Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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lunedì 5 dicembre 2022

LA PRESENZA di DE MARTINO

 

per report seminario Avetrana “Gramsci e gli studi subalterni in Italia”, biblioteca “Agnese Carlone”, 4.12.2022 #SubalternStudiesItalia


L’attualità della ricerca di Ernesto de Martino


La crisi della presenza come annientamento della soggettività. La complessa categoria ermeneutica di de Martino, poteva prendere la piega della discussione scolastica del debito esistenzialistico o dell’ontologia filosofica dell’essere-esserci di Heidegger; nella nostra discussione seminariale, invece, è apparsa insieme alle ombre dei braccianti del sud che alle 5 del mattino, prelevati da caporali se andava bene, si recavano nei campi prima della luce dell’alba per una misera paga. Ci è apparsa nelle sembianze degli invisibili precari di oggi, gioventù senza contributi a inseguire sogni, nelle cassiere dei nostri supermercati, in bicicletta a consegnare pizze, sulla gru dell’Ilva nella tempesta di vento, nei migranti disperati approdati sulle nostre coste salentine da clandestini, fortunati di non essere in fondo al mare; e nelle mani nere e rosse dei profughi di Capitanata alla raccolta dei pomodori. La labilità della presenza connette l’inchiesta antropologica dei subalterni alla latitudine Sud dell’Occidente alla filosofia dell’apocalisse. Attualità di de Martino fuori dall’Accademia e per strada, alla ricerca del suo escatòn, il riscatto subalternista. (fe.d.)

 



Ciò che rischia di perdere la presenza è il manifestarsi della storicità della condizione umana, lo sporgere di tale storicità nei momenti critici dell’esistenza. Al limite, ogni esperienza di una situazione «nuova» è critica, ed è nuova ogni situazione che, in una società data, pone in essere per la coscienza la distanza fra l'accadere in senso naturale (che è o può essere contrario all’uomo) e il far accadere in senso culturale (che tende a decidere le situazioni secondo valori umani, secondo iniziative innestate in tradizioni dell’operare). Quando una situazione ha luogo nel vuoto di qualsiasi tradizione culturale del comportarsi realisticamente efficace (come nelle grandi catastrofi naturali, nelle malattie mortali e nella morte), è la stessa presenza che si perde, che resta senza margine dell'operare, e dilegua.

Da Ernesto de Martino, Presenza, vitalità, storicità in La fine del mondo, Einaudi, Torino, 2019, p. 454




Nella composizione fotografica Ernesto de Martino è con la sua compagna Vittoria De Palma in auto mentre gira il Salento del circondario di Galatina per l’inchiesta antropologico culturale sul rito della taranta, poi pubblicata nel 1961 con il titolo “La terra del rimorso”. Siamo nella tipica canicola agostana salentina del 1959.



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