Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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sabato 7 dicembre 2024

ALLEANZE E BLOCCO STORICO IN GRAMSCI

 

di Aldo Serafini (Piattaforma Comunista)



Antonio Gramsci - Manoscritto Quaderni dal Carcere


Sull'accezione di “blocco storico” come espressione della questione delle alleanze è necessario soffermarsi, per via della sua importanza. Innanzitutto, dobbiamo notare che il "blocco storico" non può semplicisticamente essere ottenuto, nella teoria come nella pratica, come risultato della composizione di entità quali "classe operaia" e "classe contadina". Restringere il concetto di "blocco storico" a quello delle relazioni di classe, significherebbe trasferire il contenuto del blocco storico al solo livello strutturale, ignorando il ruolo delle sovrastrutture, che come abbiamo visto è sua parte integrante. Dunque "blocco storico" non può essere confuso o ridotto ad "alleanza" fra classi diverse, benché una forte alleanza fra diverse classi e strati sociali sia sempre elemento necessario di un determinato "blocco storico". Un determinato blocco storico esprime indubbiamente il modo in cui una forza sociale egemonica dentro un contesto locale, nazionale o internazionale, riesce a conquistare e consolidare il potere stabilendo un sistema di alleanze con le forze sociali alleate. Al tempo stesso rappresenta molto di più di ciò, poiché indica tanto l'effettiva integrazione di una varietà di classi e strati sociali, quanto la capacità di impedire che le classi avversarie si organizzino per creare un nuovo blocco storico. Implica dunque tutto un rapporto fra struttura e sovrastrutture. Gramsci, con il concetto di "blocco storico" comprende il peso e la funzione che i gruppi intermedi hanno nella realtà sociale (in particolare quella italiana ed occidentale), la loro incessante presenza e trasformazione in campo sociale e politico; ne coglie le loro contraddizioni e le loro potenzialità, se inquadrati sotto la direzione del proletariato. A ben vedere, questo aspetto del blocco storico si origina della constatazione che la lotta di classe, specialmente in campo politico, non si sviluppa unicamente come scontro di due classi antagoniste, bensì come scontro fra due costellazioni di forze, ognuna delle quali è costituita da una classe fondamentale e da altre classi e strati sociali articolati in modo più o meno organico all'interno di una coalizione, la cui solidità dipende da vari fattori. Di fronte al blocco storico costituito dalla classe proprietaria dei mezzi di produzione, tende dunque a formarsi il blocco diretto dalla classe più rivoluzionaria che aspira alla conquista del potere politico ed all'instaurazione della direzione politico-ideologica dell'intera società (dittatura del proletariato) come tappa transitoria per porre fine alla dominazione di classe. La corretta interpretazione del marxismo e l'acquisizione del leninismo consentono a Gramsci di porre le basi di un'analisi del blocco storico concretamente formatosi in Italia nel processo risorgimentale (quello industriale-agrario che impedì ogni partecipazione delle grandi masse) e di gettare le fondamenta di una strategia rivoluzionaria adeguata al contesto, che presenta caratteristiche e problemi tali che Lenin aveva colto quando affermava che "da noi a noi è stato più facile cominciare, a voi sarà più facile continuare". Gramsci sostiene che al blocco storico dominante della borghesia, costituito dall'alleanza tra industriali del Nord e grandi proprietari terrieri del Sud, si deve contrapporre l'alleanza tra operai del Nord e contadini poveri del Sud e del Nord. Nel suo ultimo manoscritto redatto da uomo libero, "Alcuni temi della questione meridionale" del 1926 (rimasto incompiuto), egli affermava che il proletariato "può diventare classe dirigente e dominante nella misura in cui riesce a creare un sistema di alleanze di classe che gli permetta di mobilitare contro il capitalismo e lo Stato borghese la maggioranza della popolazione lavoratrice, ciò che significa, in Italia, nei reali rapporti di classe esistenti, nella misura in cui riesce a ottenere il consenso delle masse contadine". [..] Fondamento del nuovo blocco storico è la capacità della classe operaia di portare dalla propria parte i contadini e, progressivamente, tutte le classi subalterne, facendo perno sul partito come avanguardia rivoluzionaria e centro organizzativo di un'articolata azione di direzione e ricomposizione.

da https://piattaformacomunista.com/BLOCCO_STORICO_GRAMSCI.pdf 



Aldo Serafini (Firenze, 1928-2023)

 

Sulle categorie analitiche dei "Quaderni dal carcere" di  Gramsci cfr. anche in questo blog

 

IL "NESSO" DIALETTICO

 

 

 

TORNIAMO A GRAMSCI. E AL SOGGETTO POLITICO. RIVOLUZIONARIO.

 







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