di
Aldo Serafini (Piattaforma Comunista)
Antonio
Gramsci - Manoscritto Quaderni dal Carcere
Sull'accezione di “blocco storico” come espressione della questione delle alleanze è
necessario soffermarsi, per via della sua importanza. Innanzitutto, dobbiamo
notare che il "blocco storico" non può semplicisticamente essere
ottenuto, nella teoria come nella pratica, come risultato della composizione di
entità quali "classe operaia" e "classe contadina".
Restringere il concetto di "blocco storico" a quello delle relazioni
di classe, significherebbe trasferire il contenuto del blocco storico al solo
livello strutturale, ignorando il ruolo delle sovrastrutture, che come abbiamo
visto è sua parte integrante. Dunque "blocco storico" non può essere
confuso o ridotto ad "alleanza" fra classi diverse, benché una forte
alleanza fra diverse classi e strati sociali sia sempre elemento necessario di
un determinato "blocco storico". Un determinato blocco storico
esprime indubbiamente il modo in cui una forza sociale egemonica dentro un
contesto locale, nazionale o internazionale, riesce a conquistare e consolidare
il potere stabilendo un sistema di alleanze con le forze sociali alleate. Al
tempo stesso rappresenta molto di più di ciò, poiché indica tanto l'effettiva
integrazione di una varietà di classi e strati sociali, quanto la capacità di
impedire che le classi avversarie si organizzino per creare un nuovo blocco
storico. Implica dunque tutto un rapporto fra struttura e sovrastrutture.
Gramsci, con il concetto di "blocco storico" comprende il peso e la
funzione che i gruppi intermedi hanno nella realtà sociale (in particolare
quella italiana ed occidentale), la loro incessante presenza e trasformazione
in campo sociale e politico; ne coglie le loro contraddizioni e le loro
potenzialità, se inquadrati sotto la direzione del proletariato. A ben vedere,
questo aspetto del blocco storico si origina della constatazione che la lotta
di classe, specialmente in campo politico, non si sviluppa unicamente come
scontro di due classi antagoniste, bensì come scontro fra due costellazioni di
forze, ognuna delle quali è costituita da una classe fondamentale e da altre
classi e strati sociali articolati in modo più o meno organico all'interno di
una coalizione, la cui solidità dipende da vari fattori. Di fronte al blocco
storico costituito dalla classe proprietaria dei mezzi di produzione, tende
dunque a formarsi il blocco diretto dalla classe più rivoluzionaria che aspira
alla conquista del potere politico ed all'instaurazione della direzione
politico-ideologica dell'intera società (dittatura del proletariato) come tappa
transitoria per porre fine alla dominazione di classe. La corretta
interpretazione del marxismo e l'acquisizione del leninismo consentono a
Gramsci di porre le basi di un'analisi del blocco storico concretamente
formatosi in Italia nel processo risorgimentale (quello industriale-agrario che
impedì ogni partecipazione delle grandi masse) e di gettare le fondamenta di
una strategia rivoluzionaria adeguata al contesto, che presenta caratteristiche
e problemi tali che Lenin aveva colto quando affermava che "da noi a noi è
stato più facile cominciare, a voi sarà più facile continuare". Gramsci
sostiene che al blocco storico dominante della borghesia, costituito dall'alleanza
tra industriali del Nord e grandi proprietari terrieri del Sud, si deve
contrapporre l'alleanza tra operai del Nord e contadini poveri del Sud e del
Nord. Nel suo ultimo manoscritto redatto da uomo libero, "Alcuni temi
della questione meridionale" del 1926 (rimasto incompiuto), egli affermava
che il proletariato "può diventare classe dirigente e dominante nella
misura in cui riesce a creare un sistema di alleanze di classe che gli permetta
di mobilitare contro il capitalismo e lo Stato borghese la maggioranza della
popolazione lavoratrice, ciò che significa, in Italia, nei reali rapporti di
classe esistenti, nella misura in cui riesce a ottenere il consenso delle masse
contadine". [..] Fondamento del nuovo blocco storico è la capacità della
classe operaia di portare dalla propria parte i contadini e, progressivamente,
tutte le classi subalterne, facendo perno sul partito come avanguardia
rivoluzionaria e centro organizzativo di un'articolata azione di direzione e
ricomposizione.
da https://piattaformacomunista.com/BLOCCO_STORICO_GRAMSCI.pdf
Aldo
Serafini (Firenze, 1928-2023)
Sulle categorie analitiche dei "Quaderni dal carcere" di Gramsci cfr. anche in questo blog
TORNIAMO
A GRAMSCI. E AL SOGGETTO POLITICO. RIVOLUZIONARIO.
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