Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 6 gennaio 2022

LO SGUARDO CULTURALE di HOMI K.BHABHA: oltre le frontiere della storia


 la narrazione dei margini e il ‘terzo spazio’, ibridita’ e ambivalenza dello stato-nazione

di Ferdinando Dubla, Mariella Pandolfi, Homi K.Bhabha

La coscienza nazionale, che è cosa diversa dal nazionalismo, è la sola cosa che potrà darci una dimensione internazionale. Franz Fanon, I dannati della terra, Feltrinelli,1966, pag.251

- Il lavoro di ricerca di Bhabha si incentra sulla possibilità di ridefinire il canone della modernità occidentale attraverso la prospettiva degli studi postcoloniali. Un ruolo centrale nella sua analisi è ricoperto dalla teorizzazione di un ‘terzo spazio’, un luogo teorico e simbolico dove gli antagonismi tra dominatori e dominati si annullano nel concetto di ‘ibridità culturale’, che include la differenza e rappresenta il presupposto per un incontro costruttivo tra culture senza più gerarchie imposte. La crisi dello stato-nazione non è dunque un assioma, ma si palesa non solo con la limitazione della sovranità politica di ogni singolo paese per poteri sovranazionali tipici del colonialismo, ma con la difesa sterile dei propri confini presunti ’identitari’ dalle altre culture. Sullo sfondo, irrisolta politicamente nelle analisi di Bhabha, è la questione dell’egemonia nei rapporti di potere internazionali, dell’imperialismo e dei contrasti interimperialistici, di cui però il discorso culturale non è mero riflesso, ma parte fondamentale dell’analisi. - (Ferdinando Dubla)

- IL TERZO SPAZIO NON E’ ESCLUSO

L'altro sguardo e il paradosso antropologico

di Mariella Pandolfi

- Il paradosso antropologico

La carta "costituzionale" di ogni percorso antropologico sembra contenere fin dalle sue origini un double bind o un paradosso che, in quest'ultimo decennio, ha provocato reazioni e attacchi pressanti da parte del pensiero post-strutturalista.

Il paradosso è di avere costruito da un lato una teoria capace di sfidare tutti gli etnocentrismi prodotti lungo il cammino del pensiero europeo e dall'altro di aver messo in atto pratiche che, anche se in modo non esplicito o sapientemente occultato, hanno in ultima analisi aderito al "progetto coloniale".

Se vogliamo seguire la linea della sfida del pensiero di Homi Bhabha e non perdere il senso politico espresso dalle sue opere dobbiamo lasciarci guidare dai mille granuli di quelle teorie radicali, oggi in larga misura prodotte da pensatori non occidentali, che ci spingono a non nasconderci più dietro i veli di raffinate produzioni letterarie o di neutrali metodologie scientifiche.

Le teorie e gli studi postcoloniali si inseriscono infatti in un ampio dibattito che nelle ultime due decadi ha attraversato e scosso le università americane, assediando le scienze sociali in particolare e, più in generale, tutta la produzione del sapere occidentale.

Homi Bhabha costruisce attraverso i suoi scritti provocatori e seducenti un progetto politico culturale certo non estraneo a quella tradizione antropologica italiana che, in prima linea fin dagli anni '50, combattè il lato "oscuro" della pretesa neutralità delle scienze sociali. Ma su questi ritorneremo.

Quindi le teorie dell'etnocentrismo critico (De Martino) e del terzo spazio (Bhabha) sono destinate nel prossimo futuro ad un dialogo "forte", così come la lettura di Gramsci che, lasciata l'Italia, trova oggi maggior fortuna e originalità nell’India contemporanea. -

* Mariella Pandolfi - Introduzione all’edizione italiana (Meltemi, 1997) di Nazione e narrazione, a cura di Homi K. Bhabha, una raccolta di saggi curata dal sociologo indo-statunitense dei cultural studies che, interrogandosi sulla narrazione della storia dei popoli, ha dimostrato che i processi del dominio globale imperialista priva di senso culturale, e di classe, i limes dello stato-nazione.

- Maria Rosaria (Mariella) Pandolfi, già full Professor ora Professore emerito presso Université-de-Montréal, antropologa, filosofa e psicologa, ha studiato Cultural anthropology presso l’ École des hautes études en sciences sociales (EHESS) e filosofia all’Orientale di Napoli, dove è tornata a risiedere. I suoi interessi di ricerca includono teorie contemporanee in antropologia, antropologia medica, politica del corpo, violenza e passioni sociali, intervento umanitario e militare nei Balcani postbellici ed ex-socialisti. -

 POST/MODERN - POST/COLONIAL - POST/

- Negli ‘interstizi’ della ‘ibridita’ culturale’: HOMI K. BHABHA

Un maestro della critica postcoloniale che riconfigura il linguaggio decostruendo il lessico della storia dominante. Anche il senso dell'appartenenza politico-statuale, come quello culturale, è costruito discorsivamente: è narrativizzato. E’ in questa stessa narrazione che va individuata la nuova soggettività dei subalterni.

/Subaltern studies Italia/ rassegna di studi culturali

/scheda/

The Location of Culture - Homi K. Bhabha

Copyright Year 1994, by Routledge

Homi K. Bhabha, I luoghi della cultura, Meltemi, 2006 - traduzione di Antonio Perri

- Le riflessioni di uno tra i maggiori theorist del nostro tempo, in una straordinaria raccolta di saggi. Questo libro è di altissimo livello sia per la vastità dei riferimenti letterari - Toni Morrison, Nadine Gordimer, Conrad, Walcott - sia per lo spessore dei teorici analizzati - Benjamin, Said, Foucault, Fanon - sia infine per la capacità di Bhabha di ri-definire la modernità occidentale a partire dalla prospettiva postcoloniale, la prospettiva delle comunità marginali, che vivono "negli interstizi" del sistema-mondo. Con questo obiettivo l'autore elabora una genealogia della postmodernità: i testi coloniali e postcoloniali infatti - dai documenti d'archivio della ribellione indiana alle pagine de I versi satanici - non ci raccontano la storia dello "sviluppo ineguale". Eppure dobbiamo pur rappresentarlo quest'universo che esprime una nuova consapevolezza - di razza, genere, generazione, istituzioni, ambiente geopolitico, orientamento sessuale - e nuova rivendicazione identitaria. E perché dobbiamo rappresentare questo insopprimibile bisogno di pensare a una teoria dell'ibridità culturale e della differenza sociale che vada oltre il rapporto Sé/Altro. In conclusione, è ormai urgente individuare i veri luoghi della cultura: quegli spazi in cui si sviluppano innovative forme di solidarietà e di conflitto lungo il processo in cui si costruisce una nuova società.

Così ha recensito il libro Toni Morrison: "Bhabha appartiene a quel piccolo gruppo di intellettuali che occupa le posizioni più avanzate dell'indagine teorica sul rapporto tra letteratura e cultura. Qualunque seria riflessione sulla ricerca poscoloniale/postmoderna non può oggi prescindere da un confronto con il suo pensiero".

tratto da Booklet news

- Homi K. Bhabha è nato a Bombay nel 1949, e dopo aver insegnato a Londra e in diverse università americane riveste attualmente la prestigiosa carica di Chester D. Tripp Professor in the Humanities all'università di Chicago, ed è considerato uno degli intellettuali più significativi del secondo dopoguerra. Meltemi ha pubblicato nel 1997 la traduzione del volume da lui curato Nazione e narrazione (1990).

"L'intento di Nazione e narrazione è quello di esplorare l'ambivalenza di Giano del linguaggio nella costruzione del discorso della nazione, eminentemente bifronte. Questo approccio trasforma la familiare immagine del dio bifronte in un'opera di portentoso sdoppiamento, che indaga lo spazio della nazione nel corso dell'articolarsi di elementi: là dove i significati possono essere parziali perchè in medias res, la storia può essere "a metà" perchè colta nel suo farsi e l'autorità culturale ambivalente, perchè sorpresa nel momento ancora incerto in cui "compone" la propria potente immagine. Se non si tiene conto di questa performatività insita nel linguaggio delle narrazioni della nazione, è difficile comprendere perchè  Edward Said  indichi una sorta di  "pluralismo analitico" come la forma di attenzione critica che consente di cogliere gli effetti  culturali della nazione: quest'ultima infatti, in quanto forma di elaborazione culturale (in senso gramsciano) dà impulso ad una narrazione ambivalente che sviluppa al massimo l'aspetto produttivo della cultura come forza di "subordinazione, rottura, diffusione e riproduzione come pure di produzione, creazione, impulso e guida". [E.Said, The World, The Text and The Critic (Cambridge, Mass, Harvard University Press, 1983), pag.171].

"E' solo quando la nazione occidentale diventa uno degli angoli bui della terra - per riprendere la famosa frase di Conrad - che possiamo iniziare ad esplorare nuovi luoghi, dai quali scrivere storie di popoli e costruire teorie della narrazione. Ad ogni istante, la questione della differenza culturale emerge come sfida alle nozioni relativistiche di diversità delle culture, rivelando i limiti della modernità. (..) L'America conduce all'Africa; le nazioni dell'Europa e dell'Asia si incontrano in Australia, i margini della nazione ne spostano il centro; le genti della periferia ritornano per riscrivere la storia e la narrativa della metropoli." Homi K. Bhabha 

da Nazione e narrazione (a cura di Homi K. Bhabha), Meltemi, 1997, pp.36-37, 40-41.


Homi K.Bhabha (Bombay,1949)






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