Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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sabato 8 giugno 2019

PCI: COSTRUIRE L’UNITA’ DEL FRONTE POPOLARE


il “frontismo” di natura popolare va dunque inteso come unità sociale delle forze di classe, riorganizzate dalla frantumazione e perdita di soggettività, e come unità politica della sinistra di classe, antimperialista e anticapitalista. Solo così è possibile il “disvelamento” delle politiche dell’Unione europea, guidata e diretta dalle oligarchie liberiste che tendono ad azzerare la stessa sovranità costituzionale dei popoli, ora in primis quella del nostro paese. (fe.d.)


COSTRUIRE L’UNITA’ DEL FRONTE POPOLARE
di Fosco Giannini, Responsabile Dipartimento Esteri PCI

- GOLPISMO DELL’UE E CEDIMENTI DEL GOVERNO CONTE
I grandi avvenimenti e i grandi processi storici guidati dalle classi dominanti e che queste classi conducono, senza mediazioni, per i propri interessi e contro gli interessi dei lavoratori e dei popoli, vengono scientemente, dalle stesse classi dominanti, sempre accuratamente celati. Tutta la storia del colonialismo si è, ad esempio, dispiegata con questa modalità ed ogni azione coloniale si è sempre mascherata da “aiuto ai Paesi sottosviluppati”, nello stesso modo in cui tante guerre imperialiste si sono presentate come “interventi umanitari”. Così è per la costruzione dell’Unione europea, che procede come un treno di gangster dentro un lunghissimo tunnel buio: i viaggiatori non conoscono la strada reale né il reale punto d’arrivo e durante il viaggio vengono continuamente ingannati da informazioni che parlano di stazioni finte e di mete diverse da quelle reali. Essendo, l’obiettivo del grande capitale europeo, quello di costruire un’Unione europea come nuovo polo imperialista mondiale dotato di leggi sovranazionali in grado di assicurare alle forze capitaliste dei vari Paesi piena libertà di manovra politica, economica e finanziaria, volta alla più alta estrazione di plus valore possibile dal mondo complessivo del lavoro, tutta questa complessa dinamica va tenuta accuratamente nascosta: che i popoli non vedano, che i lavoratori non capiscano. Che le false forze della “sinistra” filoeuropeista aiutino a perpetrare l’inganno. Che le false forze “sovraniste”,che sposano ideologicamente il progetto liberista dell’Ue, si presentino pure come forze d’opposizione, prosciugando così l’opposizione e cancellando l’alternativa.
E l’inganno procede, solitamente, nel buio. Tuttavia, essendo anche la costruzione dell’Ue un progetto umano, anch’esso mostra a volta i propri punti deboli, anch’esso a volta non riesce a celarsi, a mitigare la propria natura imperialista. A volte, nella casa oscura dell’Ue, si aprono improvvisamente delle tende alle finestre che lasciano intravedere ciò che sta accadendo dentro le stanze del potere.
E’esattamente ciò che sta accadendo in questa fase in Italia: delle tende si sono aperte e la luce illumina la verità dell’Ue, illumina la dialettica politica tra l’Ue, le forze fintamente “sovraniste” e quelle liberal-democratiche,come il PD.
La Commissione europea, in relazione all’aumento del debito pubblico italiano, chiede violentemente al governo giallo-verde una nuova manovra economica di 4/5 miliardi (da attuare subito) che si basi essenzialmente sull’aumento dell’IVA ( e dunque sull’attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e delle famiglie) e su ulteriori tagli allo stato sociale, tagli peraltro già anticipati dal governo Conte attraverso l’ennesima sforbiciata alle pensioni, non quelle d’oro, ma quelle percepite dagli ex operai e dagli ex lavoratori a 1.500 euro di stipendio. Ciò subito. Ma, naturalmente, la Commissione europea ha un disegno d’attacco strategico e, conseguentemente, chiede al governo italiano di cancellare la propria, totale, politica economica, a cominciare dalla rinuncia al reddito di cittadinanza e alla “quota cento” per le pensioni. I ministri delle Finanze dell’Ue si riuniranno a Bruxelles, proprio per il “caso Italia”, il prossimo 9 luglio. Da ora sino a quella data il governo Conte ha la possibilità di chinare completamente la testa (“di avviare una discussione con la Commissione europea”, si dice in modo eufemistico) e accettare i nuovi diktat imposti dall’Ue, nello stresso modo in cui questo governo “sovranista” chinò vergognosamente la testa nello scorso dicembre, quando accettò “la raccomandazione” dell’Ue di tagliare 10 miliardi di spese sociali nella manovra 2019. Se entro il 9 di luglio il governo giallo-verde non avrà chinato la testa la Commissione europea potrà scagliare contro il nostro Paese la micidiale “procedura d’infrazione”, mai lanciata nell’intera storia dell’Ue, una procedura che potrà, nei fatti, permettere alla Commissione di decidere, per anni, le intere politiche di bilancio del governo italiano e tutti gli obiettivi di rientro dal deficit (che, naturalmente non potranno essere che quelli “greci”: tagli alle pensioni, ai salari e allo stato sociale). Questo potere della Commissione potrà dilungarsi sino a quando la Commissione stessa non deciderà che il debito complessivo sia stato “adeguatamente” abbassato. Se il governo italiano non aderisse a questo disegno potranno scattare appieno le sanzioni, una “multa” sino allo 0,2% del PIN e la sospensione dei fondi strutturali dell’Ue all’Italia, continuando tuttavia l’Italia a versare la propria, ingentissima, quota quale membro dell’Ue.
E’ chiaro come le intenzioni della Commissione europea, che traggono la loro “liceità” dagli stessi Trattati dell’Ue, abbiamo il sapore acre del colpo di Stato: un intero Paese, la sua economia, le sue scelte strategiche, possono venire completamente annullate dai nuovi “Chicago Boys” dell’Ue e le condizioni di vita di un intero popolo possono passare nelle mani di una Commissione di esponenti diretti del grande capitale europeo.
Le degenerazioni golpiste dell’Ue sono tutte contemplate all’interno del disegno strategico del grande capitale europeo, volto alla costruzione di un nuovo polo imperialista, e tali degenerazioni sono possibili grazie alle stesse leggi interne di cui si è dotata l’Ue, ad esempio l’impossibilità di cambiare i Trattati se non all’unanimità! E cioè (per interloquire anche con quelle forze della sinistra che credono possibile il cambiamento dell’Ue “dall’interno”): per il cambiamento strutturale di questa Ue occorrerebbe che in ognuno dei 27 Paesi membri vincessero le forze comuniste, della sinistra di classe e anticapitaliste! Ed è all’interno di questa enorme contraddizione che il PCI giudica, come tanti altri Partiti Comunisti dell’Ue, irriformabile l’Ue.
Ora, quali sono le reazioni sia del governo italiano che del PD all’annuncio delle posizioni golpiste della Commissione europea? Come già nello scorso dicembre il governo Conte si sta preparando alla capitolazione, che avverrà in un immorale e indecente gioco delle parti: Salvini abbaierà un po’ alla luna mentre Conte e Tria, trainati da Mattarella e attraverso il beneplacito di Di Maio e dell’area moderata e liberista del M5S, accetteranno tutte le condizioni-capestro dell’Ue (sul reddito di cittadinanza gli esponenti liberal del M5S hanno già affermato che “la misura rimarrà, magari riequilibrata in relazione alle esigenze dell’ ’Ue”).
Sull’altro fronte, si palesa tutta la surreale “opposizione” del PD, che contesta il governo Conte proprio attraverso la piena assunzione di tutte le posizioni iperliberistee golpiste della Commissione europea.
Peraltro, la situazione italiana altro non è che lo specchio dell’intera condizione dell’Ue, dove le forze “sovraniste” (da Orban alle destre governative della Polonia e dell’ Austria) sono le prime a considerare legittime e giuste – per accedere ai fondi europei senza condizioni – le politiche di rientro dai debiti pubblici attraverso le politiche iberiste; dove nessun’altra forza “sovranista”, dal Raggruppamento Nazionale di Maria Le Pen in Francia al Brexit Party di Nigel Farage in Gran Bretagna, propongono politiche davvero alternative al liberismo imperante. E dove le forze liberal-democratiche e quelle socialdemocratiche e socialiste rappresentano i bastioni storici di questa Ue.
In questa fase, dunque, in Italia, le finestre si sono aperte sulla casa oscurata dell’Ue e sia la Commissione europea, sia il governo finto-sovranista che la stessa “opposizione” del PD stanno mostrando, nella congiuntura, ognuno la propria, vera, natura politica, nature che si presentano diversificate di fronte all’immaginario collettivo ma molto simili, accomunabili, nell’impianto ideologico liberista.
Nel buio omertoso di cui si circonda il processo di costruzione dell’Ue si è aperto in questa fase un pertugio di luce: su questo pertugio devono lavorare innanzitutto i comunisti, il PCI. E’ora il tempo, (se non ora quando?) che i comunisti si rendano protagonisti di un immediato disegno di costruzione di un Fronte Unitario, Popolare, comunista e di sinistra di classe volto a denunciare in tutte le piazze del Paese sia la protervia golpista dell’Ue che la subordinazione ad essa del governo italiano e del PD.
E’ scoccata, in questi giorni, in queste ore, l’ora dei comunisti: che essi svolgano nell’immediato il ruolo, decisivo anche ai fini della propria, autonoma, crescita, di convocatori e “agglutinatori” delle forze più avanzate, delle forze antimperialiste, contrarie alla NATO e al golpismo dell’Ue, al fine di mettere finalmente in campo un’azione di lotta di respiro nazionale, una lotta avente al suo interno anche l’intento di costruire un Fronte Popolare di lungo termine, ben diverso da quegli ansiosi e turbolenti tentativi di mettere assieme le forze solo nelle fasi che precedono le elezioni.

fonte: https://pcifederazionevarese.files.wordpress.com/2019/06/fp-unitc3a0.jpg



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