Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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domenica 17 gennaio 2021

100° del PCI – 2021 - Rendere storico l'intelletto collettivo


 Il secolo del PCI potrebbe essere occasione di riflessione collettiva, con l’intento di unire comunisti e sinistra e per un’efficace azione politica, senza la quale ogni riflessione, seppur elevata, diventa sterile.

- E' sempre stato d'altronde l'intento strategico della "filosofia della prassi", espressione dei "Quaderni dal carcere" di Gramsci, centrata sull'unità dialettica di teoria e pratica sociale trasformatrice e rivoluzionaria, una concezione unitaria che ricostruisce l'etica interiore dell'umano in una visione che ricomprende non una natura antropologica astrattamente intesa, ma la storia, dunque "secolarizzata".
L’egoismo proprietario è nella natura umana, perché è nella storia. E tutto ciò che la storia dimostra, è nella natura umana. E’ il frutto dell’istinto. E’ il bellum omnium contra omnes.
Il comunismo, fase apicale e paradigmatica dell'idea di comunitarismo elaborata con metodo logico-deduttivo e sperimentale da Marx ed Engels nel XIX secolo (per questo "socialismo scientifico"), intelletto collettivo e ‘general intellect’, è nella storia delle idee, nella scienza, nella natura esterna e interna all’essere umano. È la cooperazione dell’homo sapiens che vince sulla competizione, è il gruppo che prevale sull’individuo, è la libertà nel vincolo solidale, è il rispetto del proprio e del gruppo altrui. È il frutto dell’intelligenza. E’ l'homo homini deus.
- Marx, a partire dall'Ideologia Tedesca (1845) fa prevalere la storia sulla natura antropologica. Ma egli vuole combattere il falso universalismo borghese, combattendo ogni universalismo assoluto. L’uomo è il prodotto della storia, ma è nella storia che si sviluppa la natura umana. Nella natura c’è istinto e intelligenza. Si tratta, dunque, di rendere storico l’intelletto collettivo. ~ fe.d.





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