Nei
gruppi subalterni, per l’assenza di iniziativa storica, la disgregazione è piú
grave, è piú forte la lotta per liberarsi da principii imposti e non proposti
autonomamente, per il raggiungimento di una coscienza storica autonoma. Come si
formerà? Come ognuno dovrà scegliere gli elementi che costituiranno | la
coscienza autonoma?
Cfr. Antonio Gramsci, "Quaderni dal
carcere", Q.8, 153, ed. dig. Einaudi
su ed. 1975, pag. 1412
Il mondo popolare subalterno costituisce, per la
società borghese, un mondo di cose più che di persone”.
E. de Martino, “ Intorno a una storia del mondo
popolare subalterno”, su Società nr.3/1949
Ma
quando il «subalterno» diventa dirigente e responsabile dell’attività economica
di massa, il meccanicismo appare a un certo punto un pericolo imminente,
avviene una revisione di tutto il modo di pensare perché è avvenuto un
mutamento nel modo sociale di essere. I limiti e il dominio della «forza delle
cose» vengono ristretti perché? perché, in fondo, se il subalterno era ieri una
cosa, oggi non è piú una cosa ma una persona storica,
Cfr. Antonio Gramsci, op.cit., Q. 11, 12, pag.1747
COSCIENZA
E IDEOLOGIA
Gramsci riflette sul
rapporto tra coscienza e ideologia presente in Marx già dall’Ideologia Tedesca
(IT) [1845-1846, ma pubblicata in URSS nel 1932 nel V volume (I sezione) della
MEGA (l’edizione delle opere complete di Marx ed Engels, la Marx Engels
Gesamtausgabe), a cura di Vladimir V. Adoratskij] secondo cui gli uomini
prendono coscienza dei conflitti economici nel terreno delle ideologie, e che
non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la
coscienza. Pertanto struttura (“i modi di produzione” nell’IT) e sovrastruttura
(la produzione delle idee e della cultura) costituiscono un insieme
interdipendente. Ma il passo di Marx cui Gramsci fa spesso riferimento è tratto
dalla «Prefazione» a ‘Per la critica dell’economia politica’, e suona, nella
traduzione utilizzata da Gramsci: «Dal cambiamento della base economica
risulta, presto o tardi, uno sconvolgimento di tutta la enorme soprastruttura.
Quando si fa l’esame di tali rivoluzioni, occorre sempre distinguere il rivolgimento
materiale – che può essere accertato con la precisione propria delle scienze
naturali – nelle condizioni economiche della produzione – dallo sconvolgimento
delle forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche,
ideologiche insomma, nelle quali gli uomini prendono coscienza del conflitto e
nel cui ambito lottano tra loro». Il passo è stato tradotto da Gramsci nei suoi
esercizi di traduzione. V. ‘Quaderni del carcere’, ed. Einaudi 1975, Appendice,
pp. 2358-2360.
La
'catarsi'
La formazione
‘molecolare’ della coscienza di classe non può che partire da una coscienza
critica. Critica dell’ideologia dominante, in questo caso definibile come
‘falsa coscienza’. La ‘falsa coscienza’ produce una ‘doppia subalternità’:
infatti il termine indica l’assoggettamento ideologico, usato per descrivere il
modo in cui i vari gruppi subalterni della società accettano, assimilano e anzi
difendono o promuovono attivamente idee che in ultima analisi agiscono contro i
loro stessi interessi concreti e materiali. La formazione della coscienza di
classe, consapevolezza del ruolo sociale e progettazione del rovesciamento
rivoluzionario degli assetti dominanti, cresce come ‘ideologia’, cioè come
concezione del mondo e della storia. Per cui ‘ideologia’, specularmente,
diventa l’intelletto motore della coscienza, e questa, della prassi
rivoluzionaria. Avviene quella che Carlos Nelson Coutinho ha definito
“catarsi”, un “processo attraverso il quale una classe operaia supera i propri
interessi economico-corporativi e si eleva a una dimensione universale
(attraverso la mediazione del nazionalpopolare); ossia è il momento nel quale
la classe smette di essere un puro fenomeno economico per convertirsi in un
soggetto cosciente della storia”,
(C.N.Coutinho, De
Rousseau a Gramsci - Ensaios de Teoria Política, Boitempo, p.161), sebbene i vari gradi di coscienza che
i gruppi subalterni presentano, in quanto ‘disgregati’, spetta al soggetto
politico rivoluzionario riunificare nella contesa egemonica.
"La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione. Le idee dominanti non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l'espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio".
Marx - Engels, Opere Complete 1845-1846, Editori Riuniti, 1972, Roma, vol. V pp. 44,
46.
Fu Engels ad usare per
la prima volta il termine ‘falsa coscienza’ nell’accezione di assorbimento
passivo di quello che poi Gramsci indicherà come ‘senso comune’ deleterio,
ma nello stesso tempo è un’accettazione
che opera attivamente ovviamente nella diffusione di massa: "un processo
che è compiuto, è vero, dal cosiddetto pensatore con coscienza, ma con una
falsa coscienza". [Marx e Engels, Opere
Complete (Carteggio 1893-1895), Engels a Mehring, Editori Riuniti, 1977,
Roma, vol. L pag. 109].
"Legato alla
contradditorietà della coscienza è il concetto di ideologia, di cui Gramsci coglie l'oscillazione semantica tra
verità e distorsione e che sarà oggetto di un intenso dibattito nel marxismo
prima e dopo la pubblicazione nel 1932 dell' Ideologia tedesca di Marx ed Engels.
Gramsci parte
dall'affermazione di Marx nella Prefazione
del '59 - che ribadisce in varie note dei Quaderni - secondo cui le
ideologie sono il terreno in cui "gli uomini prendono coscienza dei
conflitti economici". Nello stesso modo in cui distingue coscienze
diverse, distingue anche tra ideologie organiche
e ideologie arbitrarie, e opta per la
prassi intesa come filosofia e come concezione organica del mondo, in una
formula che acquisterà un posto preciso nel dibattito marxista, di cui Gramsci
non poteva ovviamente essere pienamente consapevole.
Gramsci sostiene che
l'ideologia, in quanto aspetto centrale della sovrastruttura, è un campo di
lotta - una "lotta incessante"
(Q.3, 56, 337) - e, al suo centro, la
filosofia della prassi come "piena coscienza delle contraddizioni" (Q.11, 62, 1487), come lotta e come
volontà che può dar vita alla cultura, al senso comune, alla visione del mondo,
alla "norma dell'azione collettiva" e quindi alla storia (Q.10, 17,
1255). "
Massimo Modonesi, Gramsci e il soggetto politico- Subalternità,
autonomia, egemonia, Bordeaux ed., 2024, pag.68
- Si potrebbe dire che
la coscienza rivoluzionaria che sfida l’egemonia del potere dominante, è
anch’essa un processo ‘molecolare’ che si forma progressivamente: una coscienza
che sfida il senso comune e le apparenze fenomeniche del sistema capitalista è
coscienza critica che si alimenta della propria posizione di classe. L’”odio
generico” che è presente anche nella coscienza politica, si trasforma in
coscienza di classe. La spinta di questa trasformazione è il soggetto politico
rivoluzionario.
LA
COMPRENSIONE CRITICA DI SE STESSI
avviene
quindi attraverso una lotta di «egemonie» politiche, di direzioni contrastanti,
prima nel campo dell’etica, poi della politica, per giungere a una elaborazione
superiore della propria concezione del reale. La coscienza di essere parte di
una determinata forza egemonica (cioè la coscienza politica) è la prima fase
per una ulteriore e progressiva autocoscienza in cui teoria e pratica
finalmente si unificano. Anche l’unità di teoria e pratica non è quindi un dato
di fatto meccanico, ma un divenire storico, che ha la sua fase elementare e
primitiva nel senso di «distinzione», di «distacco», di indipendenza appena
istintivo, e progredisce fino al possesso reale e completo di una concezione
del mondo coerente e unitaria. Ecco perché è da mettere in rilievo come lo
sviluppo politico del concetto di egemonia rappresenta un grande progresso
filosofico oltre che politico-pratico, perché necessariamente coinvolge e
suppone una unità intellettuale e una etica conforme a una concezione del reale
che ha superato il senso comune ed è diventata, sia pure entro limiti ancora
ristretti, critica.
Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, Q. 11, 12, cit., pag. 1744 e passim.
Le relazioni umane nel
sistema capitalista, in un paradigma di civiltà basato sul feticismo delle
merci (categoria marxiana del libro I de “Il Capitale”) sono intossicate dalla
mediazione del denaro, che intossica anche le coscienze. Bisogna sfidare senso
comune e conformismo di massa, in quanto la ‘falsa coscienza’, termine
utilizzato da Engels nel suo carteggio con Mehring, legittima il potere della
classe dominante. La formazione ‘molecolare’ di una coscienza critica di classe
è la possibilità stessa di sovvertire la ‘formazione economico-sociale’ delle
varie e dinamiche conformazioni che assume il sistema per riprodurre il suo
dominio politico e sovrastrutturale. La possibilità di una contesa egemonica,
come annota argutamente Gramsci, parte dunque da qui. Ed è una possibilità
rivoluzionaria.
a cura di
Ferdinando Dubla, Subaltern studies
Italia
vedi anche in questo
blog
LA
FORMAZIONE ‘MOLECOLARE’ DELLA COSCIENZA DI CLASSE IN ANTONIO GRAMSCI
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