Su scala internazionale, "questione meridionale" diventa "the southern question", da problema geolatitudinario un problema storico-politico, attraverso la comprensione del colonialismo e la categoria di “colonialismo interno”, con il contributo di Gramsci per una nuova narrazione dei gruppi subalterni e della soggettività rivoluzionaria nella storia. - -Subaltern studies Italia
- Peter Mayo
è professore, relatore, editore, scrittore ed ex capo del Dipartimento di Arti,
Comunità aperte e Educazione degli adulti presso l'Università di Malta, a
Malta. È responsabile della Cattedra UNESCO in Educazione Globale degli Adulti
presso la stessa università.
Peter Mayo
Gramsci,
“The Southern Question“ e la comprensione del colonialismo
- Un
programma antirazzista di azione educativa e sociale può riuscire solo se
radicato nell'economia politica e nella comprensione del colonialismo. Questi
sono elementi che Gramsci cercava di portare nella sua analisi della questione
meridionale italiana, ponendo l'accento sull'economia politica e su una
interpretazione storica del «colonialismo interno» italiano. Il ricorso di
Gramsci alla politica economica è evidente soprattutto in Alcuni temi e nelle
note sullo Stato postrisorgimentale, dove la subordinazione del Mezzogiorno è
spiegata con ragioni economiche (..) Applicando la riflessione ispirata da
Gramsci alla questione meridionale e ai temi a questa correlati, come quelli
relativi al mondo arabo e all'Islam, si possono individuare alcuni spunti per
il tipo di lavoro che partiti genuinamente socialisti e altre organizzazioni
possono fare, operando in una situazione caratterizzata da un'immigrazione massiccia
verso i paesi dell'Europa meridionale, per creare la coscienza necessaria ad
alimentare una maggiore solidarietà tra gruppi subalterni diversi. Questa è una
delle sfide più grandi che chi si impegna in una politica socialista in questa
regione deve affrontare. Si tratta di un lavoro di natura inequivocabilmente
educativa, come lo era quasi tutto il lavoro compiuto da Gramsci nel suo
tentativo di formare una coscienza della classe lavoratrice veramente
rivoluzionaria nell'Italia del suo tempo. Dopo tutto, per Gramsci l'educazione
è fondamentale ai fini e il lavoro educativo nel quale è necessario impegnarsi,
nel contesto contemporaneo, è molto lungo; ma questo lavoro diventa ancora più
urgente con i tanti esponenti della classe lavoratrice locale che vivono in
condizioni di precarietà, che più soffrono degli effetti devastanti delle
politiche neoliberiste della globalizzazione. A meno che tale strategia
educativa non venga sviluppata, diventa più probabile che esponenti della
classe lavoratrice vengano attratti da quel discorso della destra populista,
spesso neofascista, che fa leva sulle loro paure e produce ulteriore
segmentazione e antagonismo tra lavoratori su basi etniche. Da ciò possono
derivare alleanze inopportune, e la mistificazione del fatto che lavoratori e
immigrati condividono lo stesso destino: quello della subalternità e
dell'essere vittime di uno spietato sfruttamento capitalistico. Partiti di
tradizione socialista sono stati accusati di scansare la responsabilità di
impegnarsi per alimentare la solidarietà interetnica tra i lavoratori, e di
farlo per il timore di perdere voti: è una situazione che evidenzia i limiti
della democrazia borghese per una politica genuinamente socialista basata sulla
solidarietà tra i lavoratori, di là dall'appartenenza etnica e nazionale.
“Ben oltre la comprensione del
colonialismo e della sua base politico-economica, è necessario capire gli
effetti a lungo termine dell'imposizione di un ordine culturale mondiale
contraffatto. Questo ci permetterebbe di alimentare quel senso di solidarietà
invocato da Gramsci. Questi sono gli elementi che Gramsci ha cercato di
inserire nella sua analisi della questione meridionale italiana, ponendo
l'accento sull'economia politica, su un'acuta analisi culturale e
sull'interpretazione storica del Risorgimento (una rivoluzione passiva) e del
processo di «colonialismo interno» che ne derivò.”,
foto: cop. di Peter Mayo, “Gramsci and Educational Thought”, ed.inglese
Wiley-Blackwell, 2010
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