Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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domenica 12 ottobre 2025

CRONACHE DA ZUNYI

 

quando Mao Ze Dong trasformò la guida della rivoluzione cinese in guida politica del PCC (1935-1943)




Mao Zedong non fu mai formalmente espulso dal Partito Comunista Cinese (PCC), ma ci furono momenti di tensione e di marginalizzazione durante la sua ascesa politica, soprattutto negli anni '30.

Durante i primi anni '30, specialmente nei periodi in cui i “Ventotto Bolscevichi” avevano una notevole influenza nel partito, Mao fu relegato a ruoli meno significativi. Le sue idee e strategie non godevano di grande supporto ai vertici del partito, che erano più inclini a seguire le direttive del Comintern e le tattiche di insurrezione urbana.

(vedi I 'VENTOTTO BOLSCEVICHI' CINESI, WANG MING E MAO ZE DONG, http://ferdinandodubla.blogspot.com/2025/10/i-ventotto-bolscevichi-cinesi-wang-ming.html)

 

La Conferenza di Zunyi del gennaio 1935 fu un momento cruciale per Mao. Tenutasi durante la Lunga Marcia, fu una svolta significativa nel suo ruolo nel PCC. Prima di questa conferenza, Mao era stato in parte emarginato dai vertici del partito. Tuttavia, a Zunyi, riuscì a ottenere il consenso per la sua strategia basata sulla guerriglia rurale, guadagnando un ruolo centrale nella leadership del partito.

 


La Conferenza di Zunyi fu una riunione del Partito Comunista Cinese (PCC) che si tenne nel gennaio 1935 durante la lunga marcia. Questo incontro comportò una lotta di potere tra la leadership di Bo Gu e Otto Braun e l'opposizione guidata da Mao Zedong.


L'agenda principale della conferenza era esaminare il fallimento del partito nella regione di Jiangxi e valutare le opzioni allora disponibili. Bo Gu fu il primo a parlare, presentando un rapporto generale. Riconobbe che la strategia utilizzata nello Jiangxi era fallita, senza però assumerne la colpa, affermando che la mancanza di successo non fosse dovuta a una scarsa pianificazione. Successivamente, Zhou presentò un rapporto sulla situazione militare con uno stile apologetico, ma, contrariamente a Bo, ammise che erano stati anche commessi errori. Zhang Wentian poi condannò i leader per la debacle dello Jiangxi in una lunga e critica relazione, supportata da Mao e Wang. La distanza di Mao dal potere negli ultimi due anni lo aveva lasciato irreprensibile dei recenti fallimenti e in una posizione forte per attaccare la leadership.


Mao insistette sul fatto che Bo Gu e Otto Braun avessero commesso errori militari fondamentali, utilizzando tattiche di pura difesa invece di intraprendere una guerra più mobile. I sostenitori di Mao guadagnarono slancio durante l'incontro e Zhou Enlai alla fine si spostò verso Mao. In conformità con il principio della democrazia della maggioranza, furono rieletti il segretariato del Comitato Centrale e il Comitato Centrale Rivoluzionario e Militare del PCC. Bo e Braun furono retrocessi, mentre Zhou mantenne la sua posizione condividendo ora il comando militare con Zhu De. Zhang Wentian assunse la posizione precedente di Bo, mentre Mao si unì nuovamente al comitato centrale.


- La Conferenza di Zunyi confermò che il PCC avrebbe dovuto allontanarsi dai 28 bolscevichi avvicinandosi a Mao. Fu vista come una vittoria per quei vecchi membri del PCC che avevano le radici in Cina e, al contrario, rappresentò una grande perdita per quei membri del PCC, come i 28 bolscevichi, che avevano studiato a Mosca, addestrati dal Comintern e dall'Unione Sovietica, e potevano essere considerati protetti o agenti del Comintern. Dopo la conferenza di Zunyi, l'influenza e il coinvolgimento del Comintern negli affari del PCC furono notevolmente ridotti.


da History Maps, riadattato.

 

Mao guida della rivoluzione e del PCC


Mao dunque diventò nel 1935  la guida politica sia della rivoluzione sia del PCC


Anche il 1942 è stato uno degli anni chiave in cui ha consolidato significativamente il suo potere all'interno del Partito Comunista Cinese.


Il Movimento di Rettifica di Yan'an, avviato in quell'anno, ha svolto un ruolo importante in questo processo, consolidando la sua posizione come guida ideologica e politica del partito. Tuttavia, ci sono stati altri momenti e fattori cruciali:


Lunga Marcia (1934-1935): questo evento ha fatto emergere Mao come figura principale nel partito, dimostrando la sua capacità di leadership in condizioni estremamente difficili.


Conferenza di Zunyi (1935): durante questa conferenza, Mao riuscì a ottenere un maggiore controllo strategico e a ridurre l'influenza dei quadri dirigenti precedenti.


Resistenza contro il Giappone (1937-1945): Mao fu riconosciuto per la sua leadership durante la guerra contro i giapponesi, il che rafforzò la sua posizione.


Fine della Guerra Civile Cinese (1949): la vittoria dei comunisti e la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese con Mao come leader riconosciuto segnarono il culmine del suo percorso rivoluzionario.


Quindi, mentre il 1942 è stato sicuramente un anno cruciale nel consolidamento del potere di Mao, diventare il leader incontrastato della rivoluzione cinese è stato un processo che si è sviluppato nel corso di diversi anni e eventi.

 

Il consolidamento ideologico (1942)


Con l'avvio del Movimento di Rettifica (Cheng Feng), Mao lanciò una campagna sistematica per estirpare tutte le tendenze ideologico-politiche considerate dannose, mirando in particolare ai quadri formatisi in Unione Sovietica (come i "28 Bolscevichi"). Questo periodo, dal 1942 al 1944, vide l'affermarsi della sua strategia nella pratica rivoluzionaria come strategia anche teorica del PCC.

Il punto di svolta formale e istituzionale avvenne nel 1943. In quell'anno, Mao fu eletto Presidente del Comitato Centrale e del Politburo, i titoli più alti all'interno del Partito.

La sua posizione fu poi definitivamente sancita dal Settimo Congresso del Partito nel 1945, dove il "Pensiero di Mao Zedong" fu iscritto nello statuto del PCC come linea guida ufficiale.

In sintesi:

• 1935: inizio dell'ascesa (controllo militare).

• 1942: inizio della campagna Cheng Feng (maggioranza politica e marginalizzazione delle opposizioni).

• 1943: riconoscimento politico sia della guida della rivoluzione sia del Partito Comunista

 

 

a cura di Ferdinando Dubla

 

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sullo stesso argomento 





martedì 7 ottobre 2025

I 'VENTOTTO BOLSCEVICHI' CINESI, WANG MING E MAO ZE DONG

 


'Frontismo' cominternista e linea politica rivoluzionaria

 

Il quinto plenum del Comitato Centrale del PCC del gennaio 1934 consolidò le posizioni di quei dirigenti espressione delle politiche di Mosca: erano chiamati i “Ventotto Bolscevichi” ed erano guidati da Wang  Ming *

Questo gruppo era composto da membri del Partito Comunista Cinese che avevano studiato a Mosca presso l'Università Comunista dei Lavoratori d’’Oriente e che erano fortemente influenzati dalle politiche e dall'ideologia sovietica. Erano talvolta visti come rappresentanti di un orientamento più ortodosso e allineato con l'Unione Sovietica all'interno del partito.

 

Il conflitto con Mao Zedong

 

Disaccordi strategici:  i “Ventotto Bolscevichi,” guidati da Wang Ming, sostenevano strategie rivoluzionarie più in linea con le direttive dell'Internazionale Comunista. Questo spesso contrastava con le strategie di Mao, che enfatizzavano l'importanza della guerriglia rurale e l'adattamento delle tattiche alle specifiche condizioni cinesi piuttosto che seguire meccanicamente direttive esterne.

Rapporto con l'Unione Sovietica: i “Ventotto Bolscevichi” tendevano a mantenere una stretta adesione alle strategie e tattiche promosse dall'Unione Sovietica e dall'Internazionale Comunista. Mao riteneva che l'applicazione di strategie guidate da ortodossie interpretative del marxismo e del leninismo fossero inappropriate per la realtà cinese che doveva ricercare una via rivoluzionaria indipendente.

Ascesa di Mao: nonostante il potere e l'influenza iniziale dei “Ventotto Bolscevichi,” le strategie di Mao dimostrarono maggiore efficacia sul campo, specialmente durante la Lunga Marcia (1934-1935)  e il consolidamento delle forze comuniste nelle aree rurali. Questo portò a un cambio di leadership e strategie, contribuendo all'ascesa di Mao all'interno del partito. Mao infatti criticava i cosiddetti “Ventotto Bolscevichi” per una certa rigidità e incapacità di comprendere le realtà del contesto cinese rurale. Era una lotta tra “due linee”, che fu più tardi teorizzata come tratto distintivo della lotta di classe interna.

Nel complesso, il conflitto tra Mao e i “Ventotto Bolscevichi” rappresentava una lotta più ampia per definire la direzione e le strategie del Partito Comunista Cinese durante un periodo critico della sua storia.

————————————————- 

* Wang Ming, nato Chen Shaoyu (1904-1974) fu una figura importante nel Partito Comunista Cinese (PCC) negli anni '30 e '40. Era uno dei leader dei “Ventotto Bolscevichi”, giovani comunisti cinesi formati presso l'Università Comunista dei Lavoratori d'Oriente a Mosca. Questo gruppo era noto per il suo forte allineamento con le politiche del Comintern (Internazionale Comunista). Wang Ming era noto per la sua vicinanza all'impostazione strategica sovietica. Nel 1956, si recò in Unione Sovietica per motivi di salute e non fece più ritorno in Cina. Durante il suo soggiorno in Unione Sovietica, continuò a criticare il maoismo e il percorso politico intrapreso da Mao Zedong. Wang Ming rimase in Unione Sovietica fino alla sua morte nel 1974. La sua posizione critica verso il maoismo e il suo esilio di fatto in URSS riflettono le profonde divisioni ideologiche all'interno del Partito Comunista Cinese in quel periodo. 



Nell'immagine del 1937 scattata a Yan'an, Mao Zedong e Wang Ming, due figure chiave del Partito Comunista Cinese, sono fianco a fianco durante una fase cruciale della rivoluzione cinese. Questo periodo a Yan'an è noto per il consolidamento del potere di Mao e la definizione delle strategie che avrebbero guidato il partito negli anni a venire. - foto da Wikipedia

 

La foto si riferisce a un momento critico nelle dinamiche interne del Partito Comunista Cinese (PCC) durante la seconda metà degli anni '30, quando le tensioni tra Wang Ming e Mao Zedong emersero in modo significativo.

 

Contesto e significato:

- Fronte Unito: si riferisce alla collaborazione tra il Partito Comunista Cinese e il Kuomintang (KMT) contro l'invasione giapponese. C'erano differenze di opinioni su come questa collaborazione dovesse essere gestita. Wang Ming credeva fermamente nell'importanza di lavorare all'interno del quadro dell'alleanza, mentre Mao insisteva sul mantenimento dell'indipendenza del PCC e sulla flessibilità tattica.

- Conflitto strategico: la divergenza di opinioni rifletteva le diverse strategie politiche di Wang Ming e Mao Zedong. Wang, sostenitore di un approccio cooperativo con il KMT, seguiva le linee guida dell'Internazionale comunista a Mosca, mentre Mao enfatizzava la necessità di consolidare il potere e l'influenza del PCC indipendentemente dall'alleanza.

- La decisione di Wang Ming di trasferirsi a Wuhan, mostrava la sua fede nel Fronte Unito, ma permise a Mao di rafforzare la sua posizione a Yan'an, che era la base centrale del PCC. Durante questo periodo, Mao riuscì a consolidare ulteriormente il suo potere all'interno del partito.

 

- Le conseguenze: l'uscita di Wang Ming da Yan'an lasciò il campo aperto a Mao per affermarsi come leader indiscusso all'interno del PCC durante la Guerra di Resistenza contro il Giappone, conducendo il partito attraverso una fase critica della sua evoluzione.

 

Il periodo in discussione specificatamente risale alla fine degli anni '30, intorno al 1937-1938, durante la Seconda guerra sino-giapponese, un tempo di grande tumulto e riorganizzazione politica sia per la Cina che per il Partito Comunista Cinese.

La traiettoria politica di Wang Ming fu particolarmente segnata dalla sua tensione con Mao Zedong. Dopo lo scioglimento del Comintern nel 1943, le aspirazioni politiche di Wang svanirono, costringendolo a subire sconfitte politiche durante il cosiddetto movimento di rettifica di Yan'an, avviato da Mao nel 1942.  Fu indotto a confessare pubblicamente i suoi errori. Mao, su pressione dell'Unione Sovietica, lo incluse però formalmente nel partito, ma con ruoli marginali.

 

PER SEMPRE “UOMO DI MOSCA”

Dopo l'istituzione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, Wang trovò un ruolo come direttore del Comitato legale centrale del partito ma partì poi per Mosca nel 1956 per cure mediche, non facendo più ritorno in Cina. In Unione Sovietica, Wang divenne critico del PCC, specialmente durante le tensioni sino-sovietiche degli anni '60 e '70. Mentre i suoi scritti offrirono preziose informazioni storiche sul PCC, alla fine Wang evitò le conseguenze della Rivoluzione culturale, restando a Mosca fino alla sua morte nel 1974. 



Il movimento rivoluzionario nei paesi coloniali - Discorso al VII Congresso dell'Internazionale Comunista, 1935 di Wang Ming

 

Il discorso di Wang Ming al VII Congresso dell'Internazionale Comunista nel 1935 è un'importante testimonianza del ruolo delle colonie e dei movimenti rivoluzionari nel contesto globale del comunismo. Durante questo congresso, Wang Ming sottolineò la necessità di sostenere attivamente i movimenti indipendentisti e rivoluzionari nei paesi coloniali come parte della lotta contro l'imperialismo internazionale.

L'abstract del discorso di Wang Ming:

1. Solidarietà internazionale: necessità di rafforzare l'unità e la cooperazione tra i lavoratori di tutto il mondo e i movimenti di liberazione nazionale nei paesi coloniali. Wang Ming sostenne che le lotte nelle colonie erano strettamente legate alla lotta globale contro il capitalismo e dovevano essere integrate nella strategia del movimento comunista internazionale.

2. Opposizione all'imperialismo: Wang mise in evidenza come l'imperialismo fosse una forza opprimente nei paesi coloniali, sfruttando risorse e popolazioni a proprio vantaggio. Egli sosteneva che il rovesciamento dei regimi imperialisti fosse essenziale per il progresso del socialismo mondiale.

3. Ruolo del Partito Comunista: Wang Ming enfatizzò l'importanza di rafforzare i partiti comunisti nei paesi coloniali, così che potessero guidare i movimenti di liberazione nazionale e svolgere un ruolo centrale nella coscienza politica e nell’organizzazione delle masse.

4. Fronte Unito: come parte della linea generale del VII Congresso, Wang Ming sottolineò la necessità per i comunisti di collaborare con altri movimenti e forze progressiste nei paesi coloniali per formare un fronte unito contro l'oppressione coloniale.

Il discorso di Wang Ming rifletteva il consenso dell'Internazionale Comunista di quel tempo, che vedeva nei movimenti nazionalisti dei paesi colonizzati un alleato chiave nella lotta contro l'espansione imperialista e un contrappeso alle potenze capitaliste occidentali. Questo approccio avrebbe avuto un impatto duraturo sui movimenti comunisti nei paesi in via di sviluppo nel corso del XX secolo. 



In conclusione:

Wang Ming era un dottrinario, aveva studiato a Mosca e a Mosca tornerà a vivere fino alla fine dei suoi giorni, criticando Mao e la rivoluzione a cui pure aveva dato un importante contributo passando da Yan’an. Come ‘capo’ dei ‘Ventotto bolscevichi’ era una cinghia di trasmissione del Comintern e soprattutto alfiere del ‘frontismo’, a cui lavorò alacremente. Fronte comune con i nazionalisti di Chiang Kai-Shek del Kuomintang (KMT) in lotta permanente per l’egemonia del movimento rivoluzionario a colpi di massacri e assassinii mirati. Di comunisti. Ma che vide prevalere i comunisti maoisti proprio perchè l’alleanza frontista fu considerata solo tattica contro l’invasione dei giapponesi in Manciuria. E soprattutto perchè non furono sopraffatti dall’approccio cominternista che si voleva 'ortodosso' rispetto alle idealità marxiste del primato della forza motrice della rivoluzione, il proletariato industriale. L’autonomia di Mao da Stalin si misurò proprio sulla forza motrice della lotta di classe. In Cina, era il mondo sterminato dei subalterni contadini poveri. /

a cura di Ferdinando Dubla

 

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domenica 28 settembre 2025

LE GROTTE DI YAN'AN

 


studio di Mao nelle grotte di Yan'an

 

Il periodo di Yan'an, o Yenan, si riferisce a una fase cruciale della rivoluzione cinese guidata dal Partito Comunista Cinese (PCC) sotto la leadership di Mao Zedong. Questo periodo va dal 1935 al 1948, durante il quale Yan'an, situata nella provincia dello Shaanxi, divenne la base del Consiglio Centrale del PCC dopo la Lunga Marcia. Studiare lo studio nelle grotte di Yen’an, nello Shaanxi in Cina: per Mao e l’esercito rosso guidato da Chu Teh in realtà era una ‘ritirata strategica’. Ma qui i rivoluzionari posero le basi della nuova Cina socialista e della vittoria contro tutti, nemici e avversari, i giapponesi, aggressori, e i nazionalisti, temporaneamente e faticosamente alleati, del Kuomintang. Fu in questa temperie che Mao trovò il tempo per studiare. Nelle grotte. E scrisse i suoi saggi filosofici fondamentali, tra i quali “Sulla pratica” e “Sulla contraddizione”, avendo come punti di riferimento Marx e Lenin e le suggestioni della filosofia orientale, sulla cui conoscenza si era formato. (fe.d.)

 

LA STRADA DELLA RIVOLUZIONE PASSA DA YAN'AN



Yan’an è una città situata nel nord della provincia di Shaanxi, nella Cina centro-settentrionale. È diventata famosa come roccaforte in tempo di guerra del Partito Comunista Cinese dalla metà degli anni '30 fino al 1949. Yan’an si trova sull'altopiano del Loess, caratterizzato da terra di loess (suolo portato dal vento) profondamente incisa da gole. La città è situata sulla riva sud del fiume Yan, in una conca circondata da colline. È un crocevia stradale per il nord-est dello Shaanxi ed era una città strategica in tempi storici, essendo collocata vicino al confine tra la parte dello Shaanxi dove l'agricoltura è praticabile e le terre aride a nord che si uniscono all'altopiano dell'Ordos.

 

Snow amava la Cina, ma non quello che vedeva. Descriveva Chiang come «un debole dittatore» (definizione che in seguito avrebbe parzialmente ritrattato) e, nella sua ricerca di un’alternativa tra il Giappone imperialista e la Cina nazionalista, finì con l’interessarsi ai comunisti. Nel luglio del 1936, a pochi mesi dalla fine della “Lunga marcia” con cui le armate comuniste circondate dal KMT si ritirarono nello Shaanxi, Snow riuscì a farsi portare nel quartier generale del PCC, nel villaggio di Bao’an, a Yan’an (Yán’ān, 延安). Tra l’altro, lo fece con l’aiuto di Song Qingling, vedova del leader della rivoluzione repubblicana Sun Yat-sen, che poi sarebbe diventata Presidente della Repubblica popolare (1968-1972). Anche lei, una sua amica.

Restò lì per quasi quattro mesi, e parlò con tutti. Intervistò centinaia di contadini-soldati dell’Armata Rossa, decine di ufficiali che sarebbero diventati i più grandi quadri del partito e, ovviamente, anche Mao e Zhou. Il resoconto di quelle settimane trascorse con i militanti del PCC venne racchiuso in un libro, uscito nel 1937 e diventato immediatamente un best seller: “Stella rossa sulla Cina” (Hóngxīng Zhàoyào Zhōngguó, 星照耀中国). 

Per molti “Stella rossa sulla Cina” è stato «lo scoop del secolo». In quegli anni del PCC non si sapeva nulla, se non quello che propagandava il KMT, cioè niente di positivo. Per Snow invece i comunisti si rivelarono uomini e donne eccezionali, e vide in loro il futuro della Cina. Raccontare quello che i membri del partito pensavano e vivevano, descrivere le loro giornate e parlare delle loro speranze per il futuro fu di grande impatto, per l’epoca. Le pagine più note del reportage riguardano però la biografia di Mao. Il futuro Grande Timoniere rivelò vari aneddoti sulla sua vita privata a Snow, tanto che alcuni dei racconti presenti nel libro sono utilizzati ancora oggi, nelle biografie più recenti del leader. Il rapporto privilegiato di questo reporter americano con i vertici della Cina comunista nacque dunque così, quasi 90 anni fa, in un villaggio di contadini nello Shaanxi.



La posizione di Yan’an nello Shaanxi (Google Maps)

 

Alcuni aspetti chiave di questo periodo:

 

1. riorganizzazione e consolidamento: dopo la Lunga Marcia (1934-1935), in cui le forze comuniste furono costrette a ritirarsi e attraversare vaste distanze per sfuggire alle offensive del Kuomintang (KMT), il PCC si stabilì a Yan'an. In questa fase, Mao riuscì a consolidare il suo controllo sul partito, emarginando i suoi rivali interni e stabilendo la sua leadership indiscussa.

 

2. sviluppo ideologico: Yan'an fu un periodo di intenso sviluppo ideologico per il PCC. Mao elaborò molte delle sue idee rivoluzionarie che in seguito furono codificate nel pensiero di Mao Zedong. Tra queste, l'importanza dei contadini come forza principale della rivoluzione e la strategia di guerriglia come metodo di lotta.

 

3. educazione e cultura: Yan'an divenne anche un centro educativo e culturale. Fu istituita l'Accademia di Resistenza Antigiapponese di Lu Xun e furono promossi l'alfabetizzazione e l'educazione politica tra le masse. Le "Conferenze di Yan'an sulla letteratura e l'arte", tenute da Mao nel 1942, stabilirono le linee guida su come la cultura dovesse sostenere gli obiettivi rivoluzionari.

 

4. base per la guerra di resistenza contro il Giappone: Durante la Seconda guerra sino-giapponese (1937-1945), Yan'an servì come base operativa per la resistenza contro l'occupazione giapponese. Le forze comuniste adottarono tattiche di guerriglia efficaci contro le forze meglio equipaggiate del Giappone.

 

5. preparazione per la guerra civile cinese: dopo la fine della Seconda guerra mondiale e il ritiro delle forze giapponesi, la tensione tra il PCC e il KMT riemerse, portando alla ripresa della guerra civile cinese. Durante la permanenza a Yan'an, il PCC riuscì a rafforzare le sue capacità militari e organizzative, ponendo le basi per la loro eventuale vittoria sul KMT nel 1949.



Quartier generale a Yan’an (pres.1936) al centro Chu Teh, Mao alla sua destra

 

Il periodo di Yan'an è considerato fondamentale nella storia del PCC, in quanto segnò la maturazione ideologica e strategica del partito sotto la guida di Mao, portando infine alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.



Zhou Enlai (a sinistra) e Mao Zedong (al centro) a Yan'an a metà degli anni 1930

 

Durante il periodo trascorso a Yan'an, dal 1937 al 1945, Mao Zedong scrisse diverse opere che divennero fondamentali per lo sviluppo del pensiero e delle strategie del Partito Comunista Cinese. Alcuni dei suoi scritti più noti di questo periodo includono:

 

1. Sulla pratica (1937) - In quest'opera, Mao discute la teoria della conoscenza, affrontando la relazione tra teoria e pratica e tra conoscenza e azione.

 

2. Sulla contraddizione (1937) - Mao analizza il concetto di contraddizione, che considera fondamentale per comprendere i conflitti sociali e politici, e offre una base teorica per l'analisi dialettica.

 

3. Sul fronte unito (1939) - Qui discute l'importanza della collaborazione tra diverse forze politiche e sociali per opporsi al Giappone durante l'invasione.

 

4. Nuova Democrazia (1940) - Mao delinea la visione di una società che combina elementi socialisti e democratici, specificando il suo modello di rivoluzione culturale e politica.

 

5. Sulla nuova filosofia democratica (1940) - Ampliamento dei concetti espressi nel lavoro sulla Nuova Democrazia.

 

6. Riforma nell'istruzione nel Partito Comunista (1941) - Discorso in cui Mao sottolinea la necessità di migliorare l'educazione politica all'interno del partito.

 

7. Sul governo della coalizione (1945) - Un discorso in cui Mao sostiene la necessità di una coalizione tra diverse forze politiche in Cina per il futuro del paese.

 

Queste opere furono importanti nel definire il pensiero politico e ideologico del Partito Comunista Cinese e posero le basi per le riforme che Mao avrebbe realizzato dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.

Ecco un breve riepilogo:

 

1. Materialismo dialettico - scritto nell'estate del 1937.

 

2. Sulla pratica - Sul rapporto fra la conoscenza e la pratica, fra il sapere e il fare - completato nel luglio 1937. Questo saggio si concentra sulla teoria della conoscenza e sull'interazione dialettica tra teoria e pratica.

 

3. Sulla contraddizione - completato nell'agosto 1937. Esplora la dialettica delle contraddizioni come forza motrice dei cambiamenti nella società e nella natura.

 

4. La legge di identità della logica formale e la legge di contraddizione della logica dialettica - scritto nell'agosto 1937. Discute le differenze tra la logica formale e la logica dialettica.

 

Questi saggi rappresentano il contributo di Mao allo sviluppo del marxismo-leninismo, adattandolo al contesto cinese e fornendo una base teorica per le strategie rivoluzionarie adottate dal Partito Comunista Cinese durante quel periodo cruciale della storia cinese.

Mao parte da una critica della filosofia di Abram Moiseevič Deborin (1881-1963) filosofo marxista russo diventato bolscevico nel 1928, che nelle sue opere, in particolare  “Introduzione alla filosofia del materialismo dialettico" del 1916 e “Dialettica e scienze naturali" del 1929, concepiva la dialettica marxista come metodo universale che deve servire da guida nell'indagine della società, del pensiero e in particolar modo della natura. Mao considera questa impostazione astratta e dogmatica. Il suo riferimento costante, invece, è i “Quaderni filosofici” di Lenin (scritti tra il 1914 e il 1916 nell’esilio svizzero prevalentemente a Zurigo) cioè un approccio creativo e dinamico della teoria alla realtà sociale, che diventa il vero terreno d’indagine, la filosofia dialettica marxista come strumento epistemologico per individuare la prassi rivoluzionaria.

 

"Sulla pratica" e "Sulla contraddizione" sono dunque due dei saggi più influenti di Mao Zedong, scritti rispettivamente nel 1937.

“Sulla pratica” e “Sulla contraddizione” vengono considerati il lascito filosofico più significativo di Mao Ze Dong, perché articolano la sua visione del materialismo dialettico ed elaborano una teoretica marxista per il processo rivoluzionario comunista.


"Sulla pratica"

 

- Contesto: Il saggio esplora la teoria della conoscenza dal punto di vista del marxismo-leninismo. Mao scrive in un periodo in cui la Cina era alla ricerca di una strada per la rivoluzione sociale ed economica.

 

- Principali argomenti:

  - Origine della conoscenza: Mao afferma che tutta la conoscenza deriva dall'esperienza pratica. Sottolinea che l'apprendimento è un processo che inizia dal contatto diretto con la realtà materiale.

  - Teoria e Pratica: sottolinea l'interconnessione tra teoria e pratica. La teoria senza pratica è sterile, e la pratica senza una guida teorica è cieca.

  - Processo ciclico: Mao descrive il processo di acquisizione della conoscenza come ciclico: parte dalla pratica, si elabora in teoria, e poi si torna alla pratica con un maggior grado di coscienza e comprensione.

 

"Sulla contraddizione"

 

- Contesto: Questo saggio esplora la dialettica come metodo per comprendere il cambiamento sociale e politico, essendo anch'esso basato sul marxismo-leninismo.

 

- Principali argomenti:

  - Contraddizione universale: Mao postula che la contraddizione è una legge fondamentale della natura e della società. Ogni oggetto o fenomeno contiene al suo interno delle contraddizioni che ne determinano lo sviluppo.

  - Contraddizioni principali e non-principali: differenzia tra la "contraddizione principale" che determina il corso degli eventi e le "contraddizioni secondarie." Capire quale sia la contraddizione principale è essenziale per formulare strategie politiche efficienti.

  - Specificità della contraddizione: Mao insiste sul fatto che ogni contraddizione ha caratteristiche specifiche che variano a seconda del contesto, richiedendo un'analisi concreta per essere risolta.

 

Impatto e Significato

 

- Adattamento del marxismo: entrambi i saggi rappresentano un adattamento del marxismo al contesto cinese, dove Mao enfatizza l'importanza della pratica e l'esame delle condizioni locali nella rivoluzione comunista.

- Guida per l'azione rivoluzionaria: Mao non si limita alla teoria; le sue idee sono pensate come strumenti pratici per guidare l'azione rivoluzionaria. La sua enfasi sulle contraddizioni e sulla pratica ha influenzato le strategie del Partito Comunista Cinese.

- Influenza duratura: Le idee esposte in questi saggi hanno avuto un'influenza duratura non solo in Cina, ma anche su movimenti di liberazione in altri paesi, che hanno utilizzato e adattato la sua analisi alle loro specifiche condizioni.

Questi saggi esprimono un approccio dinamico alla teoria rivoluzionaria, includendo elementi di flessibilità e un'adattabilità alle specifiche condizioni reali, rendendoli un contributo chiave alla filosofia marxista e alla pratica rivoluzionaria.

 

la sintesi storica è da Jacques Guillermaz (1970)

Storia del Partito comunista cinese 1921/1949, Feltrinelli

in

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE FONTI MAOISMO CRITICO

 

a cura di Ferdinando Dubla



Mao Zedong and Jiang Qing Yan'an China 1936



Mao parla durante una riunione davanti a una casa grotta a Yen’an



Chairman Mao in 1940's



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