sabato 18 maggio 2019
METRODORO, di tutti il PIÙ SCETTICO
Fu Metrodoro di Chio, secondo Diogene Laerzio, il maestro di tutti gli
scettici, persino del dubbioso Pirrone da Elide, considerato caposcuola.
Anche il celebre Sesto Empirico (160/210 circa) posteriormente (ben sei
secoli dopo) ammise i meriti del Metrodoro, lui che amava il
relativismo dimostrato dalla scrittura di ben undici libri “Contra”, i
cui capolavori erano considerati i libri dal VII a XI, titolo “Contro i
dogmatici”. Metrodoro negava la
possibilità di ogni criterio di giudizio, perché amava ripetere,
oltrepassando il motto socratico dell’umiltà gnoseologica, “Nulla
sappiamo, e non sappiamo neppure questa stessa cosa, che nulla
sappiamo.” (Sesto Empirico, “Contro i matematici”, VII, 87 sg.).
Insomma, se Socrate sa di non sapere, Metrodoro non sa neppure che sa di
non sapere. Fu lo spunto per il filosofo di Elide per negare tutti i
valori: niente è per natura brutto o bello, buono o cattivo, giusto o
ingiusto e tutto indifferentemente si equivale e anche non si equivale,
niente è più questo che quello. Pirrone non esita ad affermare che ogni
cosa è non più di quanto non è, che ogni cosa è e non è, che ogni cosa
né è né non è.
E se sei arrivato al termine di questa lettura, che tu creda ad essa o non creda, è indifferente. (fe.d.)
link su Metrodoro
Metrodoro di Chio (presuntivamente/V/IV sec.a.C.)
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