Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 5 giugno 2020

STORICISMO DIALETTICO

Lo storicismo marxista è dialettico  
CHE COS’E’ LO STORICISMO, se non una filosofia della storia che esclude il caso per la necessità? Nella storia vi è “astuzia”, quella della ragione (Hegel), ma per il borbonico Giambattista Vico era la Provvidenza (dopo la fama ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, nel 1735 ottenne dal re Carlo III di Borbone, la carica di storiografo regio). Il Vico, ponendo al centro la storia come soggetto, perché opera umana e dunque realmente conoscibile (vero e fatto reciprocantur, seu convertuntur) non riesce a equilibrare il volere provvidenziale (la necessità nella libertà) dal libero umano arbitrio (libertà nella necessità). Dunque la storia, pur essendo soggetto, diventa oggetto (della Provvidenza). All’interno della storia, dunque, è presente una logicità, un principio di direzione trascendente, che però si media in modo immanente con il libero arbitrio degli umani. Come, non è possibile sapere, perché disegno provvidenziale divino, e solo il dio sa, perché lo fa. Fu Benedetto Croce a pensare la storia nell’azione, la storia come storia dello Spirito infinito, come progressiva ascesa alla libertà, già data come necessità e non come possibilità, ma, rispetto al Vico, aveva dietro Hegel o, ancor di più, la ricezione dell’idealismo tedesco in Italia, del Silvio Spaventa.  
Marx non poté fare a meno di Hegel, in cui tutta la storia del mondo viene ricondotta al divenire fenomenologico e dialettico della coscienza, così come dei giovani hegeliani, ma non per questo non ne fu l’aspro critico sovvertitore.
Gramsci non poté fare a meno di Croce, così come delle traduzioni dell’idealismo in attualismo gentiliano, ma non per questo non ne fu l’aspro critico sovvertitore. Storicismo dialettico, perché contro il positivismo determinista, matrice di un materialismo ‘volgare’, per un marxismo critico in quanto creativa filosofia della prassi, olistica perché unitaria, non autosussistente, ma autonoma. Gramsci oppositore di “ogni concezione disposta a vedere nella storia l’espressione di un’”intima e infallibile razionalità”, che procede “con interna necessità”, contro l’assoluto che è e resta assoluto anche se non è “una realtà immota al di là delle stelle, ma il processo stesso del reale, cioè la storia” [in Carlo Antoni, Storicismo e antistoricismo, Morano, 1964, pag.35].
Infine De Martino, con i migliori maestri dello storicismo napoletano, come l’Adolfo Omodeo, interpretò la natura umana come “interna” alla storia, dando senso e significato alla sua stessa impostazione di ricerca sul campo delle classi subalterne. Per De Martino, lo storicismo fu romanzo di formazione, uno stile del pensiero interpretativo con al centro la metodologia delle scienze storico-sociali a cui si accompagnava “lo sforzo di definire la struttura oggettiva del campo di ricerca delle stesse [definizione di storicismo da Pietro Rossi, Lo storicismo contemporaneo, Loescher, 1977, pp.X, XIII, XVIII]. Una concezione esistenziale della storicità entrava, nell’antropologia filosofica demartiniana, dal pensiero di Heidegger, fatto scendere dall’empireo spirituale e del linguaggio astratto e trascendente, ad una ben viva e reale struttura ontologica dell’”esser-ci” in quanto presenza e sua crisi di “essere nel mondo”.
Storicismo idealistico (legato ad una metafisica del pensiero, assoluto) e storicismo marxista (dialettico, legato alla filosofia della prassi rivoluzionaria e a nuovo umanesimo), non sono, dunque, lo stesso. Pensare l’infinito è dell’umana possibilità; altro è pensare di trascenderlo fermandolo e determinandolo come fosse finito. Lo storicismo nasce dalla volontà dell’uomo di trascendere la storia creata da egli medesimo.
“poiché abbracciamo il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza dei beni; vediamo le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò dimostra che siamo capaci di pensare l'infinito.” (Giambattista Vico, De antiquissima, 6)
“Che cos’è lo storicismo? E’ una visione della vita e del mondo fondata sulla persuasione critica che la realtà si risolve, senza residuo, nella storia, e che la realtà storica umana, nelle sue individuali manifestazioni, è integrale opera dell’uomo ed è conoscibile senza residuo dal pensiero umano”. E.De Martino, in Coscienza religiosa e coscienza storica, Nuovi argomenti 14 (mag.-giu.1955), p.89.
“Questa libera concezione dialettica, che vede nella storia il dramma doloroso della vita, ma anche la sua invenzione, genialità, felicità, affranca dalla schematica obbligatorietà dell’ordine hegeliano, l’ultima forma dell’ordo temporum dei teologi, e celebra la nostra libertà e responsabilità di fronte alla storia.”, [Carlo Antoni, Storicismo e antistoricismo, ivi, pag.87].
vedi anche: Eugenio Garin, Storicismo in Enciclopedia del Novecento, Roma, Treccani, 1984
ferdinando dubla, giugno 2020
Antonio Gramsci (1891/1937)

Ernesto De Martino (1908/1965) 

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