Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 7 gennaio 2022

GENEALOGIA di un concetto: il ‘moderno Principe‘ di Gramsci


                              


Index:

1. CHI E’ IL ‘MODERNO PRINCIPE’ nel giovane GRAMSCI

2. IL ‘MODERNO PRINCIPE’ E I SUBALTERNI

3. LA NECESSITÀ DELL’ ORGANIZZAZIONE, DELL’ASSOCIAZIONISMO e del LAVORO COLLETTIVO

  •  Quaderno 13 (XXX) 1932-1934


«Il nostro “Machiavelli” sono le opere di Marx e Lenin, e non la redazione della “Voce repubblicana” e l’on. Arturo Labriola che, d’altronde, arieggiano messer Niccolò Machiavelli solo nel senso dei versi: Dietro l’avello di Machiavello/giace lo scheletro di Stenterello» (A.Gramsci, ottobre 1926, in La costruzione del Partito Comunista 1923-1926, Einaudi,1972, p. 351).

 

SCRITTI POLITICI e QUADERNI

Già da un primo attento esame delle lettere inviate da Gramsci nel 1923-1924 ai compagni italiani mi apparve come il nucleo più consistente delle note dal carcere avesse la sua genesi proprio in questi anni. L’esame degli scritti politici del periodo 1924-1926 e la visione dei documenti dell’archivio del Partito Comunista italiano non solo mi confermarono ulteriormente questa ipotesi, ma mi indussero alla conclusione che molti luoghi dei Quaderni divenivano veramente comprensibili solo se rapportati ad esperienze ed avvenimenti politici determinati. Si rivelava così la legittimità di un rapporto di integrazione reciproca fra scritti politici e note dal carcere che, senza cancellare l’esistenza di una evoluzione, più o meno marcata a seconda dei casi, permetteva di giungere ad un’interpretazione dell’opera di Gramsci assai più ricca di determinazioni e di riferimenti storici reali, tale da offrire simultaneamente una base più solida per nuove valutazioni del suo contributo teorico.

Leonardo Paggi, Antonio Gramsci e il moderno Principe, Editori Riuniti, 1970, pag. XV 

 

1. CHI E’ IL ‘MODERNO PRINCIPE’ nel giovane GRAMSCI

“la libertà è l’aspirazione di tutto il genere umano; ma, se il fine è immutato, ciò che varia è il mezzo: per chi non partecipa della proprietà, l’unico strumento disponibile è l’associazione, l’organizzazione. ‘Invece di una proprietà individuale, preoccupati di lasciare maggiore possibilità per l’avvento della proprietà collettiva, della libertà per tutti, perché tutti uguali dinanzi (..) allo strumento di lavoro.” L’associazione diventa per il diseredato la forma esteriore della sua immortalità e quanto essa è più forte ‘tanto più vicina è l’ora di riscuotere allo sportello della Storia’”.

da Leonardo Paggi, ivi, pag.138. La citazione da Gramsci: Scritti giovanili (1914-1918), Torino,1958, pag.216.

 

2. IL ‘MODERNO PRINCIPE’ E I SUBALTERNI

Il ‘moderno Principe’ per Gramsci, riannodando l’intera sua riflessione, è l’organizzazione ‘principe’ della classe, il superamento del primitivismo e della spontaneita’ che la bloccano al livello economico-corporativo, strumento emancipatorio della coscienza di classe, da formarsi “molecolarmente” nella prassi politica, partito Comunista che si organizza come ‘intellettuale collettivo’ ed esprime la linea politica per la trasformazione rivoluzionaria. Per cui, organico al ‘moderno Principe’ è la classe stessa prima della sua rappresentanza nelle forme storiche in cui si struttura. Nella riflessione di Formia del Quaderno 25, le modalità disgregate con cui i subalterni, gruppi diversi di classe allargata (dai braccianti ai contadini ai diseredati urbani) esprimono l’oggettività delle loro condizioni materiali, la loro episodicita’ di resistenza all’egemonia delle classi dominanti, che tendono ad annientarne anche l’identità culturale, diventano ricerca attiva per lo storico ‘integrale’ per il tramite di tracce di iniziativa autonoma, che proprio il ‘moderno Principe’ deve rendere organiche alla coscienza di classe delle forze motrici della rivoluzione. Il blocco storico per la società autoregolata è alternativo così ad un intero paradigma di civiltà, quello imperialistico e capitalistico occidentale, che, oltre il processo trasformativo del presente, riscrive la narrazione dei senza storia, quella dei subalterni. - fe.d.

(..) “ Gramsci ricostruisce l’evoluzione politica dei subalterni verso il superamento della propria condizione, che diventa compiuta quando i subalterni si fanno Stato. E questo è il risultato di un percorso che ha nel partito un proprio perno, e nel rovesciamento dell’egemonia nella società civile e dei rapporti di forza nella società politica la via che conduce ad un nuovo Stato.”,

 Paolo Capuzzo, da Gramsci, le culture e il mondo, Viella 2009, ed. digitale, paragrafo titolo corrispondente

 

3. LA NECESSITÀ DELL’ ORGANIZZAZIONE, DELL’ASSOCIAZIONISMO e del LAVORO COLLETTIVO saranno alla base della riflessione di Gramsci nei Quaderni sul Machiavelli e il ‘moderno Principe’.

- La ricerca di Gramsci muove da un tentativo di individuare il fondamento oggettivo dell’associazionismo: individualismo e collettivismo sono due tendenze che incessantemente si affrontano nel seno della società, riconducibili rigorosamente a processi oggettivi. “La classe borghese si è redenta dalla schiavitu’ feudale affermando i diritti dell’individuo alla libertà e all’iniziativa. La classe proletaria lotta per la sua redenzione, affermando i diritti della collettività, del lavoro collettivo, contrapponendo alla libertà individuale, all’iniziativa individuale, l’organizzazione delle iniziative, l’organizzazione delle libertà.”

da L. Paggi, ivi, pag.137, cit. da Gramsci, ivi, pag.186

 

  • Quaderno 13 (XXX) 1932-1934 Noterelle sulla politica del Machiavelli

Il moderno principe, il mito-principe non può essere una persona reale, un individuo concreto, può essere solo un organismo; un elemento di società complesso nel quale già abbia inizio il concretarsi di una volontà collettiva riconosciuta e affermatasi parzialmente nell'azione. Questo organismo è già dato dallo sviluppo storico ed è il partito politico, la prima cellula in cui si riassumono dei germi di volontà collettiva che tendono a divenire universali e totali. (..)

Ed. Einaudi, 1975, vol.III, pag. 1558

§ 7. Quistione dell’«uomo collettivo» o del «conformismo sociale». Compito educativo e formativo dello Stato, che ha sempre il fine di creare nuovi e piú alti tipi di civiltà, di adeguare la «civiltà» e la moralità delle piú vaste masse popolari alle necessità del continuo sviluppo dell’apparato economico di produzione, quindi di elaborare anche fisicamente dei tipi nuovi d’umanità. Ma come ogni singolo individuo riuscirà a incorporarsi nell’uomo collettivo e come avverrà la pressione educativa sui singoli ottenendone il consenso e la collaborazione, facendo diventare «libertà» la necessità e la coercizione?

Ed. Einaudi, 1975, vol.III, pp.1565/1566

§ 21. Continua del «Nuovo Principe». Si è detto che protagonista del Nuovo Principe non potrebbe essere nell’epoca moderna un eroe personale, ma il partito politico, cioè volta per volta e nei diversi rapporti interni delle diverse nazioni, quel determinato partito che intende (ed è razionalmente e storicamente fondato a questo fine) fondare un nuovo tipo di Stato.

Ed.Einaudi, 1975, vol.III, pag.1601

 

- sulla stesura del Quaderno 13 e 18 di Gramsci cfr. anche Guido Liguori, Quaderno 13 e Quaderno 18 - Noterelle sulla politica del Machiavelli - Niccolò Machiavelli II, IGS ITALIA, SEMINARIO SULLA STORIA DEI QUADERNI DEL CARCERE (28 OTTOBRE 2016) in https://www.igsitalia.org/images/Q13-e-Q18-Liguori.pdf









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