Classe,
inchiesta sociale e Mezzogiorno
PARTITO E AUTONOMIA DI CLASSE
Panzieri si inserisce
nel dibattito culturale e filosofico del movimento operaio e dei suoi partiti
di riferimento, il PSI e il PCI, nel corso degli anni ‘50, spostando l’asse
della elaborazione teorico-politica, dal partito strumento o parte della classe
rappresentante di essa, all’autonomia di classe, attraverso il movimento e
tutta la sua azione nell’autorganizzazione che riesce a costruire. La classe
operaia è la forza motrice della lotta di classe rivoluzionaria ma il
protagonismo sul campo della classe contadina in particolare nel Mezzogiorno +
fa estendere il concetto di classe ai gruppi subalterni, la cui ‘disgregazione’
analizzata da Gramsci nel Quaderno 25 di Formia (1934-1935) diventa elemento di
analisi politica. Fu questa impostazione che causò l’allontanamento di Panzieri
dalla condirezione della rivista “Mondoperaio” dopo il 33º Congresso del PSI
tenutosi a Napoli nel gennaio 1959 e successivamente dallo stesso partito.
(cfr. Giovanni Scirocco,
La svolta autonomista, "Mondoperaio",
n. 12/2018, p. 18).
“Panzieri avvia
un’analisi sulle modalità di lotta delle classi subalterne che lo porta a
concludere come queste costituiscano una realtà che non si confonde con le
istituzioni nè con la coscienza espressa dal Partito, e come, pertanto, esse
abbiano una loro indipendenza di movimento e di comportamento”.
(cfr. Giulia Dettori,
“Dal marxismo ai marxismi”: Partito e intellettuali in Italia dal 1956 al 1967,
in La battaglia delle idee - Il Partito
comunista italiano e la filosofia nel secondo dopoguerra a cura di Matteo
Cavalleri e Francesco Cerrato, Luca Sossella Editore, 2024, pag. 71).
PANZIERI A MEZZOGIORNO
Raniero Panzieri
intellettuale del Mezzogiorno? Fu intellettuale ‘organico’ alla classe. La sua
lettura dell’opera di Scotellaro (Matera, 1955), compagno di partito morto
prematuramente e poeta del riscatto di quelle che De Martino chiamerà le ‘plebi
rustiche‘ del Mezzogiorno, lo dimostra.
IL
CONVEGNO DI MATERA DEL 6 FEBBRAIO 1955: ROCCO SCOTELLARO, INTELLETTUALE DEL
MEZZOGIORNO
Matera,
Cine-teatro Impero, 6 febbraio 1955. Convegno su “Rocco Scotellaro, intellettuale
della Mezzogiorno”. Al tavolo, da sn: Franco Fortini, Oronzo Manicone, Raniero
Panzieri, Tommaso Fiore, Carlo Levi
L’iniziatore della
tendenza ‘operaista’ nel movimento di orientamento marxista italiano, con i
suoi ‘Quaderni Rossi’, non solo fece esperienza diretta dell’occupazione delle
terre in Sicilia, ma aveva, per il tramite dello strumento dell’inchiesta
sociale (comune anche a Mao, che aveva guidato la classe contadina cinese,
frantumata e dispersa nelle ampie zone rurali, a una rivoluzione vittoriosa)+
un concetto estensivo di ‘classe’, non determinista perchè non a-priori.
"In Cina tra il
1924 e il 1928, ebbero la prevalenza nel partito comunista coloro che
erroneamente volevano impegnare il movimento di classe a sostenere
incondizionatamente il Kuomintang di Ciang-Kai-Shek, aiutandolo a realizzare,
dopo il crollo della dinastia Manciù e del sistema feudale, la seconda tappa
(democrazia borghese): costoro non tenevano conto della inesistenza di una
borghesia cinese capace di porsi come classe ‘nazionale’, e del fatto che le
sterminate masse contadine di quel paese potevano lottare unicamente per la
causa della propria emancipazione, e non per perseguire schemi astratti e
incomprensibili.", Lucio Libertini -Raniero Panzieri, Sette tesi sulla questione del controllo operaio, in “Mondo
Operaio”, 1958, nr.2, pag.831-832.
+ “La campagna
accerchia la città”, - a lungo nella memoria delle forze rivoluzionarie cinesi
la dimensione della città si era coniugata con la sconfitta della Comune
comunista di Shanghai (maggio 1927) quando gran parte dei sostenitori del
giovane movimento marxista erano stati uccisi dalle forze nazionaliste. Da
quella sconfitta i comunisti capiscono che per ricominciare occorre muoversi
nelle campagne, lontano dalle città.
PANZIERI IN SICILIA
Nel dicembre del 1948
Panzieri è a Messina. Lo ha chiamato Galvano Della Volpe, che qui insegna e lo
stima – entrambi provano a strizzare Marx fuori dagli schemi dell’hegelismo e
dell’ossificazione ideologica –, gli vuole bene e ne conosce le ristrettezze
economiche, offrendogli un incarico all’università, facoltà di Lettere:
Filosofia del diritto (ne è rimasta la dispensa del corso 1949-50, Il problema
dello Stato moderno – La crisi del giusnaturalismo, assemblata e revisionata
tra appunti rimasti, pagine tra le carte di Norberto Bobbio e note di Nicolao
Merker, che fu allievo di Panzieri e poi a sua volta professore a Messina).
Pucci Saija, la moglie di Raniero di origini siciliane, che lo ha conosciuto a
Roma dove lei svolgeva un piccolo incarico presso il Partito socialista e lui
lavorava a una qualche rivista e si sono sposati, è incinta e non può seguirlo;
arriverà nella primavera del 1949 (c’è una delicata e struggente intervista –
La mia vita è stata bella – che racconta dell’entusiasmo e dei sacrifici di
quegli anni, qui). Tra il 1949 e il 1951 Panzieri insegna all’università e
partecipa delle attività della Federazione socialista messinese. Nel 1950 è
stata varata la Riforma agraria, e anche la Cassa per il Mezzogiorno. Dopo il
ciclo di occupazione delle terre legate ai decreti Gullo, ministro
dell’Agricoltura di un governo ancora provvisorio e nel bel mezzo della guerra
civile in corso, nel 1944, varati sotto il titolo “Concessioni ai contadini
delle terre incolte”, la Riforma agraria sarà occasione per un nuovo ciclo di
occupazioni. Nel mezzo c’è stata la repressione brutale della polizia – che ha
spesso sparato sui contadini – e l’assassinio per mano di mafia di decine di
sindacalisti impegnati nelle lotte per la terra. Continueranno, e l’una e
l’altro. Nei Nebrodi del Messinese, contadini e braccianti si organizzano. Alla
loro testa c’è questo giovane professore – l’aura di “leggenda” che presto lo
avvolgerà racconta: alle quattro è sulle terre, alle dieci fa lezione
all’università –, in prima fila anche quando si tratta di sfidare la polizia.
Subirà arresti e processi.
(da Lanfranco Caminiti, Raniero Panzieri in Sicilia: le fondamenta dell’operaismo, in "Artudo", 15 febbraio 2017, on line in https://www.antudo.info/raniero-panzieri-in-sicilia/
Galvano Della Volpe, autore di “Logica come scienza
positiva”, (Messina-Firenze, D'Anna, 1950; 1956) fece diventare l'Università di Messina epicentro della
ricerca marxista fuori dai canoni storicisti troppo debitori della logica
hegeliana.
Per chi è impegnato
nella costruzione unitaria della sinistra di alternativa, Raniero Panzieri è
una figura importante, di un’attualità straordinaria. Morto prematuramente nel
1964, a soli 47 anni, è stato considerato il padre teorico-politico
dell’”operaismo”, che però, dopo l’abbandono di Mario Tronti dei “Quaderni
Rossi” (1963) per divergenze con il suo fondatore, Panzieri appunto, prese
strade diverse.
Cfr. Sull'operaismo,
gli operaisti e Potere Operaio
http://ferdinandodubla.blogspot.com/2024/01/sulloperaismo-gli-operaisti-e-potere.html
Inoltre, a nostro
avviso, rispetto a letture critiche stereotipate, Panzieri fu intellettuale
meridionalista rivoluzionario sul campo. E il metodo dell’”inchiesta sociale”,
che lo collega idealmente anche ai metodi di ricognizione politico-sociale di
Mao-Tse-Tung
Cfr. RIBELLARSI QUANDO
E' GIUSTO: l'inchiesta sociale nei 'Quaderni Rossi' di Panzieri e in
Mao-Tse-Tung, http://ferdinandodubla.blogspot.com/2023/03/linchiesta-sociale-nei-quaderni-rossi.html
lo pone oltre la
centralità operaia come categoria a priori, sebbene la sua analisi si incentri
sul cosiddetto ‘operaio-massa’ degli anni '60 del Novecento. Per estensione, la
classe diventa l’insieme dei gruppi subalterni che debbono tracciare il
percorso della trasformazione antagonista al sistema capitalista.
A cura di Ferdinando Dubla, Subaltern studies Italia
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