Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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sabato 6 gennaio 2024

La scelta di Savasta: il tornante storico di San Basilio (8 settembre 1974)

 



DOPO SAN BASILIO NIENTE È PIÙ COME PRIMA

[cosa rappresentò San Basilio, settembre 1974]

- un decisivo passaggio dalla coscienza critica alla coscienza di classe, l’esperienza di movimento e la teorizzazione dei bisogni - settembre 1974, nella borgata di San Basilio, Roma, famiglie che avevano occupato, spinte dal bisogno, oltre cento abitazioni IACP in via Montecarotto e via Fabriano, vengono attaccate dalla polizia.

L’8 settembre viene ucciso dalla polizia Fabrizio Ceruso, 19 anni, di Tivoli, militante dei Comitati autonomi operai. Per molti giovani compagni fu una presa di coscienza politica per allargare gli obiettivi particolari di lotta alla strategia per il rovesciamento del sistema, per altri la scelta di uno scontro frontale militare con lo Stato, non riconoscendo più spazi democratici seppur marginali nell’alveo costituzionale. A dare forte sostegno a quelle lotte, infatti, era stato il Comitato comunista del limitrofo quartiere Centocelle, che nel 1975 darà anche vita ai CO.CO.RI., i Comitati Comunisti Rivoluzionari, che si dotarono allora di una struttura parallela armata, le FAC (Formazioni Armate Comuniste).

Le foto -simbolo di Tano D’Amico, la ricostruzione della vicenda attraverso l’Archivio storico Benedetto Petrone

http://www.pugliantagonista.it/fabrizio_ceruso.htm


estratto: L'8 settembre nella memoria storica non testimonia soltanto l'impari e iniziale Resistenza romana di Porta S.Paolo all'occupazione nazista del 1943, all'indomani della rovinosa caduta del fascismo e della precipitosa fuga della monarchia a Bari.
Nel cuore e sui muri di Roma, l'8 settembre, trova posto la figura del compagno Fabrizio Ceruso, ucciso a 19 anni dalla violenza dello Stato, mentre era a S.Basilio a sostenere la resistenza popolare per il diritto alla casa.
Era l'8 settembre 1974, il terzo giorno di un'estenuante resistenza opposta da una molteplicità di compagni/e agli sgomberi delle case occupate da centinaia di famiglie.
Quando l'enorme schieramento di Polizia tentò l'affondo con inusitata violenza, una proletaria, da una casa popolare di fronte a quella occupata,, imbracciato un fucile da caccia, sparò un colpo in aria con l'intento partecipe di fermare la bestialità dello sgombero.
Le cariche poliziesche non cessarono, anzi, i comandanti dettero l'ordine di sparare ripetutamente contro i manifestanti.
Il piombo di Stato uccise Fabrizio Ceruso alle 5 della sera dell'8 settembre 1974, aveva 19 anni, veniva da Tivoli, militava nei Comitati Autonomi Operai.
Immediatamente la ribellione serpeggiò per tutto il quartiere di S.Basilio, i lampioni vennero abbattuti e le strade abbuiate, migliaia di proletari si aggregarono ai manifestanti, assediando e colpendo con svariate armi la polizia assassina, che si era rifugiata nel campo di calcio della parrocchia.
Nella borgata rimbombava il grido: " pagherete caro, pagherete tutto!"; la rivolta di San Basilio fece battere in ritirata le forze dell'ordine e conquistò il diritto alla casa.

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RACCONTI DAGLI ANNI ‘70. Il TORNANTE STORICO DI SAN BASILIO (ROMA)

La scelta

Dentro le ossa ancora si portava le giornate di inizio settembre del ‘74 a San Basilio, una delle borgate più misere di Roma, dove vivevano centinaia di poveracci senza casa a cui occorreva dare voce. Accorsero in tanti, di diverse formazioni di sinistra, per affrontare i celerini, arrivati in massa a sgomberare gli appartamenti occupati. Emilio non ricordava quale fu l’attimo in cui gli scontri iniziarono, ma la persistenza acre e tagliente dei lacrimogeni in gola, nel naso, negli occhi, quella sì; e le sassaiole, le molotov, le macchine incendiate. Fu una battaglia di barricate e fughe che durò tre giorni e tre notti; dalla loro parte si era schierata la gente che buttava acqua e cibo dalle finestre, e contro di loro gli spioni del PCI che li segnalavano agli agenti, guidandoli nel quartiere per venirli a stanare: volevano la legalità, gli infami, erano contrari alle occupazioni, perchè dicevano che le case popolari erano state assegnate. Bella legalità quella che lascia la gente sul lastrico! E poi arrivò l’8 settembre, il giorno fatale. La polizia non mollava, loro nemmeno. Quando gli agenti tirarono i lacrimogeni sull’assemblea popolare che stava decidendo il da farsi, contrattaccarono furiosi. Emilio sperava che gli sbirri avrebbero ceduto, che si sarebbero ritirati fiaccati dalla loro resistenza. Invece passarono alle maniere spicce. A via Fabriano le pallottole presero a fischiare ad altezza d’uomo, gli passarono accanto e colpirono un ragazzo arrivato da Tivoli per aiutarli. Preso in pieno petto, si accasciò piano, con un’espressione di stupore sul volto e una domanda inespressa negli occhi.

Nessuno lo sentì gridare, erano quelli intorno che urlavano portandolo via; Emilio non si mosse, pensando che tra le braccia degli improvvisati barellieri che correvano avrebbe potuto esserci il suo di corpo: aveva la stessa età di quel ragazzo, gli stessi sogni, ma un diverso destino. L’assalto dei suoi compagni che seguì costrinse la polizia a indietreggiare e ad asserragliarsi nel campo di calcio della parrocchia. Dopo una notte di assedio, le forze dell’ordine vennero fatte ritirare. A tutti coloro che avevano occupato gli appartamenti prima dell’8 settembre venne riconosciuta l’assegnazione della casa popolare. Avevano vinto. Aggirandosi tra i fumi delle barricate, calpestando pezzi di vetro e tracce di sangue, Emilio prese la sua decisione: non si sarebbe fatto ammazzare disarmato.

[Emilio = Antonio Savasta, 18 anni non ancora compiuti; ragazzo di Tivoli = Fabrizio Ceruso, 19 anni, ucciso dalla polizia]

tratti da Pierluigi Vito, I prigionieri, Augh! edizioni, 2021, pag. 46-47. Il racconto di Vito è una scrittura romanzata del sequestro e dell’omicidio di Giuseppe Taliercio, direttore del Petrolchimico di Porto Marghera (notte tra il 5 e 6 luglio 1981) ad opera delle Brigate Rosse. Cerca di dare voce ai protagonisti, ma attraverso testimonianze dirette dei brigatisti e ricostruzioni documentarie e atti processuali, comprese le confessioni di “Emilio”, Antonio Savasta, che sparò materialmente al dirigente industriale. Pubblica anche la lettera dal carcere che quest’ultimo indirizzò alla vedova di Taliercio nel febbraio 1985. La ricostruzione dei fatti di San Basilio, che determinarono la scelta di passare alla lotta armata da parte di Savasta, e non solo la sua, è da attribuire allo stesso “Emilio”, concordante con la memoria contenuta nei suoi interrogatori. (Cfr. Senato della Repubblica - Camera dei deputati VIII legislatura - Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia - Atti giudiziari - Interrogatori resi da Antonio Savasta a varie autorità giudiziarie, Roma, 1993, https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/284588.pdf )





BRIGANTI METROPOLITANI

Il tempo della riflessione storica e politica attraverso le biografie dei combattenti armati in nome del comunismo in Italia (nel periodo cronologico cruciale 1973-1982), dei brigatisti, deve ancora superare gli stereotipi, imposti attraverso i tabù e le inquiete commissioni dell’inchiesta istituzionale, e la narrazione egemone del potere dominante. Senza fare sconti agli errori ed ‘orrori’ di una vicenda che, pur prendendo una piega militarista e suicida, rimane una vicenda eminentemente politica.

- Alla figura di Antonio Savasta, poi, il giovane militante della borgata di Centocelle che riuscì a mettere sotto scacco la NATO (e dopo l’uccisione di Moro e le sue conseguenze) è stata comminata la condanna alla ‘damnatio memoriae’ : inviso al potere che lo catturò e lo torturò, scambiò la liberazione politica con il pentimento, diventando inviso a tutto il movimento. Un ”irriducibile pentito” che fa la storia, la ricostruisce dal suo punto di vista e rischia di rimanere muto dinanzi ad essa. Sbloccata intanto la bozza, la sua biografia è ora su Wikipedia. / fe.d.

link: https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Savasta_(terrorista)


link permanente per mantenere la bozza originale: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Antonio_Savasta_(terrorista)&oldid=137203648


a cura di Ferdinando Dubla, Subaltern studies Italia #inchiestasociale #alidipiomboinoccidente 




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