venerdì 2 aprile 2010
QUELL'ITALIA TRADITA
Come è difficile commentare il voto delle regionali 2010!
Siamo infatti avvolti da una grancassa mediatico-propagandistica che cerca di celebrare trionfi laddove ci sarebbe invece bisogno di un’analisi attenta e pacata, nonché molto, moltissimo preoccupata.
E’ andato in secondo piano il dato più rilevante di tutti: l’alto tasso di astensionismo, ormai quasi il 40% dell’elettorato avente diritto, che dimostra una crisi grave della politica del nostro paese, una disaffezione che sta crescendo sempre di più, una risposta certamente sbagliata, ma rimarchevole, che diminuisce i già angusti spazi della nostra democrazia che sta assomigliando sempre più ad un regime soffocante e autoritario.
Il PDL sta cantando la vittoria del suo duce, quando, in voti assoluti, rispetto alle europee, ha perso 2 milioni e mezzo di elettorato!!
E il PD, che ne ha perso un milione, minimizza per non riflettere a fondo sui tanti, troppi errori commessi, in specie in Piemonte, Lazio, Campania e Calabria. E si sarebbe aggiunta anche la Puglia, se non ci fosse stata la fermezza di Nichi Vendola che li ha trascinati obtorto collo alle primarie e alla fine, con la sua vittoria, ha lasciato aperta la porta di una possibile speranza di rinnovamento del quadro politico a sinistra.
I veri vincitori di queste elezioni, purtroppo, oltre gli astensionisti, sono stati i leghisti del nord, senza dei quali la destra sarebbe alle pezze. E c’è davvero da amareggiarsi se si pensa che stiamo andando alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E’ un’Italia tradita quella del Risorgimento, che tanto costò in vite umane e sacrifici inenarrabili.
Non c’è bisogno della retorica patriottica, di cui la destra è piena solo a parole, ci sarebbe bisogno invece di una rinnovata coesione sociale nelle politiche attive e nella salvaguardia dei nostri principi costituzionali.
I meridionali che votano a destra, si rendono conto che stanno consegnando l’Italia a questa banda di razzisti xenofobi che solleticano i bassi istinti delle loro popolazioni? La Lega si avvantaggia del vuoto di speranze e prospettive: si presenta addirittura come partito anti-sistema, di protesta, quando occupa tutto il potere, al governo e nelle istituzioni: i miracoli all’italiana!
E i migliori alleati dei leghisti sono, qui al Sud, le mafie, le attività della criminalità organizzata, l’ignobile voto di scambio, il clientelismo malato che trasforma il diritto in favoritismo (vedi le denunce circostanziate di Roberto Saviano e di Rifondazione Comunista in Campania).
La sinistra fuori del PD ha difficoltà a radicarsi in una società civile ammalata e corrotta, che non vota secondo ideali, secondo valori, secondo limpide opzioni politiche: la unitaria Federazione della sinistra (Rifondazione con il PdCI come assi portanti) sconta un clima avvelenato, in cui, tra sbarramenti elettorali e discriminazioni inaccettabili, si vede privare di molti consensi tra le fasce più deboli e esposte al ricatto occupazionale. Non basta avere ragione: è necessario anche contare nelle stanze del potere, altrimenti si rischia l’estinzione.
Qualche segnale positivo c’è stato dal responso delle urne: il declino di Cito qui a Taranto, che ha visto l’affermazione di Vendola oltre il 50%, la non elezione del leghista Castelli e del ministro fannullone Brunetta a sindaci di Lecco e Venezia. Bene, ma troppo poco. La battaglia deve continuare, anche (e soprattutto) a urne chiuse.
Che una vera Pasqua di resurrezione sia vicina.
Siamo infatti avvolti da una grancassa mediatico-propagandistica che cerca di celebrare trionfi laddove ci sarebbe invece bisogno di un’analisi attenta e pacata, nonché molto, moltissimo preoccupata.
E’ andato in secondo piano il dato più rilevante di tutti: l’alto tasso di astensionismo, ormai quasi il 40% dell’elettorato avente diritto, che dimostra una crisi grave della politica del nostro paese, una disaffezione che sta crescendo sempre di più, una risposta certamente sbagliata, ma rimarchevole, che diminuisce i già angusti spazi della nostra democrazia che sta assomigliando sempre più ad un regime soffocante e autoritario.
Il PDL sta cantando la vittoria del suo duce, quando, in voti assoluti, rispetto alle europee, ha perso 2 milioni e mezzo di elettorato!!
E il PD, che ne ha perso un milione, minimizza per non riflettere a fondo sui tanti, troppi errori commessi, in specie in Piemonte, Lazio, Campania e Calabria. E si sarebbe aggiunta anche la Puglia, se non ci fosse stata la fermezza di Nichi Vendola che li ha trascinati obtorto collo alle primarie e alla fine, con la sua vittoria, ha lasciato aperta la porta di una possibile speranza di rinnovamento del quadro politico a sinistra.
I veri vincitori di queste elezioni, purtroppo, oltre gli astensionisti, sono stati i leghisti del nord, senza dei quali la destra sarebbe alle pezze. E c’è davvero da amareggiarsi se si pensa che stiamo andando alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E’ un’Italia tradita quella del Risorgimento, che tanto costò in vite umane e sacrifici inenarrabili.
Non c’è bisogno della retorica patriottica, di cui la destra è piena solo a parole, ci sarebbe bisogno invece di una rinnovata coesione sociale nelle politiche attive e nella salvaguardia dei nostri principi costituzionali.
I meridionali che votano a destra, si rendono conto che stanno consegnando l’Italia a questa banda di razzisti xenofobi che solleticano i bassi istinti delle loro popolazioni? La Lega si avvantaggia del vuoto di speranze e prospettive: si presenta addirittura come partito anti-sistema, di protesta, quando occupa tutto il potere, al governo e nelle istituzioni: i miracoli all’italiana!
E i migliori alleati dei leghisti sono, qui al Sud, le mafie, le attività della criminalità organizzata, l’ignobile voto di scambio, il clientelismo malato che trasforma il diritto in favoritismo (vedi le denunce circostanziate di Roberto Saviano e di Rifondazione Comunista in Campania).
La sinistra fuori del PD ha difficoltà a radicarsi in una società civile ammalata e corrotta, che non vota secondo ideali, secondo valori, secondo limpide opzioni politiche: la unitaria Federazione della sinistra (Rifondazione con il PdCI come assi portanti) sconta un clima avvelenato, in cui, tra sbarramenti elettorali e discriminazioni inaccettabili, si vede privare di molti consensi tra le fasce più deboli e esposte al ricatto occupazionale. Non basta avere ragione: è necessario anche contare nelle stanze del potere, altrimenti si rischia l’estinzione.
Qualche segnale positivo c’è stato dal responso delle urne: il declino di Cito qui a Taranto, che ha visto l’affermazione di Vendola oltre il 50%, la non elezione del leghista Castelli e del ministro fannullone Brunetta a sindaci di Lecco e Venezia. Bene, ma troppo poco. La battaglia deve continuare, anche (e soprattutto) a urne chiuse.
Che una vera Pasqua di resurrezione sia vicina.
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