nomen, il suo destino era iscritto nel nome: in greco antico, Ἐπίκουρος, Epíkouros, significa "alleato" o "compagno, soccorritore". In quanto al suo ‘lathe biosas’, il vivere nascosto, appartato, non sembra perorazione per un distacco aristocratico dalla partecipazione alla vita politica, della polìs, appunto, visto tra l’altro il suo appoggio non occulto al governo macedone e alle imprese di Alessandro, nè una sdegnosa indifferenza alle sorti collettive per una società giusta di liberi e uguali; semmai, seguendo lo splendido proemio al II libro del De rerum natura di Lucrezio, il non farsi trascinare nel vortice dei procellosi mari in cui vanamente si dibatte l’esistenza umana (vedi commento 1.) con i suoi dis/valori effimeri.

 

 

ETICA EPICUREA

È arduo estirpare la convinzione che epicureo non sia aggettivo che qualifica chi si dedichi esclusivamente ai piaceri in sè e per sè (semmai l’edonismo di matrice cirenaica, Aristippo, allievo di Socrate) ma il saggio che cerca non invano di praticare l’atarassia, l’assenza di turbamento, trovando in pace serenità e benessere psico-fisico. Il saggio ricerca il piacere catastematico, che è statico, cioè permanente, non soggetto al transeunte dell’eterna insoddisfazione una volta soddisfatti i bisogni fondamentali dell’essere umano. I piaceri della mente, soprattutto, gestiti con la sobrietà della ragione, quelli fisici essendo cinetici, dinamici, legati come sono agli istinti.

  • I tumulti dell’anima sono dovuti alle vicende esterne a sè, dunque si tratta di affrontarle ricercando l’equilibrio interiore.


Proprio perché il piacere è il nostro bene più importante ed innato, noi non cerchiamo qualsiasi piacere; ci sono casi in cui noi rinunciamo a molti piaceri se ce ne deriva un affanno. Inoltre consideriamo i dolori preferibili ai piaceri, quando da sofferenze a lungo sopportate ci deriva un piacere più elevato. Quando diciamo che il piacere è il nostro fine ultimo, noi non intendiamo con ciò i piaceri sfrenati, e nemmeno quelli che hanno a che fare con il godimento materiale, come dicono coloro che ignorano la nostra dottrina. La saggezza è principio di tutte le altre virtù e ci insegna che non si può essere felici, senza essere saggi, onesti e giusti. Le virtù in realtà sono un'unica cosa con la vita felice e questa è inseparabile da esse.

Epicuro, Lettera sulla felicità (a Meneceo), traduzione di Angelo Maria Pellegrino, Stampa alternativa, Milano 1992.

Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente e bene e giustamente senza anche vivere felicemente. A chi manchi ciò da cui deriva la possibilità di vivere saggiamente, bene, giustamente, manca anche la possibilità di una vita felice.

Epicuro, Massime Capitali, V, traduzione di Giulia Mancinelli, edizione digitale www.epicuro.org

In quanto all’amicizia, essa è il legame forte con cui si fraternizza intellettivamente, ricercando in comune la via della felicità collettiva.

“L'amicizia trascorre per la terra annunziando a tutti noi di destarci per darci gioia l'un con l'altro.”, Sentenze Vaticane, 52, Gnomologio Vaticano Epicureo (nel 1888, C. Wotke ritrovò, nel codice greco 1950 della Biblioteca Vaticana, 81 sentenze epicuree). L’oblìo a cui lo costrinse per tanti secoli l’accusa dei Padri della Chiesa dal II secolo, di eretico ateo e peccaminoso, senza etica, se non quella del piacere, e per cui il suo pensiero visse appartato, fu rotto solo dal filosofo Pierre Gassendi (1592-1655). E dalla forza della natura delle cose (‘de rerum natura’), naturalmente.

Vivere secondo natura e cultura, non con timori, ansie e paure.

 

a cura di Subaltern studies Italia

 

CARO LUCREZIO, LUCREZIO CARO 

È dolce, mentre nel grande mare i venti sconvolgono le acque,

guardare dalla terra la grande fatica di un altro;

non perché il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere,

ma perché è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune.

Dolce è anche contemplare grandi contese di guerra

apprestate nei campi senza che tu partecipi al pericolo.

Titus Lucretius Carus, incipit del libro II del "De rerum natura”

 

vedi in questo blog - La via della scienza e conoscenza e i valori effimeri (Lucrezio Caro)

http://ferdinandodubla.blogspot.com/2015/04/la-via-della-scienza-e-conoscenza-e-i.html

 

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i proff. Enzo Caprino (dx) e Ferdinando Dubla


Ferdinando Dubla_ Scuola di Filosofia "Giulio Cesare Vanini"- Manduria (TA)

Epicuro (341-270 a.C.)



 

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