Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 2 marzo 2023

Risorgimento, resistenza, rivoluzione - Le tre R di Angelo Gracci, il partigiano 'Gracco'

 

Risorgimento, resistenza, rivoluzione - recensione  alla 'Rivoluzione negata' del partigiano 'Gracco'

 

- Si deve ad Angiolo Gracci, 'Gracco', Brigata Sinigaglia, il primo libro sulla Resistenza italiana. Uscì nel 1945. Vicecomandante partigiano, era entrato con la brigata di Aligi Barducci ('Potente') nell'agosto del 1944 nella Firenze liberata e l'8 aveva visto la morte del suo eroico comandante.



Politicamente, nel 1966 Gracci contribuì a fondare il Partito Comunista d’Italia (m-l) a Livorno e si gettò nell’impresa con tutta la passione di cui era capace. Una passione che non lo abbandonò neanche quando la nuova organizzazione si divise e si frantumò tra le cosiddette ‘linea nera’ e ‘linea rossa’, ed egli divenne uno dei rappresentanti di quest’ultima con il giornale Il Partito.

‘Gracco’ non era un minoritario e la sua intransigenza sui princìpi non ha mai fatto velo alla sempre dichiarata esigenza di analizzare le fasi storico-politiche e della necessità della dimensione popolare e di massa della lotta delle classi subalterne, pur mosse, innestate e guidate dalle avanguardie coscienti in senso leninista.
Gracci aveva ben presente i tratti della questione meridionale italiana. E con convinzione ribadiva sempre che il processo rivoluzionario sarebbe stato impossibile senza il protagonismo del popolo del Mezzogiorno. Era stato al fianco del popolo di Battipaglia nelle lotte della Piana del Sele alla fine degli anni ’70 e successivamente, si era speso sino in fondo in una battaglia che riteneva decisiva, quella contro la mafia e la corruzione dei ceti dirigenti che la alimentano. E considerava l’episodio di Portella delle Ginestre del ‘47 come un ulteriore stupro nei confronti del popolo meridionale, che connotava i caratteri del nuovo dominio della borghesia capitalista del dopoguerra, violentatore degli aneliti alla liberazione e all’affrancamento da ogni assoggettamento. Da qui anche il suo interesse per la rivoluzione giacobina partenopea del 1799, che legò a tutte le vicende successive del nostro paese, al Risorgimento, alla Resistenza, alla nuova questione meridionale. E scrisse, nel suo bellissimo La rivoluzione negata (La Città del Sole, 1999) che “è, quindi, nel Meridione che la Rivoluzione italiana ripone, anche oggi, le sue maggiori speranze.”(pag.220).




Angelo Gracci, La rivoluzione negata. Il filo rosso della Rivoluzione italiana. Memoria storica e riflessioni politiche nel Bicentenario 1799-1999, Napoli, La Città del Sole, 1999

Lavoro politico web-Linea Rossa, nr.15 - aprile maggio 2000

Recensione di Ferdinando Dubla, direttore di Lavoro Politico e ricercatore Subaltern studies Italia


https://www.academia.edu/97788618/Risorgimento_resistenza_rivoluzione_recensione_alla_Rivoluzione_negata_del_partigiano_Gracco

 

Su Angelo Gracci vedi anche su questo blog - http://ferdinandodubla.blogspot.com/2012/04/angiolo-gracci-un-comunista-testa-alta.html





4 agosto 1944 - la Brigata 'Sinigaglia' entra nel quartiere d'Oltrarno a Firenze








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