Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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mercoledì 5 novembre 2025

Il percorso intellettuale di Ernesto de Martino: dallo storicismo alla storicizzazione antropologica - l'inchiesta sul campo

 

Appendice: Pasolini e le culture subalterne

corso di Antropologia filosofica - prof. Ferdinando Dubla (lezione 3.)

Università della Libera Età - Taranto 



Ernesto de Martino (1908-1965) intraprende il suo percorso intellettuale con lo storicismo di Benedetto Croce, per il tramite di  Adolfo Omodeo. Ma già nella sua prima opera, Naturalismo e storicismo nell'etnologia (1941) scritto a trenta anni nel chiuso clima angusto culturale del fascismo, il suo storicismo è uno storicismo dialettico non idealistico. Lo studio etnologico, infatti, gli permette di concepire la natura antropologica come dato modificabile dalla storia e non come immutabile e permanente. Il disegno crociano di concepire la storia attraverso le categorie concettuali dello spirito e della libertà, si aprono al mondo della cultura dei popoli e da lì l’astuzia della ragione (Hegel) e il movimento “progressivo” della civiltà della storia ‘lineare’ (storicismo idealistico) si infrangono sugli scogli dell’atavico e dell’ancestrale del ‘primitivo’ [già il pre-logismo di Lévy-Bruhl, ‘La mentalità primitiva” (1922)] in cui il dualismo natura-cultura viene risolto dalla storicizzazione antropologica dell’inchiesta sul campo. De Martino dunque vuole viaggiare, ma non come il turista alla ricerca di esotismi della civiltà perduta, ma come ricercatore delle tracce del mondo senza storia.

 

abstract: Ernesto de Martino è un intellettuale di rilievo internazionale, il cui lavoro ha significativamente influenzato l'etnologia attraverso una comprensione storica delle culture. Formatosi nello storicismo di Benedetto Croce tramite Adolfo Omodeo, de Martino sviluppa un proprio approccio critico, adottando uno storicismo dialettico piuttosto che idealistico. Critica l'idealismo di Croce, proponendo una visione dinamica della cultura, intrinsecamente legata alla storia e soggetta a cambiamenti nel tempo. Il suo metodo dialettico usa la storicizzazione per superare il dualismo natura-cultura, esplorando le culture tradizionali per capire come queste abbiano affrontato le loro problematiche esistenziali e storiche. Rifiutando visioni etnocentriche della storia, de Martino si oppone alle concezioni di Lévy-Bruhl sulla “mentalità primitiva” e adotta un approccio più autentico e storico tramite l’inchiesta sul campo. L’etnologo di origine partenopea (quanto importante pochi lo hanno messo in rilievo) enfatizza la comprensione delle culture “senza storia” valorizzando la diversità culturale come fondamentale per la storia umana e spinge a riconsiderare le stesse nozioni di ‘sviluppo‘ e ‘progresso‘. La sua visione unisce storicismo e antropologia esistenziale, influenzata dal pensiero di Heidegger, e distingue tra storicismo idealistico e dialettico, ponendo la volontà umana di trascendere la storia al centro del suo pensiero. / fe.d.

 

Carla Pasquinelli legge Naturalismo e storicismo nell’etnologia di Ernesto de Martino

 Appendice: Pasolini e le culture subalterne

 

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