Filosofia
e coscienza di classe - per un'ermeneutica gramsciana
Nel Luckács di
“Storia e coscienza di classe” del 1923, Gramsci vede il rischio specularmente
opposto a quello del ‘Saggio Popolare’ di Bucharin (1925) - idealismo -
determinismo meccanicista, critica che configura il suo di storicismo, non
assoluto, ma dialettico; + (ciò è ampiamente dimostrato dal concetto di ‘blocco
storico’ come elaborato da H.Portelli nel suo saggio tradotto e pubblicato in
Italia da Laterza nel 1973, anni fecondi per gli studi gramsciani, anche fuori
dalle pastoie accademiche, più stringenti sul piano politico) +
cfr. Ferdinando Dubla
(a cura di), Alle origini del gramsciano
"blocco storico" - Il raccordo della "questione
meridionale" con il tema dei subalterni del Quaderno 25 di Gramsci in
http://ferdinandodubla.blogspot.com/2024/12/alle-origini-del-gramsciano-blocco.html
la coscienza di classe’ deve costruirsi con l’intenzionalità pedagogica del ‘moderno Principe’, cioè il soggetto politico rivoluzionario. Questa formazione progressiva ma non lineare (‘molecolare’ rimanda a pervasità diffusa di elementi che si sedimentano nella coscienza in profondità) che passa dalla coscienza critica e dalla coscienza politica, è fondamento teoretico della filosofia della prassi, perchè tende alla risoluzione dialettica del nesso coscienza/ideologia.
Secondo Marx e Gramsci,
gli uomini prendono coscienza dei conflitti economici nel terreno delle
ideologie e non è la coscienza che determina la vita reale, ma la vita reale
che determina l’”astrazione determinata” della coscienza. Pertanto struttura
(“i modi di produzione” nell’Ideologia
Tedesca) e sovrastruttura (la produzione delle idee e della cultura)
costituiscono un insieme interdipendente. Ciò configura lo storicismo di
Gramsci (ma anche di Marx) come dialettico,
cfr. in questo blog:
Diventa fondamentale
dunque l’elaborazione analitica del ‘blocco storico’, che, sviluppando
l’interdipendenza strutturale e sovrastrutturale, pone il tema dell’alleanza
‘organica’ per l’unificazione dei gruppi subalterni.
- Il libro di Hugues Portelli “Gramsci e il blocco storico” edito in Italia da Laterza nel 1973 (ed.or.1971) è un testo che ha molto influenzato la critica gramsciana negli anni '70 e '80 del secolo scorso ed è di un autore di formazione cattolica.
* Hugues Portelli, nato
il 22 dicembre 1947 a Costantina (Algeria), è un giurista, professore di
diritto e scienze politiche e politico francese.
Laureato in scienze
politiche, è stato professore all'Università Panthéon-Assas (Parigi II).
Impegnato in politica, prima con il Partito Socialista poi con i
“Républicains“, è stato in particolare senatore della Val-d'Oise dal 2004 al
2017 e sindaco di Ermont dal 1996 al 2020.
Dal 2019 è preside
della facoltà di scienze sociali ed economiche dell'Istituto cattolico di
Parigi e presidente dell'Accademia cattolica di Francia.
Del 1974 è il suo
“Gramsci et la question religieuse“, con prefazione di Jean-Pierre Cot. Fu
pubblicato da Mazzotta in Italia nel 1977.
IV. di copertina
Lo
sviluppo di una direzione culturale delle classi subalterne, non più
"amorfe e arretrate", è possibile, ancor più quando il blocco storico
dominante subisce una crisi profonda. Secondo Portelli quello di Gramsci è il
solo vero tentativo marxista di porre globalmente la questione del passaggio al
socialismo nei paesi occidentali.
"In realtà, nel
rapporto tra struttura-sovrastruttura, la questione sta nell'individuazione del
nesso che determina la loro unità.
Il
"nesso organico" è dialettico per il tramite degli intellettuali
"Questo nesso, che
Gramsci definisce organico, corrisponde a una concreta, determinata organizzazione
sociale. Prendendo in esame un blocco storico, vale a dire una situazione
storica complessiva, è possibile distinguere al suo interno, da un lato, una
struttura sociale - le classi - direttamente determinata dal rapporto delle
forze produttive, e, dall'altro, una sovastruttura ideologica e politica. Il
legame organico tra questi due elementi è assicurato da certi strati sociali,
che hanno la funzione di operare non al livello economico, ma al livello
sovrastrutturale: gli intellettuali."
Portelli, op. cit., pag. XI
a cura di Ferdinando Dubla, Subaltern studies Italia
Subaltern studies Italia
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