Molti pensano che il contrario di libertà sia schiavitù. Può esser vero, ma sul piano astratto. Il contrario di libertà è necessità. E lo è sul piano storico, non astratto. Così è per le certezze assolute: esse scientificamente possono essere assunte solo come probabilità.
/ “Io so che il problema non è quello della 'libertà' ma quello dei suoi 'limiti'” (e. de martino)/
Il comunismo marxiano, critico del liberalismo classico, in quanto formalistico, converge progettualmente con l’anarchismo, che tende alla conquista della reale libertà sociale, che è l’autodeterminazione, obiettivo che Gramsci indicherà, nei Quaderni, come ‘società autoregolata’. La polemica di Marx, molto aspra, con gli anarchici della Prima Internazionale (che conduce all'espulsione di Bakunin e dei “bakunisti”, decisa da parte di Marx al Congresso di Hague nel 1872) riguardava la battaglia politica di immediato-medio raggio, le fasi di transizione, appunto, in quanto la prospettiva socialista transitoria si compie solo con l’estinzione dello stato come strumento di coercizione e in quanto autorealizzazione dell’”uomo onnilaterale”. Mentre l'orizzonte del liberalismo, a partire da Locke, è quello della "tolleranza" e della preservazione della proprietà privata, l'orizzonte comunista si allarga alla società senza classi, in cui l'autodirezione si conquista dall'eterodirezione del collettivo sull'individuo. Dunque, il libertarismo, non il liberalismo, è ascendenza teorica del socialismo marxista.
- l’autodisciplina intellettuale e l’autonomia morale, categorie che Gramsci impiega soprattutto nelle sue note sulla scuola e sulla pedagogia, sono conquiste possibili solo costruendo la società «autoregolata», antitetica alla concezione di stato liberale e liberista come "guardiano notturno" degli squilibri di mercato, non discendono dall’empireo delle idee astratte, ma dal concreto operare della lotta delle classi. ~ fe.d.
Marx e Bakunin
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