erano strettamente connesse negli indirizzi programmatici del PCI, tanto che dal 1955 si diede vita ad una rivista (le riviste erano strumenti di formazione militante e nello stesso tempo di divulgazione di massa) in cui le due tematiche erano intrecciate: si chiamava RIFORMA DELLA SCUOLA, la cui impostazione era contenuta nella relazione di Mario Alicata al Comitato centrale del 28-29 novembre 1955 e alla cui direzione di Lucio Lombardo Radice si affiancarono nomi prestigiosi quali Mario Spinella, Dina Bertoni Jovine, Mario Alighiero Manacorda, Carlo Bernardini. Manca una storia documentata di questa rivista, sebbene una tesi di laurea all’Universita’ di Firenze di Lorenzo Alba ne tracci un profilo dal 1968 al 1980. *
In realtà oggi non sempre si riesce a interconnettere metodologicamente e contenutisticamente, pedagogia e politica scolastica. E infatti l’attacco alla conformazione della scuola pubblica italiana, viene dall’esterno, dalla neo/anti-pedagogia, che ha al suo apice teoretico la didattica delle “competenze” e dalla docimologia testologica, finalizzata a favorire la privatizzazione dell’istruzione, a corroderne le basi con l’aziendalizzazione teleologicamente orientata alla riproduzione del sistema capitalistico e all’assunzione delle logiche mercatiste neoliberiste, in modo da restaurare il classismo, ma più in generale, istruzione e cultura all’elite, ignoranza e sole abilità seriali (il “saper fare”) alle masse.
Ritrovo su ebay un numero particolarmente stimolante di RIFORMA DELLA SCUOLA (giugno/luglio 1987) in cui è presente un Dossier “Gramsci a scuola”, che mi riprometto di ripubblicare o farvi conoscere, e segnalo due pubblicazioni interessanti che vanno nella direzione da me auspicata di reintreccio tra pedagogia democratica e progressiva e politiche scolastiche, sebbene molto più di denuncia dei processi degenerativi di una società della reificazione alienata, che vuole mercificare il sapere.
La scuola dell’ignoranza, a cura di Sergio Colella, Dario Generali, Fabio Minazzi, Mimesis ed. Mimesis, 2019 - Il volume contiene gli atti della giornata di studi su La scuola dell’ignoranza, tenutasi il 26 maggio 2018 presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Schiaparelli-Gramsci” di Milano
Stefano D’Errico (segr. Unicobas, animatore di docenti resistenti, https://www.facebook.com/Docenti-Resistenti-564914933610867/ ), La scuola distrutta, con introduzione a cura di Pino Aprile, Mimesis, 2020
vedi recensione e articolo di Roberto Ciccarelli, Istruzione, terreno politico e di lotte contro valutazioni totalitarie, Il Manifesto, 21.02.2020
* «Riforma della scuola» – nata anch’essa nel novembre del ’55 – costituì un elemento cardine dell’azione del PCI sulla scuola, affidato ad intellettuali organici come Lucio Lombardo Radice e Alessandro Natta, maestri del calibro di Antonio Banfi e Concetto Marchesi e ad una pedagogista di chiara fama come Dina Bertoni Jovine. [nota: della prima redazione facevano anche parte: Mario Spinella, Ada Marchesini Gobetti, Mario Casagrande, Stellio Lozza e Girolamo Sotgiu].
Non fu dunque uno strumento minore, orpello aggiunto a un piano di intervento ben più vasto, ma un momento importante di elaborazione e di approfondimento per tutto il partito, richiamato dallo stesso Mario Alicata nella fondamentale relazione del 1955.
La rivista si collocò sin da subito all’incrocio tra una riflessione prettamente politica dei problemi scolastici – e la sua derivazione sindacale – e una propriamente pedagogica (...). Per dirla con Mario Alighiero Manacorda, direttore della testata a partire dal 1956, «Rds» faceva proprie, in primo luogo, “le generiche esigenze di ogni pedagogia aperta e progressiva – universalità, gratuità, libertà, laicità, rispetto dei diritti del fanciullo, risposta alla domanda sociale e così via [...] così l’attenzione a tutti i risultati delle scienze moderne e delle varie correnti di pensiero che comunque contribuiscono a definire i compiti dell’educazione”. A questo primo schierarsi, la redazione di «Rds» aggiunse il suo peculiare contributo, che altro non fu se non l’elaborazione di una pedagogia marxista, a partire dalle prime indicazioni di Antonio Gramsci.
(Lorenzo Alba, La rivista “Riforma della scuola” nel decennio delle riforme mancate. 1968-1980, Relatrice prof.ssa Monica Galfrè, Università degli studi di Firenze, Corso di Laurea in Scienze Storiche, a.a. 2013/2014, pag. 5/6)
Nessun commento:
Posta un commento