Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

Powered By Blogger

martedì 16 maggio 2023

IL CONVEGNO DI MATERA DEL 6 FEBBRAIO 1955: ROCCO SCOTELLARO, INTELLETTUALE DEL MEZZOGIORNO

 

IL RAPPORTO TRA PANZIERI E SCOTELLARO


Non abbiamo aspettato gli anniversari: per noi studio e ricerca su Rocco Scotellaro, intellettuale meridionale ’organico’ alle classi subalterne, di tipo e impostazione gramsciani, è un impegno permanente. Ma anche quello su Raniero Panzieri, nel metodo e nel merito. Nel metodo dell’inchiesta sociale e la ricerca collettiva, la ‘conricerca’, con i soggetti stessi dell’indagine autori della propria storia fuori la mediazione delle classi dominanti e l’indispensabile aggiornamento sulla composizione di classe per la soggettività rivoluzionaria. Nel merito di una concezione di democrazia sociale integrale, diretta e rappresentativa insieme, a partire dai luoghi di lavoro, connettendosi al Gramsci consiliarista dell’Ordine Nuovo e oggi di estrema attualità come contrapposizione ai modelli imperialistici e nazionalisti. Dunque continueremo a offrirvi materiali storici crediamo indispensabili per continuare l’analisi subalternista. / fe.d.

 

- In qualità di responsabile della sezione stampa e propaganda del PSI, tra il settembre del 1954 e il febbraio del 1955, Raniero Panzieri organizza tre convegni: “Sulla difesa del cinema italiano” (Venezia), “Per la libertà della cultura” (Bologna) - entrambi nel settembre 1954 - “Rocco Scotellaro intellettuale del Mezzogiorno (Matera, 6 febbraio 1955), introdotto dalle relazioni di Carlo Levi, Franco Fortini, e concluso dallo stesso Panzieri che poi ne scrisse su ‘Mondo operaio’ in collaborazione con Pietro Nenni.

 

IL CONVEGNO DI MATERA DEL 6 FEBBRAIO 1955: ROCCO SCOTELLARO, INTELLETTUALE DEL MEZZOGIORNO

Promosso dal Partito Socialista Italiano in occasione del primo anniversario della morte.

A introduzione della discussione vi furono le relazioni di Vincenzo Milillo, “Vita di militante di Rocco Scotellaro”; Carlo Levi, “Cultura e contadini in Rocco Scotellaro”; Franco Fortini, La poesia di Rocco Scotellaro”, poi pubblicata nel volumetto dallo stesso titolo, Basilicata Editrice, Roma, 1974. Il programma prevedeva anche una relazione di Raniero Panzieri (“Scotellaro, gli intellettuali e la rinascita del Mezzogiorno”) che però rinunziò a svolgerla, ricomprendendola nelle sue conclusioni al Convegno. Alla presidenza era Tommaso Fiore. Come risulta dallo scritto di Giovanni Pirelli (“Il dibattito sull’opera di Rocco” in “Mondo operaio” nr.4 del 19 febbraio 1955, pp.4-6), nel corso della discussione presero la parola Luigi Anderlini, Carlo Muscetta, Vincenzo Tarricone, Muzio Mazzocchi Alemanni, Mario Alicata, i contadini Andrea Di Grazia (democristiano e protagonista di una delle biografie raccolte da Scotellaro) e Zazo (segretario della sezione socialista di Tricarico), A.M.Cirese. In occasione del Convegno venne organizzata a Matera una mostra di opere di Carlo Levi e Renato Guttuso, dedicate al Mezzogiorno; vennero proiettati anche il film “La terra trema” di Luchino Visconti, il documentario di Giulio Petroni sulla pittura di Guttuso e Levi, e quello di Carlo Lizzani, “Qualcosa è cambiato nel Mezzogiorno”.

Del Convegno non vennero pubblicati gli Atti; gli fu invece dedicato quasi per intero (pp.1-12 e 17-20) un fascicolo del quindicinale del PSI, “Mondo operaio” (VIII, nuova serie, nr.4, ivi). Il fascicolo contiene un lungo editoriale ( “Il meridionalismo di Scotellaro", pp.1-3) firmato M.O. ma scritto da Raniero Panzieri e comparso poi con la sua firma sull’”Avanti!” del 20 febbraio 1955.

 

- Il Convegno di Matera ebbe una certa risonanza sulla stampa nazionale e locale, di sinistra e di destra. Una lista delle cronache e dei commenti (non priva però di qualche lacuna) può ricavarsi dalla meritoria bibliografia scotellariana di Franco Vitelli, più avanti citata. Particolare segnalazione tra gli altri commenti merita quello di M. Alicata, Da Bologna a Matera: Lotte e idee nelle campagne ( prima in ‘Il Contemporaneo’, II, nr.8, 19 febbraio 1955, e poi nel volume dello stesso Alicata, La battaglia delle idee, Editori Riuniti, Roma 1968, pp.83-86), in cui si giudica che, in ragione del preciso collegamento tra ‘politica’ e ‘cultura’, il dibattito di Matera abbia fatto avanzare “d’un bel passo” l’indagine critica sull’opera di Scotellaro come poeta e come rilevatore di biografie contadine. 

Il dibattito di Matera si intreccia naturalmente con le più ampie discussioni allora in corso sul tema (e l’ideologia) della ‘civiltà contadina’, così strettamente collegato con “Cristo si è fermato ad Eboli” (e gli altri lavori di Carlo Levi), e con “Contadini del Sud” o più in generale con l’opera poetica di Scotellaro. 

·         Alcuni degli scritti più sopra menzionati sono stati ristampati (con criteri di scelta e di ordinamento non sempre chiarissimi) nel volume Omaggio a Scotellaro (Lacaita editore, Manduria, 1974) a cura di Leonardo Mancino; alle pp. 797-815 il volume contiene un’ampia bibliografia cronologica curata da Franco Vitelli. 

·          

 - estratto redazionale #SubalternStudiesItalia da Alberto Mario Cirese, Intellettuali, folklore, istinto di classe - Note su Verga, Deledda, Scotellaro, Gramsci, Einaudi, 1976, pp. 139-141

 

Cfr. anche Alberto Mario Cirese, Per Rocco Scotellaro: letizia, malinconia e indignazione retrospettiva, scritto per gli “Annali di San Michele”, nr. 18, 2005, pp. 201-233

http://www.etesta.it/materiali/2018_2019_amc_SCOTELLARO2005.pdf

In questo scritto, in cui Cirese intreccia molti ricordi personali, sono esplicitati numerosi particolari sulle 'stroncature' del critico letterario del PCI Carlo Muscetta (il più critico, insieme al posteriore Alberto Asor Rosa, dell'opera del poeta e intellettuale di Tricarico, con stile alquanto altezzoso, molto più dello stesso Alicata, che a Matera ebbe modo di chiarire la sua posizione politico-culturale con toni di profondo rispetto) e sul controverso rapporto con Ernesto de Martino, sebbene nel suo scritto documentato, minuzie (o che appaiono tali) diventano troppo giganti e 'dietrologiche'. Sicchè bisognerebbe rendere contestuale il rapporto fra lo stesso Cirese e l'etnologo napoletano.  

 

Panzieri-Scotellaro, ‘Mondo Operaio’ nr. 4 del 19 febbraio 1955 sul convegno di Matera del 6 febbraio estratto - - -

 


CONTADINI come SOGGETTO CULTURALE e POLITICO / l’autonomia e la “rabbia appassionata” tit. #SubalternStudiesItalia

 

- Nello sforzo di avvicinare ed esprimere il momento drammatico della rottura con il passato ed il risveglio alla storia nazionale e alla lotta del mondo contadino, gli intellettuali recano un contributo decisivo alla formazione della cultura nazionale. In questa consapevole tendenza, attraverso e al di là delle inevitabili incertezze, è la lezione esemplare dell’opera di Rocco Scotellaro.

Nel moto di rinascita mutano dunque profondamente i rapporti tradizionali tra contadini e intellettuali.

Dietro la «rabbia appassionata» dei contadini oppressi del Sud nei confronti degli intellettuali di cui parlava Gramsci, in particolare nei confronti della piccola borghesia intellettuale del Mezzogiorno c’era il «mistero» della cultura come strumento indispensabile ed inaccettabile di vita e di oppressione insieme. Ma sempre in. questa «rabbia appassionata » c’è stata l’aspirazione alla conquista della cultura, della autonomia. Questa conquista diviene possibile nel momento in cui presso le masse contadine si forma la coscienza precisa dei loro problemi e delle loro rivendicazioni, in cui cioè questi problemi vengono da esse riconosciuti nel loro valore obiettivo e collettivo e nel nesso con le altre questioni del Paese.

Questo riconoscimento positivo, questo inserimento della vita e delle esigenze del mondo contadino nella società nazionale, è per le masse rurali conquista, certo faticosa, di una propria nuova autonomia e con essa trasformazione della «rabbia appassionata» verso la cultura in rivendicazione e amore positivo di cultura. (..)

I contadini del Sud — è stato detto a Matera ed è stato dimostrato dalla profonda serietà dell’incontro tra contadini e intellettuali — sono forza matura e capace ormai di far propria e di sostenere questa lotta, con lo slancio e il disinteresse insieme che essa richiede. Le masse meridionali sanno ormai che l’affermazione della loro autonomia può e deve anche realizzarsi in forme precise e sempre più mature nella difesa e nello sviluppo della cultura, sostanza ed arma della loro richiesta di libertà.

Raniero Panzieri (e Pietro Nenni)

 

fonte: https://salvatoreloleggio.blogspot.com/2019/07/il-meridionalismo-di-scotellaro-pietro.html?fbclid=IwAR0OxD3TV55LPvwLGKbA8tuVUlm5SKz44iRTkgKPS0ex4kJd9EwEf2E90Xo

 




Tag.: #RoccoScotellaro #RanieroPanzieri

a cura di 





Nessun commento:

Posta un commento