mercoledì 23 giugno 2010
Pomigliano, il vero volto del capitale
Molti, ingenuamente, credono che la sparizione dei diritti e delle tutele dei lavoratori di Pomigliano, accettata sotto l’ignobile e spregevole ricatto della conservazione del posto di lavoro, possa rimanere un fatto “isolato”. Sbagliano e grossolanamente pure, forse ingannano anche loro stessi. Pomigliano è una prova di forza che mette a nudo il vero volto del capitale: un nuovo, moderno schiavismo per aumentare la produttività e massimizzare i profitti. Cercano naturalmente sponda nei deteriori luoghi comuni che propalano anche grazie ai compiacenti e correi mass-media: troppo assenteismo, troppe malattie, con questo andazzo ce ne andiamo in Polonia dove la merce forza-lavoro costa meno, il comunismo è stato sconfitto e le maestranze si accontentano di poco, quasi nulla. Ma i padroni, e i loro amministratori alla Marchionne, che, grazie al sudore degli operai, guadagnano in un giorno salari di un anno, sono in conclusione anche penosi e sciocchi: la contraddizione della società capitalista è sempre più stridente. Chi comprerà infatti le loro merci se diminuisce a vista d’occhio il potere d’acquisto dei salariati e dei percettori a reddito fisso? E’ la stessa, pericolossissima contraddizione in cui s’è trovato il governo-regime del cavaliere e del tagliagole Tremonti: colpire i redditi fissi e di per sé già miserabili, non farà ripartire l’economia, ma la affosserà ulteriormente. Si credono forti e saldi abbarbicati ai loro parassitari privilegi, ma stanno lavorando per porre fine ad un sistema iniquo e impossibile da sostenere. Possono circondarsi quanto vogliono di servi e paggi che li ossequiano e amplificano le loro stoltezze (comprese le forze sindacali e politiche che dovrebbero opporsi con vigoria e determinazione), non servirà a nulla. Pomigliano è il loro vero volto.
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